18 Dicembre 2012

La tradizione all’ombra dei colli euganei

di Andrea Bonfiglio (Blog Teolo. Interviste Scrittori)

Lo scrittore Luigi Bernardi, autore del saggio filosofico  “Spirito di contraddizione - Delle effimere certezze” (Sovera Editore), intervistato sulla sua città Teolo per Comuni-Italiani.it

Come nasce in lei la passione per la letteratura e come riesce a farla convivere i doveri quotidiani?
Certamente la passione per la letteratura mi ha accompagnato fin dai primi anni di scuola e mi ha permesso successivamente di allargare gli spazi di approfondimento e di ricerca sulle istanze sempre più dibattute dell’esistere, nei suoi risvolti socio-culturali, etici, morali.
L’attingere continuo alle fonti della letteratura, della storia, della filosofia, delle arti e delle scienze mi ha fatto percepire il legame stretto, interconnesso fra queste discipline, acquisendo nel contempo una visione sempre più ampia ed eclettica del mondo. Nel 2001 ho pubblicato un saggio filosofico dal titolo “Spirito di contraddizione” (Sovera Editore) composto in aforismi, poesia e prosa, premiato nel 2002, alla XX Edizione del Premio Nazionale “C. Pavese - M. Gori” in Chiusa di Pesio. La difficoltà a coniugare spesso l’attività lavorativa e gli impegni famigliari con l’esigenza di continuare nello studio di queste tematiche, volte al mio percorso interiore, ha fatto sì che la comprensione di ogni momento della vita, di ogni azione, di ogni dialogo sia arricchente in termini di significato e che ogni occasione di conoscenza sia fonte di felicità. Negli ultimi due anni ho avvertito come preminente la necessità di comunicare le mie emozioni, i miei stati d’animo attraverso la delicata egida della poesia, partecipando a numerosi concorsi letterari conseguendo significativi riconoscimenti.

Abbazia di Praglia

Abbazia di Praglia

Se in un suo libro dovesse rappresentare Teolo cosa scriverebbe?
Se dovessi scrivere un libro rappresentando il mio paese sicuramente partirei dal suo territorio così variegato e proporzionalmente distribuito fra pianura e collina. Il nome di Teolo, derivato dal latino “Tutulus“, riferito ad un caratteristico cappellino appuntito usato dalle matrone etrusche, è dovuto alla particolarità delle alture circostanti e per essere posto a cavallo del valico fra est ed ovest dell’acrocoro euganeo centro-settentrionale. Dal 1989 il territorio ricade, per la maggior parte, sotto la tutela del Parco Regionale dei Colli Euganei. Il vasto territorio di Teolo, che è suddiviso in ben dodici frazioni, ha conosciuto in questi ultimi anni un forte incremento della popolazione proveniente dalla vicina città di Padova. L’attività agricola predominante negli anni 60/70 ha lasciato gradualmente il posto ad insediamenti industriali e commerciali che ne hanno in parte modificato l’assetto economico e morfologico delle aree urbane. La popolazione è rimasta comunque ancora legata ai valori tradizionali della famiglia e del lavoro. Generosa ed ospitale, ha conosciuto finora un indiscutibile avanzamento sociale, dando così un impulso maggiore all’organizzazione dei servizi nel territorio, alla sua salvaguardia ed alla valorizzazione delle sue specificità.

