7 Aprile 2010

Una piazza virtuale per promuovere il territorio

di Maria Salerno (Blog Alcamo. Interviste Giornalisti)

Massimo Provenza, corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia e promotore di AlcaMondoBlog, progetto di informazione locale realizzato attraverso lo strumento innovativo del blog, racconta a Comuni-Italiani.it la sua città fra tentativi di rinnovamento socio-culturale, “rivoluzione dell’immondizia” e giornalismo partecipativo.

Come è nata in lei la passione per il giornalismo?
Mi è sempre piaciuto leggere, scrivere, documentarmi, conservare giornali, almanacchi, videocassette contenenti filmati storici e sportivi. La passione per il giornalismo, dopo una fase embrionale nella mia infanzia, si è sviluppata in me con il passare degli anni e ha preso consistenza definendosi allorché mi sono trovato a dovere scegliere gli studi universitari e la strada professionale da intraprendere. E’ una passione che nasce ogni giorno e che mi spinge ad amare questo mestiere al di là dei sacrifici che comporta.

Qual è la notizia su Alcamo che hai dato con più partecipazione emotiva?
Nessuna in particolare. Credo che il giornalista, nel pubblicare le notizie, abbia il dovere di rispettare il patto con i lettori e di mantenere un sereno distacco. Mi auguro di esserci riuscito, finora, il più delle volte.

Com’è cambiata Alcamo negli ultimi anni?
Alcamo è oggi una cittadina di 46 mila abitanti di cui 3 mila immigrati provenienti, negli ultimi dieci anni, soprattutto dalla Romania, dal Nordafrica (in cerca di sistemazione lavorando come badanti e come manodopera per l’agricoltura e per l’artigianato) e anche qualche decina di cinesi (quest’ultimi hanno aperto negozi soprattutto di abbigliamento e conducono una vita autonoma che denota scarsa esigenza di integrazione sociale).

Il territorio alcamese è in una posizione strategica, equidistante da Palermo e da Trapani nonché dai due rispettivi aeroporti, con il mare a 6 chilometri dal centro urbano (Alcamo Marina del resto è molto vicina alla splendida Castellammare del Golfo), il monte Bonifato con la sua Riserva naturale, siti archeologici, castelli, campagne dai cui vigneti viene prodotto il prestigioso Vino Alcamo Doc. Da pochi mesi, ad Alcamo è attiva una delle due Enoteche regionali siciliani. Ma l’agricoltura è sempre più in ginocchio. Decolla lentamente il turismo.

Dopo le cruente guerre di mafia, a partire dalla metà degli anni ‘90 del secolo scorso ad Alcamo si è cominciato a respirare un clima di relativo rinnovamento socio-culturale, ma poi si è registrato un progressivo appiattimento culturale. I tentativi di risalire la china e di creare sviluppo si sono concretizzati sulle prime con l’avvio e il completamento di importanti opere di riqualificazione di beni storici, e tentando di conferire slancio a determinate attività produttive. Sono stati restituiti al proprio antico splendore il trecentesco Castello dei conti di Modica, il seicentesco Collegio gesuitico e altre opere monumentali di particolare pregio: chiese, ex chiese ed elementi artistici di cui il centro storico alcamese è, da secoli, ricchissimo. Si è puntato con successo alla realizzazione di nuove aree industriali, consorzi di fabbriche che esportano con successo prodotti tipici all’estero, ma proprio lo sviluppo di tali fabbriche e, in particolare l’insediamento in lotti di recente assegnati, è tuttora rallentato da lungaggini burocratiche e crisi economica. Piccoli artigiani e commercianti soffrono. Vengono aperti numerosi negozi in franchising, qualche nuovo supermercato, ma a fronte di un quasi parallelo aumento delle chiusure di attività.

Imprenditori locali stanno portando avanti un progetto anche sportivo per riportare il basket alcamese (in particolare quello femminile) sui parquet della massima serie nazionale, così come sono attive nei piani alti della pallamano nazionale due società anch’esse alcamesi (lo scorso mese di gennaio la nazionale di handball ha giocato proprio ad Alcamo, nel palasport D’Angelo recentemente costruito, le gare di qualificazione ai Mondiali). Mentre è attiva la rinomata Scuola calcio Adelkam che organizza da oltre vent’anni il torneo giovanile “Costa Gaia”, ma d’altro canto non si riesce a sviluppare un progetto societario che possa rinverdire i fasti dell’Alcamo Calcio protagonista negli anni ‘70 e ‘80 di epiche imprese sui campi della serie C e C2. I tempi cambiano.

E sul versante dei luoghi di ritrovo per giovani ma anche meno giovani, non va tralasciato che Alcamo si conferma un polo di attrazione per chi proviene dai centri limitrofi: la città offre davvero molto in termini di punti di riferimento serali e notturni (pub e ristoranti) e, da qualche tempo, anche con sale per ricevimenti. Non mancano le manifestazioni organizzate da enti teatrali e musicali, mostre.

