5 Luglio 2010

Un comune che “pedala in alto”

di Sofia Riccaboni (Blog Apricale. Alla Scoperta della nostra Italia)

Scorcio del centro storico

Scorcio del centro storico

Nell’estremo entroterra ligure di Ponente, a due passi dalla Francia, a circa 300 metri sul livello del mare, lasciando l’autostrada a Bordighera e viaggiando sulla strada statale Aurelia, troviamo questo piccolissimo comune, di soli 578 abitanti, Apricale.

Un borgo caratteristico, in cima a una altura, che ci da quasi l’impressione, arrivando, che le case scendano a cascata una sull’altra, in gironi concentrici. Passeggiare per questi vicoli, tra i tipici carruggi, si possono notare i tanti affreschi murali di artisti contemporanei, dai colori vivaci e con soggetti di vita contadina o paesaggi dell’entroterra, dipinti che si affacciano tra i resti delle torri e delle mura, sulle scalinate, sotto i passaggi coperti che uniscono due abitazioni.

Nonostante le origini della comunità risalgano al periodo preistorico, il paese mantiene una originale struttura medievale, con tre porte che, dalla cinta muraria ancora conservata, permettono l’accesso al borgo.

Da vedere assolutamente quel che resta del castello che fu di proprietà dei conti di Ventimiglia e poi dei Doria, situato proprio in cima al colle, vicino alla chiesa della Natività di Maria. Sono ancora presenti la torre (ora trasformata in campanile e su cui è installata una bicicletta rivolta verso il cielo), alcune parti delle mura esterne e alcuni ambienti interrati, che vengono oggi utilizzati per mostre ed esposizioni d’arte. E’ qui, negli appartamenti di questo castello, detto anche “della lucertola” per la sua posizione esposta al sole che lo accomuna alla bestiola, che  la contessa Cristina Anna Bellomo, sospetta di tradimento con il figlio dello Zar di Russia, nel 1904 venne assassinata dal marito geloso.

Subito sotto al castello si apre la piazza Vittorio Emanuele, con la sua splendida  fontana nella loggia coperta vicino al municipio.  E’ da questa piazza che potrete anche risalire, grazie alla caratteristica rampa a gradoni alla chiesa della Natività. Ma sicuramente merita una visita anche la piccola chiesetta di Santa Maria in Alba, con i suoi stupendi affreschi risalenti al Cinquecento e al Seicento.

E’ un paese con una tradizione antica, le cui regole sono state scritte negli statuti cittadini già nel 1267, i primi in Liguria. Una comunità gelosa delle sue tradizioni, dei suoi pochi ma significativi averi e anche del suo isolamento. Proprio questo forse ha permesso al paese di Apricale di mantenere un ambiente integro e il paesaggio ben conservato.

E forse proprio grazie a queste peculiarità l’amministrazione è riuscita ad ottenere ben tre certificazioni, ISO 14001, ISO 9001 e OHSAS 18011. Un record di certificati di qualità ambientali che pochi comuni italiani possono vantare e che indicano tutti una qualità del vivere e della ospitalità d’eccellenza, tanto da portare questo piccolissimo paesino ligure ad ottenere la famosa Bandiera Arancione che viene assegnata dal Touring Club Italiano e che è marchio di qualità turistico ambientale dell’entroterra.

Visitando Apricale non dimenticate di assaggiare il suo olio d’oliva, delicato come si confà agli oli liguri, ma non frenatevi nemmeno davanti al dolce tipico locale, la pansarola. Preparato con farina, zucchero, uova, liquore all’anice, logicamente olio extravergine di oliva, sale e lievito per dolci, va consumato caldo, ma è ottimo anche freddo. Sono dolci frittelle cui ogni anno viene anche dedicata una sagra in settembre e che viene servito abitualmente con una crema di zabaione.

(Foto di Berthold Werner in licenza GFDL)

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1 commento a “Un comune che “pedala in alto””

  1. Parpuin scrive:

    Una descrizione accurata e bellissima di un paese, Apricale, che conosco e che “amo” proprio per le sue caratteristiche medioevali rimaste intatte e preservate con cura. Giovanna

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