Cosa ha da offrire la sua città, in termini di opportunità culturali e artistiche, ai suoi abitanti ed ai visitatori?
Le opportunità culturali ed artistiche a Teolo di certo non mancano, grazie alle iniziative della locale Pro Loco, in primis la manifestazione di “Teolo Estate” in Piazza T. Livio (località Bresseo)  che nell’arco degli ultimi tre anni ha predisposto ben oltre 90 eventi di musica, teatro, cabaret, folklore e degustazione di prodotti tipici. Altra importante manifestazione culturale estiva è “La Festa del Villeggiante”, in Piazza Perlasca, dove si svolgono proiezioni di film all’aperto, serate danzanti e cabaret. Nella seconda domenica di ottobre si svolge l’antica Fiera di Bresseo che riscuote sempre un notevole successo di pubblico. L’occasione si presta a diverse iniziative come “La Festa del biologico”, “La Festa del Bambino”, la Mostra dell’Artigianato locale e la dimostrazione degli antichi mestieri. Nella Piazza del mercato, sempre a Bresseo, si svolgono nel mese di dicembre i caratteristici mercatini di Natale con intrattenimenti dedicati ai bambini, prelibatezze ed oggettistica natalizia.
Dal 15 Aprile al 15 Ottobre, nei fine settimana, al Palazzetto dei Vicari è aperto il Museo d’Arte Contemporanea intitolato all’artista Dino Formaggio che ne è stato il promotore e il donatore del patrimonio, che è arrivato a contare più di 200 opere. Nell’arco degli ultimi cinque anni il museo ha ospitato circa una quindicina di mostre personali di pittura ed incisione.

Qual è il luogo della città che preferisce?
Un luogo che mi ha sempre particolarmente colpito per il suo monumentale complesso e per la sua storia millenaria è certamente l’Abbazia di Praglia. Un luogo di silenzio e di preghiera per i monaci benedettini che vi si stabilirono intorno all’XI secolo, in seguito alla donazione dell’originario castello di proprietà di Maltraverso de’ Maltraversi, nobile padovano. Il monastero fu aggregato, dopo alterne vicende, alla Congregazione di Santa Giustina di Padova. I lavori per la costruzione della Basilica, iniziati su disegno di Tullio Lombardo nel 1490, furono terminati solo nel 1548. Superata la larga scalinata che introduce alla Basilica, si offre all’interno un magnifico esempio di leggerezza ed eleganza del più raffinato Rinascimento. Molte le opere del Varotari, di D. Campagnola, di G.B. Zelotti. Dal portone del Monastero si entra nel primo chiostro, il cui lato sud è occupato dal laboratorio per il “restauro del libro”, dove vengono pazientemente ricomposti manoscritti, pergamene, incunaboli, libri preziosi. Dallo scalone settecentesco, opera di Benedetto Canella (1712), si accede attraverso corridoi al chiostro pensile, costruito nel 1495, allo stesso livello della Chiesa, con puteale nel mezzo. A levante del chiostro pensile compare una loggetta detta del Fogazzaro, dove a quanto pare il romanziere vicentino vi trasse lo spunto per la sua opera “Piccolo mondo moderno”.

Quali sono, a suo dire, i simboli che meglio rappresentano l’essenza di Teolo?
Le numerose chiese e capitelli che si incontrano lungo le strade e per le vie del territorio sono la testimonianza più chiara ed evidente della devozione e della religiosità, l’essenza stessa che pervade ogni singola persona di questa comunità. La costante presenza dei monaci benedettini in questo scenario unico dei Colli Euganei, ed a Teolo in particolare, ha influito non poco, nel corso dei secoli, sulle quotidiane vicissitudini degli abitanti. L’agricoltura portata avanti anche fuori dai confini del Monastero con sapiente lungimiranza e preparazione dai religiosi, conformatisi alla regola di San Benedetto, “ora et labora”, ha fatto sì che in questi luoghi non si verificassero mai sacche di miseria e di povertà. Occasione di riparo e di rifugio per molta gente, anche negli ultimi eventi bellici, ha conferito, da parte dell’opinione pubblica locale, ancora più gratitudine e rispetto a questa comunità monastica.
Altro simbolo più profano ma non meno distaccato dal tema è la produzione vitivinicola ancora fiorente nel territorio. Le qualità organolettiche del vino prodotto in questo luogo sono senz’altro dovute principalmente alla fertilità del terreno di origine vulcanica ed alla felice esposizione dei vigneti. Nel 1969 è stato esteso a tutti i vini pregiati, dal merlot al moscato, inseriti all’interno di tutto il comprensorio dei Colli Euganei, il marchio della “denominazione di origine controllata”.

