3 Maggio 2010

Tavolara, il regno più piccolo del mondo

di Monia Melis (Blog Olbia. Alla Scoperta della nostra Italia)

L'isola di Tavolara

L'isola di Tavolara

L’isola di Tavolara è spesso avvolta da una piccola nube, una specie di cappello che caratterizza il suo profilo, già così originale. L’isola è infatti un grosso costone roccioso di forma quasi rettangolare, con un’altezza vistosa rispetto alla sua superficie che supera infatti i 500 metri. Si trova nel golfo davanti a Olbia, capoluogo insieme a Tempio Pausania della nuova provincia e della storica regione della Gallura.

La piccola isola (in tutto sono seimila metri quadri di roccia, sabbia e macchia mediterranea) rientra nel territorio di Olbia, si tratta di suolo italiano anche se sono tanti i proprietari che si contendono questo gioiello, circondato dal mare e a pochi chilometri dalla costa. Non ci sono abitanti permanenti, solo qualche casa, ristoranti e tantissimi frequentatori estivi.

Però solo metà dell’isola di Tavolara è visitabile, l’altra è inaccessibile perché appartiene alla Nato che vi ha posto un deposito militare con una stazione radiotelegrafica a onda lunga per comunicare con i sommergibili che spesso transitano in queste acque. È una delle tante aree sarde su cui vige il divieto di accesso per servitù militare.

Tavolara comunque fa parte del panorama e dell’immaginario comune del golfo sia di Olbia sia di una nota località turistica, Porto San Paolo. Tanto che la sua sagoma, ingombrante e ben riconoscibile, è diventata un simbolo del territorio. Tavolara è imponente sul mare e, a seconda della prospettiva, sembra un prolungamento della terraferma, o meglio, dell’isola madre, la Sardegna.

La famiglia Bertoleoni

La famiglia Bertoleoni

Questo piccolo territorio è anche la sede del regno più piccolo del mondo, non riconosciuto da tutti, a dire il vero… Non di certo dallo Stato italiano, né dalla Regione. Anche se la battaglia dei discendenti della prima famiglia reale dura da molti decenni, e sono stati chiamati in causa anche i Savoia e gli Windsor. Ma i galluresi sono comunque affezionati a questa curiosa storia fatta di persone e leggende.

L’unico riconoscimento ufficiale è quello dato dalla regina inglese Vittoria che nell’Ottocento inserì anche la foto della famiglia reale dei Bertoleoni di Tavolara nella collezione di ritratti provenienti da tutti i regni del mondo. Ancora oggi la fotografia è conservata nel museo di Buckingham Palace a Londra, sopra la scritta recita: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo».

La famiglia Bertoleoni arrivò nell’isola e nella costa sarda nel Settecento, con una nave da Genova. Dopo essersi fermata in vari isolotti, scelse Tavolara, di cui fece la sua residenza dedicandosi, pare, all’allevamento delle capre.

La tomba del re

La tomba del re

Secondo la storia, o la leggenda, Tavolara appartiene ai Bertoleoni grazie a un titolo di origine sabauda ottenuto da Paolo, il capostipite. In occasione di una visita del re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, si presentò al sovrano come il re della piccola isola. E ci fu una nomina nobiliare un po’ frettolosa. Da allora iniziò la stirpe, il piccolo re prese sul serio il cambio di status: fece dipingere uno stemma sulla sua casa e costruire un piccolo cimitero reale con tanto di corone incise sulla lapidi. Proprio qui, poco tempo fa, è stata sepolta l’ultima regina, moglie di un discendente.

La famiglia esiste ancora e attualmente gestisce due piccoli ristoranti nell’isola, uno con nome significativo ”Da Tonino, re di Tavolara“.
In realtà la piccola isola è contesa anche da un’altra famiglia, quella dei Marzano con cui i Bertoleoni hanno avuto diverse contese giudiziarie.

Tavolara ora rientra nella competenza amministrativa del comune di Olbia ed è pure in un’Area Marina Protetta, un organismo di tutela che comprende 15mila ettari di mare e coste fino a San Teodoro, da Capo Ceraso fino a Punta l’Isuledda.
Tavolara, oltre al fascino della sua storia, ha infatti un indubbio valore ambientale. Qui, fino a qualche decennio fa, viveva la foca monaca, ora estinta; ed è anche il luogo scelto da numerose specie di uccelli protetti per nidificare, oltre ad essere l’habitat di tante capre selvatiche. L’intera area è un susseguirsi di insenature e piccole calette, incorniciate dal verde della macchia mediterranea, che seguono un andamento della costa molto frastagliato.

Un luogo insomma, non anonimo per aspetto e storia!

(Foto uno di Lupanino in Pubblico Dominio, foto due di Mikolaj Kirschke in Licenza GFDL, foto tre in Pubblico Dominio)

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