Santa Fiora è uno dei centri che sulla montagna toscana dell’Amiata prospera grazie al turismo.
Come si conviene ad un centro che da secoli è circondato da una fitta foresta, è piena di storie e leggende antiche, che ancora si intrecciano al presente della città.
Uno degli edifici di culto tuttora tra i più importanti del luogo è la Pieve delle Ss. Fiora e Lucilla, che può annoverare tra le sue bellezze dipinti e bassorilievi di Andrea della Robbia. Le sante patrone di Santa Fiora, hanno influito in maniera determinante sulla storia della città e adesso vedremo come. In origine questa cittadina non aveva il nome attuale, si chiamava bensì Castello Amiato. Sembra che le due martiri cristiane, arrivarono qui da perseguitate e che, secoli dopo, il vescovo di Arezzo chiese le loro reliquie per la cattedrale della sua città. Ora avvenne, che per vicende di guerra, questi fosse costretto a passare non per la strada principale che l’avrebbe condotto ad Arezzo, ma che attraversò molti centri minori, giungendo quasi per caso anche a Castello Amiato. Gli Aldobrandeschi, che erano signori della città, ed i devoti fedeli che già da allora adoravano le sante colpirono in maniera favorevole il vescovo che decise di donare parte delle reliquie alla cittadina in ringraziamento del trattamento ricevuto.
Le reliquie furono collocate nella Pieve, di cui abbiamo prima parlato, e S. Flora e Lucilla divennero le patrone della città, da cui il nome di Castello Amiato si mutò in S. Fiora e anche il nome del fiume Arminio divenne il Fiora. Altre leggende poi raccontano di personaggi significativi della storia del centro, come del reietto boia degli Aldobrandeschi o del conte Guido Sforza e di come questi uccise il serpente Cifero, a ricordo del quale c’è ancora un fosso chiamato serpentaio.
Di come siano stati importanti gli Aldobrandeschi nella contea parlano in modo ben più certo, anche se non meno significativo, le costruzioni rimaste e l’urbanistica stessa della città. Il paese antico si è sviluppato tutto intorno al castello della famiglia, di cui si riconoscono ancora le mura da Piazza Garibaldi e le due torri. Una seconda parte molto caratteristica del paese è il borgo murato, che presenta ancora gli edifici medievali, e la Peschiera, che si trova nella chiesa di Santa Maria delle Nevi, dove si custodiscono le sorgenti del fiume Fiora.
Devo dire che questo è uno dei luoghi che ha stuzzicato di più la mia fantasia e non mi dispiacerebbe tornare sui miei passi un giorno per parlare, con un abitante, delle leggende sulla città e sugli Aldobrandeschi. Ed è un peccato avere così poco tempo a disposizione da poterne ascoltare solo per un pomeriggio. La montagna osservata da qui ti appare davvero incantata.
(Foto 1 e 2 di Mattana in Pubblico Dominio)
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