Un forestiero le si avvicina per strada e le chiede un suggerimento per un itinerario turistico cittadino. Dove lo indirizza?
Sicuramente un itenerario turistico alquanto suggestivo ha inizio con la visita all’antica Abbazia di Praglia ai piedi del Monte Lonzina. Proseguendo poi per il lungo rettilineo alberato di platani ci si immette sulla provinciale, alla destra, e si prosegue per Bresseo dove si può ammirare subito all’entrata del paese la magnifica Villa Cavalli-Lugli (XVII secolo). Quindi, sempre proseguendo per la provinciale si arriva a Treponti, sede del comune di Teolo e notevole centro commerciale ed industriale. A due chilometri da Treponti troviamo Villa di Teolo, antico borgo medioevale con trecentesco campanile. Da qui inizia la panoramica salita che, a serpentine ed a tornanti, porta a Teolo, con al centro il cinquecentesco Palazzetto dei Vicari, ora sede museale. Da Teolo per un’ampia strada asfaltata si può salire, attraverso il Passo delle Fiorine, ad un versante del panoramico Monte della Madonna (523 m. s.l.m) dove sorge un piccolo santuario del 1253, recentemente restaurato. Da questa posizione si può ammirare uno splendido paesaggio scorgendo nelle limpide giornate, in lontananza, anche la laguna di Venezia.

Qual è un motivo per cui andar fiera di vivere in questa città e quale, invece, uno per cui non esserlo?
La storia di questo paese è stata da sempre contrassegnata da una forte impronta laboriosa della sua gente. Il lavoro è stato concepito oltre che come fonte e scopo primario di sussistenza anche come  predisposizione allo spirito di ricerca ed innovazione. La tecnologia in questo senso ha aiutato negli ultimi anni a conseguire la massima espressione creativa, a ricercare nuovi modelli di sviluppo da applicare nei vari settori in cui si opera. Parimenti se da una parte si può essere orgogliosi dei traguardi fin qui raggiunti, dall’altra non si può negare il poco tempo che oggi rimane da dedicare  alla famiglia ed in primo luogo ai figli, ai rapporti con la collettività, agli altri interessi legati al tempo libero: sport, hobby, eventi culturali.

Qual è il suo ricordo personale più bello legato alla città?
Ricordo quand’ero ragazzo le molte gite in bicicletta che si facevano con gli amici, visitando in lungo e in largo i luoghi più caratteristici dei Colli Euganei. Era diventata una tradizione il lunedì di Pasqua, di primo mattino, predisporre una comitiva di amici con scorte alimentari, tavolino da campeggio, una pentola, stoviglie, una tanica da riempirsi d’acqua durante il percorso e portarsi in bicicletta fino all’inizio della salita per Teolo. Poi si proseguiva a piedi, dato l’ingombro del materiale, salendo una scorciatoia che ci portava in poco tempo direttamente al centro del paese. Una volta arrivati si faceva una breve pausa e ci si inoltrava nuovamente per un altro sentiero fino ad arrivare alla nostra meta finale: l’Oratorio di Sant’Antonio Abate. Una piccola chiesetta con campanile, situata alle pendici del Monte della Madonna, restaurata qualche tempo fa, con una vicina grotta che si dice abbia uno sbocco nel versante opposto del monte. Si preparava nel frattempo un sostanzioso pic-nic all’aperto, predisponendo anche un focolare con delle pietre e un po’ di legna secca. Nel pomeriggio, attraversando il vicino Passo Fiorine affollato di gente per la consueta gita fuori porta, proveniente soprattutto da Padova, si scendeva a Teolo per il rientro a casa e per assaggiare, di sfuggita, anche degli ottimi gelati al bar centrale. Erano momenti davvero unici dove l’amicizia, la condivisione, la stima reciproca diventavano componenti essenziali del nostro stare insieme. Purtroppo come tutte le cose preziose durano assai poco nel tempo e ci si accorge del loro valore solo quando ci vengono a mancare.

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