16 Maggio 2009

Una passeggiata tra atmosfere e vicoli medievali

di Daria Castaldo (Blog Monteodorisio. Alla Scoperta della nostra Italia)

Chiesa della Madonna delle Grazie

Santuario Madonna delle Grazie

Quella parte del litorale abruzzese che abbraccia la provincia di Chieti è particolarmente famosa per le spiagge pulite ed un mare da Bandiera Blu; ma quest’area, guardando un po’ più verso l’entroterra, si mostra ricca di risorse, di storia, di cultura, circondata da paesaggi che lasciano senza fiato e sorprendono  i turisti più disincantati, che una volta qui, trovano qualcosa di diverso dai soliti paesini sperduti tra i monti abruzzesi.

Monteodorisio, uno di questi, arroccato su di un colle a picco nella valle del Sinello, in effetti, da lontano sembra abbracciato da un lato dai Monti della Maiella, immerso nella assoluta tranquillità  che caratterizza queste zone; ma una volta al centro del paese, l’effetto è davvero diverso: i millenni di storia possono aver consumato le mura e le torri, ma Monteodorisio continua a conservare l’immagine di un antico, massiccio borgo medievale, arroccato in collina, dominato dal castello che guarda verso il mare.
Lungo le stradine strette che si dipanano tra le case in pietre squadrate, piccole e basse, con balconcini minuscoli, si respira quell’atmosfera frugale e un po’ misteriosa raccontata dai libri di storia.

E la storia ha riservato un ruolo particolare a questo piccolo centro: per la sua posizione strategica, intorno all’anno 1000 la contea primitiva fu acquisita da Odorisio, conte dei Marsi, su concessione del Conte di Chieti, affinchè vi costruisse un avamposto fortificato a protezione di tutta l’area dai Longobardi. Il feudo prese così il nome dal suo feudatario, passando poi - attraverso lotte continue per il suo possesso – a signori legati ai Normanni, poi agli Svevi e agli Angioini.

Ma quello che ancora oggi rappresenta la vera anima di Monteodorisio, la sua opera di fortificazione più imponente, è il Castello a pianta pentagonale, risalente al  XV secolo, voluto dai Caldora, che da allora è il simbolo della città. La sua antica cinta muraria probabilmente girava intorno all’attuale quartiere di Capo di Rocca (dove ancora oggi vi sono resti di una torre urbica a base quadrata, detta il Castelluccio), per poi proseguire verso Porta Carbonara e via Muro Rotto.
Proprio intorno a Porta Carbonara si sviluppa il nucleo più antico: qui e in  in via Muro Rotto restano ancora tracce di torrioni e costruzioni originarie in ciottoli di origine fluviale, incastonati tra vecchi palazzi, che sembrano ridare vita ad un tempo e ad una storia che non c’è più.

Oggi il centro urbano si sviluppa tutto intorno al Castello, che si erge maestoso verso il mare, ancora come a proteggere la città, anche se rimane solo una porzione ridotta del corpo originale, e i tre torrioni, con merlature massicce, costruiti con le pietre squadrate e i ciottoli locali.

Il prestigio di un tempo è rimasto intatto, Palazzi come quello dei Fanghella, delle Scuole e dei
Suriani di stile rinascimentale ne sono una testimonianza fortissima; e il Santuario della Madonna delle Grazie, fondata nel XVII secolo, dal 1886 è meta di pellegrinaggi da tutto il centro-sud Italia per la presenza di una fonte di acqua miracolosa scoperta sul luogo dove fu costruita la chiesa.

Ma dietro questa immagine regale, Monteodorisio nasconde un’anima semplice e genuina, come l’aria e la gente del posto, che di sera, in estate, esce a fare una passeggiata fino al Castello, per godersi un panorama mozzafiato, seduti su di una panchina di fronte al mare.

(Foto di Marianna Dandi)

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