24 Luglio 2010

Il borgo di Montebello e la sua leggenda

di Sofia Riccaboni (Blog Torriana. Alla Scoperta della nostra Italia)

Azzurrina

Castello di Azzurrina

Trovare il castello di Montebello non è semplicissimo, perchè su molte carte geografiche non è segnalato. Uscendo dall’autostrada a Rimini nord e seguendo le indicazioni per Santarcangelo di Romagna e Torriana, si arriva facilmente a trovare il primo cartello che indica “Castello di Azzurrina”: Si, perché a differenza dei tanti manieri che si trovano nella zona romagnola questo viene citato per la scomparsa in circostanze misteriose della piccola Azzurrina.

Ci si arrampica per una strada che ricorda, senza grande sforzo, il camminamento che facevano nel medioevo i soldati che tentavano di espugnare la fortezza, di origine militare. Una strada stretta, che unisce il comune di Torriana alla frazione di Montebello, dove sorge il castello.

Il borgo è conservato bene, anche se sono evidenti i rifacimenti moderni, ma riguardano esclusivamente la parte bassa, quella che sta ai piedi della fortezza, che invece ha mantenuto tutto il suo fascino. Partendo dalla scala in pietra e ciotoli, che porta sino all’ingresso. Sotto il sole battente delle due del pomeriggio di una giornata di luglio si arriva al portone di accesso al cortile con una gran voglia di ombra. Necessità subito soddisfatta all’interno, dove le larghe mura conservano una temperatura sicuramente più piacevole dei 38 gradi esterni. Il castello è tutt’ora di proprietà dei conti Guidi di Bagno, che ne abitano anche una parte, ma concedono, previo pagamento del biglietto, di visitare sia la parte rinascimentale che quella più antica e scevra di ristrutturazione di epoca medievale.

Si passano così, via via, le varie stanze, prima degli appartamenti rinascimentali, con arredi dell’epoca e curiosità interessanti, come l’armadio cassaforte che pesa oltre 1000 chili, assemblato direttamente all’interno della stanza già all’epoca e che nasconde, tra le tante borchie che lo decorano, la serratura. Oppure la bellissima credenza, mobile in legno che deriva il suo nome dall’usanza di far assaggiare il cibo al “credenziere” per verificare che non fosse avvelenato, prima di servirlo agli ospiti, rassicurati dal fatto che il servo del padrone di casa fosse ancora vivo.

Lo stacco tra la zona rinascimentale e quella medievale del castello è netto. D’improvviso si scende una scala e si arriva a una scaletta stretta e sconnessa, che nasconde un paio di trabocchetti: un gradino di altezza differente e la porticina che esce sul camminamento più bassa di quanto sembra. Due sistemi pratici per cercare, in caso di invasione da parte del nemico, di ostacolare il più possibile l’avanzata. Uscendo sul camminamento la vista è spettacolare. Si può ammirare tutta la vallata, si vedono distintamente sia San Marino che altri castelli posizionati li vicino. Era sicuramente una postazione militare molto ben organizzata e posizionata. Entrando nel lato medievale del castello, l’atmosfera sfarzosa degli arredi visti in precedenza viene abbandonata per lasciare spazio a stanze più spoglie. I passaggi si fanno via via più stretti e scomodi e le scale più ripide.

Sicuramente il momento di maggiore intensità emotiva è la visita alla stanza da cui la piccola Azzurrina pare sia scomparsa il 21 giugno 1375. Le luci diffuse azzurre sicuramente contribuiscono a condizionare i visitatori e l’atmosfera è veramente suggestiva. Soprattutto quando, in un silenzio quasi irreale, si ascoltano le registrazioni fatte nei vari anni che sembrano testimoniare la presenza di voci di una bimba. Insomma un’esperienza intensa che merita di essere vissuta.

Ma la visita a Montebello non può e non deve terminare con il castello. Il borgo infatti può riservare fantastiche emozioni. Il silenzio, anche qui, è quasi irreale. Si sentono solo le cicale, le auto sono troppo lontane per poter dare fastidio. Si può tranquillamente passeggiare per le viette del piccolo agglomerato di case, pulito, ordinato, ogni rumore sembra disturbare un equilibrio particolare e delicato.

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