Percorro la strada statale 106 a bordo della mia vecchia auto e rimango quasi impietrito quando, d’un tratto, un spettacolare visione, mi si presenta dinnanzi. Parcheggio rapidamente nella prima zona libera che mi capita vicino e mi dirigo verso un suggestivo belvedere che si trova sopra uno strapiombo. Da qui, coccolato da una piacevole brezza di mare, posso ammirare un paesaggio a dir poco mozzafiato: è l’insenatura di Bova Marina.
Si tratta di un piccolo comune della Calabria meridionale, abitato da poco meno di cinquemila abitanti, che appartiene all’area provinciale del capoluogo di regione e si sviluppa, pianeggiante e centrale, lungo la costa accarezzata dalle onde cristalline del mar Jonio. Affascinato dalla meravigliosa cartolina appena contemplata, non posso esimermi dal visitare il cuore di questa graziosa cittadina.
Mi colpisce subito il clima mite che, come mi viene confermato da alcuni residenti, si mantiene tale anche durante il periodo invernale. In ogni caso – come avviene in ogni meta balneare – è l’estate a rappresentare la stagione di punta del borgo. Centinaia di turisti provenienti dall’entroterra, difatti, affollano il territorio prevalentemente nei mesi di Luglio e Agosto, quando il sole arroventa la sabbia sostando fra le sparute nubi di un cielo azzurro intenso. In una simile realtà locale, pertanto, risulta assai facile imbattersi in appassionati surfisti, giacché pare proprio che Bova Marina sia una delle località italiane in cui risulti più agevole – e piacevole! – la pratica di questa disciplina sportiva.
Le spiagge chiare e le acque terse, tuttavia, non sono gli unici vanti della città. Gli scorci paesaggistici – come ho avuto modo di vedere all’arrivo – lasciano davvero senza parole, specie quando le tinte rossastre del tramonto colorano di porpora il profilo inconfondibile dell’Etna, immobile all’orizzonte. La stessa sensazione la provo sulla punta di Capo San Giovanni d’Avalos, luogo in cui si erge, a due passi dal mare, la maestosa statua bronzea – realizzata nel 1965 dallo scultore Celestino Petrone – raffigurante la Madonna del Mare, principale divinità venerata dalla cittadinanza, come testimoniato dalla presenza di una chiesa che ne porta il nome. I suoi colori tenui – simili a quelli della Parrochia di Maria S.S. Immacolata – si amalgamano al mondo circostante e sembrano quasi voler testimoniare una sorta di continuità tra l’opera della natura e quella dell’uomo.
A impreziosire il quadro cromatico vi sono poi le tinte dei palmizi e del raro bergamotto, esemplari che danno vita a magnifici giardini capaci di donare refrigerio a numerosi visitatori. Di questo prezioso agrume, inoltre, beneficiano molte piccole imprese artigianali del posto che producono profumi e liquori dalle proprietà e dalle essenze uniche. Ne vedo alcuni in una bottega, girovagando per le vie cittadine, e non resisto alla tentazione di acquistarne un paio.
Proseguendo il tour faccio un’altra piacevole scoperta: una zona di interesse archeologico. Sembra proprio che il passato di Bova Marina fosse assai glorioso, come testimoniato da numerosi ritrovamenti. Nella vallata del torrente San Pasquale, ad esempio, è stato rinvenuto un insediamento risalente al X secolo a.C., nonché il basamento di una Sinagoga del IV secolo d.C., della quale si può ammirare un pregevole mosaico pavimentale. In località Crimì, inoltre, sorge perfino un tempio dedicato ad Ercole.
Un vero e proprio mix di pregi che fa della città una sensazionale meta naturalistica, balneare e culturale.
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