6 Maggio 2009

L’isola del primo esilio di Mussolini

di Ornella d Anna (Blog Ponza. Racconti di Viaggio)

Porto di Ponza

Porto di Ponza

Quando arrivo l’aliscafo è già lì che mi aspetta. Poche ore di navigazione, il tempo di soffrire un po’ il mal di mare, e con un gruppo di amiche mi ritrovo a Ponza, una delle isole più belle d’Italia. Da lontano ad attirarmi maggiormente sono le sue coste frastagliate, ma arrivate a terra mi ci vuole un attimo per capire che mi innamorerò di ogni angolo di questo posto.

L’isola è situata nel mar Tirreno, a circa 23 chilometri dalla costa del Lazio meridionale, in provincia di Latina, ed è la maggiore dell’arcipelago pontino, di cui fanno parte anche Palmarola, Gavi e Zannone a nord e Ventotene e Santo Stefano a sud.

Il suo periplo inizia dal porto, un antico complesso realizzato durante la colonizzazione borbonica, che possiede un’architettura armoniosa tale da renderlo uno degli approdi più belli del Mediterraneo. Il porto è anche la parte più turistica e ricca di negozi ed è molto nota per essere frequentata tutto l’anno da personaggi famosi. Da qui è d’obbligo prendere una delle barchette messe a disposizione dalla Cooperativa dei Barcaioli Ponzesi e circumnavigare l’isola: si possono così scoprire bellissime calette e luoghi incantati.
Come ad esempio le Grotte di Pilato, un murenaio costruito dai Romani circa 2000 anni fa dove oggi è possibile visitare le vasche per l’itticoltura, o come Punta della Guardia, che con il suo faro segna il limite sud di Ponza.

Costa Pontina

Costa Pontina

Il giro è molto lungo, dura all’incirca sei ore, compresa una sosta tra le spiagge deserte di Palmarola, ed è per questo che una volta tornate al porto optiamo all’unanimità per una pausa culinaria. Il bar più antico è il Tripoli, posto proprio sulla strada principale, che come suggerisce il nome è di epoca fascista.

L’arcipelago pontino è stato infatti il luogo d’esilio per eccellenza negli anni della Guerra, anche se si sa che già nella Roma imperiale Nerone, Agrippina e Giulia furono relegati su queste coste. Lo stesso Mussolini fu portato qui subito dopo l’arresto, avvenuto nell’agosto del 1943, e vi rimase per undici giorni, prima di essere trasferito alla Maddalena. A Ponza il dittatore scrisse una lettera al Parroco nella quale chiedeva una messa in suffragio del figlio Bruno, deceduto due anni prima. Lo scritto è considerato documento storico di inestimabile valore, perché rappresenterebbe un vero e proprio atto di morte del Fascismo.

Il nostro tour a questo punto prevede un’oretta di puro relax in spiaggia: la più vicina è quella del Frontone, alla quale si accede via mare grazie ad un barchino apposito che fa servizio navetta dal porto ogni 10 minuti. D’estate questo piccolissimo lembo di terra si anima anche di sera, quando a partire dalle sette i turisti si riversano nell’unico bar disponibile. L’aperitivo prevede mojito e Frontonese, una tipica insalata locale a base di pomodori, mozzarella e tonno.

Prima della fine di questa bella giornata, ci resta un’ultima cosa da vedere: le piscine naturali di Cala Feola. Poiché sono poste all’interno, per raggiungerle ci si può servire di un autobus o andare a piedi dalla località La Forna. Si tratta di conche realizzate dal parsimonioso scalpello del mare che evocano la fantasia della natura. Visitarle da vicino è impresa ardua, perché è necessario scendere a piedi degli scalini molto ripidi, ma ne vale la pena. Una volta giunti nel punto più basso si può ammirare una distesa marina senza pari e immergersi in un silenzio quasi irreale.

Pensandoci, forse proprio grazie alla tranquillità che emanano i suoi anfratti, Ponza potrebbe essere definita come l’isola della discrezione, nella quale, fermandosi un istante e ascoltando con il cuore, è possibile sentire solo la voce delle onde.

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