29 Maggio 2010

Una città più colorata e culturalmente viva

di Maria Salerno (Blog Rosolini. Interviste Giornalisti)

Giornalista professionista, conduttore del programma Dolceamaro in onda tutti i giorni su Video Mediterraneo e Mediterraneo Sat canale 842 di Sky, Alessandro Baglieri, ha sempre fatto della “ricerca della verità”, l’elemento propulsore del suo essere. La sua carriera inizia prestissimo - all’età di 14 anni - quando inizia  a fare lo speaker radiofonico in una radio locale di Rosolini e da lì il suo amore per il mondo della comunicazione non si è mai interrotto.

Quando ha deciso che da grande avrebbe fatto il giornalista?
La mia è stata una scelta quasi naturale, un’evoluzione del mio modo di vivere. All’età di 9 anni sono entrato per la prima volta in una radio privata di Rosolini, si chiamava ‘Radio Noi’. Da lì è nato il mio amore per il mondo della comunicazione. Ho cominciato un po’ come tutti con le classiche dediche e richieste, poi mi sono occupato di programmi un po’ più seri fino a quando all’età di 18 anni sono andato a finire nella redazione del radiogiornale. Quello mi sembrava lo sbocco naturale di tutti gli anni di gavetta passati dietro i microfoni. Fin da subito ho avuto le idee chiare su come sarebbe stata la mia vita, davanti a una telecamera o dietro a un microfono o con un taccuino pronto a raccontare la realtà e, un po’ sognatore, a smascherare i misfatti italiani.

Ci descriva Rosolini, in dieci parole…
… piccola, poco vivibile, che da poche opportunità, ma solare, sicilianissima, dove si mangia bene, dove sono vivi ancora i valori di una volta, piena di giovani con tanta voglia di fare, legata alle tradizioni, fervente cattolica.

Quali sono i luoghi di Rosolini a cui si sente più legato?
L’oratorio dove sono cresciuto e dove ho passato grande parte della mia giovinezza in compagnia del parroco ormai in pensione, monsignor Corrado Contarina e la sede di Radio Noi che porto sempre nel cuore.

Qual è la notizia relativa a Rosolini che ha dato con più piacere?
La scelta del sindaco di investire nella cultura puntando sulle eccellenze della città per valorizzarle e dare loro ampio spazio e l’acquisto del capannone di proprietà del Consorzio Agrario da parte del Comune per farne un centro congressi e un luogo di ritrovo per i giovani della città.

Esiste una qualche forma di informazione locale a Rosolini? Come si caratterizza?
Sotto questo punto di vista la città di Rosolini è molto attiva, sono, infatti, presenti due quindicinali e due mensili che vengono pubblicati regolarmente, anche se incontrano non poche difficoltà. Uno di questi, il Corriere Elorino, è una vera e propria istituzione con oltre 25 anni di vita e grazie all’intuizione del suo primo direttore ormai scomparso, Gigi Perricone (che fu anche il mio primo direttore), arriva in tutto il mondo attraverso gli abbonamenti così da essere il vero punto di unione per tutti gli emigranti rosolinesi.

Cosa non le piace di Rosolini e cosa cambierebbe?
La vorrei molto più colorata e molto più viva da un punto di vista culturale.

Qual è secondo lei il futuro della professione giornalistica?
La vedo sempre più orientata verso il web e le nuove tecnologie, ma spero non dimentichi mai il giornalismo di inchiesta.

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