27 Febbraio 2010

C’era una volta un principe ligure… anzi c’è ancora

di Monia Melis (Blog Seborga. Alla Scoperta della nostra Italia)


Uno scorcio di Seborga

Uno scorcio di Seborga

È un Comune italiano, ma anche un Principato… In tutto conta poco meno di 400 abitanti questo borgo ligure dal duplice status, che rimanda ad altri tempi o alle enclave europee. Eppure a Seborga il principe convive con il sindaco, o meglio conviveva, perché fino al 2009 ha regnato Giorgio I. Adesso, dopo la sua scomparsa che ha commosso il paese si attende un degno successore, che può essere anche una principessa. La discendenza non segue infatti quella nobile, di sangue, ma il volere del popolo che esprime le sue preferenze.

Una storia curiosa questa del principe benvoluto, che non stride con i dettami della Costituzione. Seborga infatti è un Comune a tutti gli effetti, amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale regolarmente eletti. Allora perché il principe? C’è chi considera l’idea una trovata turistica, chi invece una particolarità di un paese di frontiera. Secondo i sostenitori il principato è sempre esistito, tanto che si appellano alla figura affascinante di un monaco-principe che un tempo gestiva il territorio e gli affari.

Seborga, un tempo appartenente ai conti di Ventimiglia, fu ceduto attorno al 954 ai monaci benedettini delle isole di Lerino, che si trovano al largo della Costa Azzurra, davanti alla città di Cannes. Nel 1660 i monaci guidati da un abate, considerato un principe, crearono a Seborga una zecca per battere moneta. Gestirono il paese-principato fino al 1729, anno in cui, pare senza registrare l’atto, cedettero il borgo alla Casa Savoia. Per uno strano paradosso storico anche il Congresso di Vienna del 1815, che riorganizzò l’ordinamento dell’Europa dopo la caduta di Napoleone, si dimenticò di Seborga. Da questo punto in poi la storia del paese ligure seguì quella dei Savoia e dell’Italia, prima l’annessione al Regno di Sardegna, poi l’entrata nel Regno d’Italia e quindi nella Repubblica.

L’elezione del principe Giorgio I avvenne nel 1963 e solo trent’anni più tardi, nel 1995, gli abitanti hanno approvato una Costituzione del Principato. Il principe, nel suo compito di fornire indirizzi di buona amministrazione, è supportato da 15 consiglieri o ministri, sorta di saggi con potere solo rappresentativo. Per supportare la causa del principato e per volere del principe è stata introdotta una moneta, il Luigino, che non ha alcun valore legale e che si può usare solo nelle botteghe locali. La Direzione del Turismo rilascia poi all’ingresso nel paese un passaporto turistico, oltre a bandiere e adesivi. Un tocco folkloristico che sia aggiunge a quello delle targhe automobilistiche da porre affianco a quella italiana, comunque obbligatoria anche per chi vive nel comune-principato.

Al di là dell’aspetto amministrativo e della storia intrigante del paese, Seborga merita comunque una visita.

Uno dei vicoli di Seborga

Uno dei vicoli di Seborga

È un centro di collina, tipicamente ligure. La sua posizione permette di godere dall’alto della vista della riviera di ponente, della vicina e molto frequentata Bordighera, ma anche delle spiagge d’oltrefrontiera di Nizza e Monaco. Alle spalle la cornice delle Alpi Marittime, d’inverno spesso innevate e meta del turismo di montagna. Fuori dalle mura medievali, anche le campagne di Seborga sono disegnate dalle terrazze coltivate, con cui l’uomo è riuscito a strappare alla collina a strapiombo della Liguria piccoli orti grandi quanto cortili, curati come giardini. Vi coltivano ulivi, ortaggi, eucaliptus, ma soprattutto i fiori. Seborga infatti è un paese dei fiori che gli abitanti vendono anche all’estero: in particolare mimose, ginestre e il verde ornamentale.

Passeggiare nel centro storico ben tenuto è un piacere, tra dipinti dei cavalieri sui palazzi e le case in pietra che si affacciano su piccole piazze e vicoli acciottolati. Si può anche incontrare la Polizia municipale locale, che assolve gli stessi compiti di quella di qualsiasi altro comune, ma è chiamata guardia ed è ben riconoscibile grazie all’uniforme che non passa inosservata. Da non perdere la chiesa parrocchiale di San Martino e il chiostro del Priorato con le sue colonne basse. Nel Palazzo del Governo, infine, per chi fosse interessato al cambio della propria valuta in Luigini, si trova la “Cassa dei Cavalieri di San Bernardo”. Il valore fissato è di sei dollari americani per ogni luigino.

Insomma Seborga è un “principato” tutto da scoprire!

(Foto di uno e due di Davide Papalini in licenza GFDL)

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