31 Agosto 2009

Ai piedi del castello normanno

di Andrea Bonfiglio (Blog Santa Severina. Alla Scoperta della nostra Italia)

Sul versante orientale della regione Calabria sorge un paese inserito nella prestigiosa lista de “I borghi più belli d’Italia”. Si tratta di Santa Severina, cittadina della provincia di Crotone abitata da poco più di duemila abitanti, arroccata su d’un crinale ad un’altitudine pari a 350 metri sul livello del mare. La sua fondazione è da attribuire all’antica popolazione degli Enotri, ma tra le pagine della storia locale compaiono anche i nomi dei Bizantini, dei Normanni, degli Angioini e dei Borboni.

Santa Severina - il Castello

Santa Severina - il Castello

I fasti di un passato degno di lode si possono tutt’oggi notare in ciò che d’allora è rimasto intatto. Nella suggestiva cornice naturale delle alture circostanti, difatti, spicca per magnificenza architettonica e fascino storico l’imponente castello normanno, risalente al secolo XI. Realizzato su una struttura preesistente di epoca romano-biazantina ha subito un meticoloso processo di ristrutturazione in epoca moderna (1991 – 1998) che lo ha restituito alla popolazione in tutto il suo splendore. Il mastio quadrangolare che ne costituisce la base è impreziosito, negli angoli, da quattro torri cilindriche e da altrettanti bastioni sporgenti, in corrispondenza delle stesse, che danno vita ad una fortificazione davvero straordinaria.

L’accecante sole calabrese che svetta sovente in un cielo sgombro di nubi è l’elemento che, grazie alla sua fervente lucentezza, permette alle pareti di questo antico complesso di brillare quasi come fossero argentee, conferendo all’insieme un frizzante tocco fiabesco.

A dominare la scena v’è anche la stupenda Cattedrale con impianto a croce latina risalente al XIII secolo. Dell’impianto originario, tuttavia, rimane solo il portale ad arco ogivale, ma al suo interno sono custoditi numerosi cimeli di pregio come una bolla redatta da papa Lucio III in quel di Anagni nel 1183, oppure un raro incunabolo del 1476.

E che dire poi del locale Battistero? Si tratta dell’unico esempio bizantino giunto praticamente integro fino ai giorni nostri. Un vero e proprio gioiello dalla forma circolare, avente quattro appendici ed affreschi databili tra il X ed il XV secolo.

Un mix di elementi incastonati nell’incantevole piazza Campo, così denominata a causa di un antico uso militare in qualità di piazza d’armi, restaurata con garbo tra il 1981 e il 1984. Dagli spuntoni rocciosi che adornano questo slargo è possibile lasciar spaziare il guardo dalle vette lussureggianti della Sila fino alle brillanti increspature del mar Jonio. Non manca poi l’opportunità di ammirare la volta celeste che l’estro dei progettisti ha riprodotto in travertino sulla pavimentazione di porfido. Si tratta di una grande ellisse divisa in dodici spicchi convergenti in una rosa dei venti che racchiude al suo interno il cosiddetto “occhio della conoscenza”. A impreziosire il quadro vi sono anche degli archi di circonferenza che si propagano simili a cerchi in uno stagno verso una riva composta di case. Un nota aggiuntiva di magia è conferita al disegno da una serie di iscrizioni riportanti misteriosi simboli astrologici ed alchemici.

Decorazione simile appare perfino nel giardinetto pubblico noto come “villa comunale”, dove due sistemi di sedute – in pietra del luogo – danno vita ad un sole orientato sulla base dei quattro punti cardinali. E quattro sono pure le piante di arancio che sorgono in loco a testimonianza dell’importanza che tale albero ricopre nell’economia del borgo.

A fronte di una simile varietà di punti d’interesse, come lasciarsi scappare l’opportunità di visitare Santa Severina?

(Foto di Drnico in Pubblico Dominio)

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