15 Luglio 2008

Aspettando la città nuova

di Marcello Di Sarno (Blog Avellino. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Avellino Giuseppe Galasso intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Avellino, in questo periodo, ha oltre 40 cantieri aperti. Si tratta di opere pubbliche inserite nel Programma Pica, opere indispensabili che qualificheranno la città rendendola più moderna, più confortevole e sicuramente più vivibile. Avellino, entro la fine del 2008 avrà spazi di aggregazione, piazze e potrà usufruire di strutture per il sociale e il tempo libero. Diventerà riferimento culturale per tutta la regione Campania grazie a numerose strutture che stanno per sorgere sul territorio cittadino. Si tratta di opere all’avanguardia e adeguate agli standard europei.
Giuseppe Galasso Insomma, come abbiamo detto nello slogan che accompagna gli interventi, è “in cantiere una nuova città”, che restituirà ad Avellino il ruolo di città capoluogo. Chi la vive quotidianamente, in questo momento avverte dei disagi, ma sarebbe, tuttavia, un errore soffermarsi esclusivamente su questo aspetto senza andare oltre, e pensare, invece, ai benefici di cui si potrà godere dopo il completamento del programma delle opere pubbliche.

Tre validi motivi per visitarla?
Avellino è accogliente, aperta e, a breve, non avrà nulla da invidiare alle più belle città d’Italia.

Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
La storia di Avellino è, purtroppo, ancora strettamente legata al sisma del 1980 che ha condizionato considerevolmente la vita dei cittadini. Il dopo terremoto, del quale oggi stiamo vivendo la fase conclusiva, ha condizionato a lungo la vita della città portandosi dietro una serie di conseguenze che ne hanno segnato la quotidianità. A partire dalla perdita della sua identità, che oggi si va via via recuperando attraverso la riqualificazione urbana e la promozione di iniziative culturali che ridiano centralità al capoluogo.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Certamente il rapporto umano con i cittadini. Come medico prima e come sindaco poi ho sempre privilegiato l’ascolto e la massima attenzione verso le esigenze della cittadinanza. E credo di essere riuscito nell’intento. La prova è la quotidiana attestazione di stima che ricevo anche quando passeggio semplicemente per il Corso Vittorio Emanuele: la gente si ferma a parlare con me complimentandosi con quanto l’amministrazione fa per il benessere dei cittadini, ma anche con spirito critico e costruttivo per farmi notare le cose che non vanno ad Avellino.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Vedo un futuro roseo per Avellino che in questi mesi sta affrontando la sfida di una trasformazione radicale. L’imponente programma di opere pubbliche che saranno a breve concluse restituirà una città completamente nuova ed ecosostenibile.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
“Se potesse tornare indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?”
Certamente, sono orgoglioso del mio operato nonostante tutte le difficoltà che hanno contraddistinto la vita amministrativa. Anche le critiche mi hanno spinto ad andare avanti e a fare qualcosa di costruttivo per la città.

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