Una serie infinita di incontri meticolosi e lunghe sedute di discussione, seduti ai tavolini dei bar all’aperto; cataloghi dopo cataloghi; proposte su proposte. Finalmente si venne ad un accordo: per una banda di otto studenti senza un euro, tenda e zaino erano l’unica soluzione, per non trascorrere il mese di agosto nel caldo soffocante di una città semi deserta.
Per la meta una voce unica: le terre brulle, vicine ed accoglienti, della Puglia.
Auto cariche fino ad incastrare i passeggeri, un cielo terso e intenso, chilometri di autostrada davanti a noi: la nostra vacanza era iniziata! Quando si viaggia verso la Puglia non sono solo le indicazioni stradali a confermarlo, ma le immense terre piane bruciate dal sole, i campi di grano e le distese infinite di uliveti che dai bordi dell’autostrada si perdono a vista d’occhio verso l’interno.
La temperatura cominciava a salire e il sole sembrava picchiare più forte attraverso i finestrini aperti (in sostituzione dell’aria condizionata che non c’era). Ma il vento caldo in faccia… questo non l’avrei cambiato con nulla al mondo!
Qualche ora di viaggio su provinciali poco asfaltate, una gomma bucata e del fumo da un’auto: il bilancio di questo viaggio stava diventando pesante, ma Mattinata – per fortuna - era decisamente vicina.
Arrivati al nostro campeggio, Camping degli Ulivi - che non poteva che essere immerso in una distesa fresca e meravigliosa di ulivi secolari - depositati i primi bagagli, aprimmo le danze della composizione delle tende: lunghe ore di strategie e lavoro fisico, premiate alla fine con una saggia decisione, quella del primo bagno nell’Adriatico!
Dopo una decina di minuti e una corsa lungo una discesa di pietre e terra, arrivammo giù al mare. Stanchi morti, la spiaggia selvaggia, con la sabbia chiara e piena di sassolini, ci chiamava per offrirci un po’ di meritato riposo; seduti in mezzo ad una vegetazione incolta e l’acqua trasparente, gli occhi si riempivano di tutto lo splendore del litorale Garganico: dalle pareti alte e bianche delle rocce in lontananza, si diramavano colline floride che sembravano disegnate sul mare, una brezza continua accarezzava le onde portandosi dietro i profumi dei mandorli e dei fichi maturi.
In fondo c’era il centro di Mattinata, mucchi di case bianche e luccicanti per il sole che delineavano il profilo di una farfalla bianca, come si dice da queste parti, raccolta tra le colline di “Castelluccio” e “Coppa della Madonna”. Mattinata, con questa immagine un po’ surreale, conservava e conserva tuttora un’atmosfera antica e suggestiva, con i resti della sua necropoli, quasi sorvegliata da un’antica abbazia diroccata, che da lontano incuteva anche un certo timore.
Il nostro vicino di tenda, un veterano delle vacanze trascorse in questi posti, ci parlò di un centro fantastico, dalle stradine piccole e strette sempre piene di gente, con un profumo insistente di pane appena sfornato e una storica gelateria con il gelato al pistacchio più buono d’Italia! Di una strada panoramica mozzafiato, che dal centro portava alla scoperta di scorci di mare eccezionali, colline di ulivi e rocce bianche a circondare la piana; di baie deliziose – come quella di Mattinatella e Vignanotica - e calette nascoste raggiungibili solo via mare, di grotte naturali misteriose e bellissime come la Campana. Di distese selvagge di macchia mediterranea, racchiuse nel Parco Nazionale del Gargano a 40 chilometri da Mattinata, e di un’infinità di dettagli davvero affascinanti.
E allora la curiosità diventò incontenibile: decidemmo che la nostra vacanza e Mattinata non potevano più aspettare, e lasciammo il nostro vicino di tenda a guardia dei bagagli non ancora del tutto sistemati.
(Foto di Verity Cridland in licenza Creative Commons)
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