Quali sono le emergenze del territorio?
Le emergenze del territorio sono tante. A cominciare dalla crisi del settore agricolo (trainante da secoli l’economia alcamese) e, quindi, di tutto l’indotto e degli altri settori economici che naturalmente ne vengono investiti, per proseguire con l’inadeguatezza - che si trascina da decenni e decenni - di un servizio d’importanza primaria qual è l’approvvigionamento pubblico dell’acqua potabile.

E ancora: il disagio giovanile a cui sono legati il consumo di droghe e l’abuso di alcolici. La necessità di un piano di protezione dall’indiscriminata trasformazione di terreni agricoli in discariche abusive di rifiuti tossici. Così come l’esigenza di una rete fognante ad Alcamo Marina e che vengano rispettati i tempi di scadenza di lavori pubblici che creano disagio alla regolare circolazione stradale, agli esercenti e ai residenti. Lo scorso anno è emerso un caso riguardante le condizioni di manutenzione in cui versano i piloni dell’autostrada A29 nella zona di Alcamo, ma l’Anas ha gettato acqua sul fuoco affermando che è tutto sotto controllo. Ma soprattutto: il Comune di Alcamo “arruola” quasi mille dipendenti, ed enormi sono le sacche di lavoratori precari.

Si tratta di una situazione che rappresenta lo specchio di un tipo di politica più attenta ai serbatoi di voti che alle esigenze soprattutto delle nuove generazioni. Il già citato appiattimento culturale fa il paio con la fuga da parte di tanti giovani i quali, pur essendo molto legati alle bellezze e alle potenzialità inespresse del territorio di Alcamo, non trovano risorse per valorizzarle e per affermarsi professionalmente in un contesto socio-economico inadeguato. Ma c’è sempre qualcuno, comunque, che ritorna dopo qualche anno di esperienza da studente, stagista o lavoratore a tempo determinato in altre località italiane o estere, e a mettersi in gioco nella terra che lo ha cresciuto.

Un’altra emergenza riguarda quella del potenziamento ospedaliero. Da trent’anni si parla di creare un nuovo e più funzionale Ospedale ad Alcamo e sembra in dirittura d’arrivo un’intesa con la Regione Siciliana proprio a tale scopo.

Comunque, va anche detto che ad Alcamo, l’ultima manifestazione di protesta popolare è avvenuta lo scorso mese di dicembre: riguardava la crisi del mercato vitivinicolo e del grano. Nell’ultimo decennio sono spuntate come funghi, nel territorio di Alcamo, aree per la rivendita di automobili: e del resto, la presenza di migliaia di auto fiammanti e costosissime, in giro per le vie della città, sembrerebbe voler dimostrare una diffusa opulenza. Ma è proprio così? Intanto si parla sempre di attuare il Piano del traffico urbano, di combattere l’abuso di autovetture, si chiedono maggiori controlli da parte dei vigili urbani accusati di agire soltanto in determinate zone e non in altri punti della città in cui si creano ingorghi. Poi però ci si lamenta se diventano troppo fiscali. Da non snobbare, inoltre, è l’emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti urbani, anche se negli ultimi tempi gli alcamesi hanno risposto con una certa maturità alle esigenze che la “rivoluzione dell’immondizia” impone in termini di raccolta differenziata e rispetto delle relative regole.

L’anno scorso Alcamo si è costituita parte civile nel procedimento penale, per reati di mafia, usura ed estorsioni, in seguito alle operazioni di Polizia (Operazione “Abele”) e dei Carabinieri (Indagine “Cemento Libero”): un passo verso l’affrancamento dal giogo mafioso?
L’affrancamento dal giogo mafioso dipende dalla volontà di tutti. Esistono - e non soltanto in Sicilia - tante forme di mafia, di cui cambiano col tempo gli aspetti ma non la sostanza. La mafia oggi comincia tra i banchi di scuola, con gli atteggiamenti tipici di chi intende sopraffare e sentirsi spertu (furbo, ndr). E’ un fenomeno molto complesso e, come è dimostrato dagli studiosi e dagli stessi inquirenti, sempre più mascherato.

C’è un posto che - chi arriva ad Alcamo - non può assolutamente tralasciare di visitare?
Chi arriva ad Alcamo farebbe bene a visitare tutto il suo territorio, dalla montagna al centro storico, dai siti archeologici alla lunga e dorata spiaggia di Alcamo Marina.

Da Alcamo e dintorni, recentemente è nato un esperimento di giornalismo partecipativo: AlcaMondoBlog, ci vuole raccontare quest’esperienza?
Ho avviato AlcaMondoBlog nell’ottobre del 2009 e in circa quattro mesi ha raccolto 30 mila visite e oltre 300 commenti da parte dei suoi lettori. Si tratta di un esperimento, appunto, per constatare se siano maturi i tempi per avviare anche su Internet un quotidiano d’informazione locale approfondita e che dia a tutti la costante possibilità di confrontarsi e di avere a disposizione un punto di riferimento virtuale per proporre a attuare progetti concreti. Pur non essendo un giornale, AlcaMondoBlog ha posto all’attenzione dei lettori alcuni argomenti di interesse pubblico e ha riscosso un discreto successo, essendo fruito da cittadini che credono nel valore dell’informazione a livello innanzitutto locale e del confronto con le realtà che li riguardano più da vicino.

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