Andrea Mazzoleni, membro dell’Organizzazione Sociopsichiatrica del Canton Ticino e di numerose altre prestigiose associazioni che spaziano dal campo medico, politico a quello giornalistico, parla incantato della sua città natale Como, nonostante l’abbia dovuta lasciare per lavoro. Il lago, il faro di Brunate, Villa Olmo e tanto altro ritornano alla mente, suscitandogli ancora profonde e indelebili emozioni.
Come è nata la sua vocazione di giornalista prima e politico poi?
Durante la mia attività di socioterapeuta mi sono occupato di organizzare eventi scientifici e ricreativi. Questa esperienza di contatti con i mass media mi ha portato progressivamente a essere spesso sollecitato a scrivere articoli e prese di posizione, sviluppando così la passione per il giornalismo.
In parallelo l’esperienza di lavoro nei servizi socio psichiatrici del Canton Ticino mi ha messo in contatto con persone provenienti da nazioni e realtà più disparate, affetti da problematiche psicologiche sia gravi che lievi.
La profonda conoscenza di queste problematiche, di cui mi occupo da circa trent’anni - oltre ad una solida esperienza politico sindacale e, in seguito, imprenditoriale - mi ha portato, in occasione dell’istituzione del Collegio elettorale della Ripartizione Europa, a mettere queste esperienze a disposizione della collettività.
Quale consapevolezza manca all’italiano medio di oggi?
In una società dove il raggiungimento del benessere materiale sembra disegnare l’ultimo confine perseguito dall’uomo, occorre che ogni cittadino si imponga una riflessione per rompere il silenzio e rivalutare i percorsi d’integrazione come occasione di evoluzione e di crescita.
Qual è il suo legame con la città che le ha dato i natali?
Nonostante io viva in Svizzera, continuo a frequentare sia Como, dove ancora vivono i miei genitori, che la Lombardia in generale. Ritengo peraltro che oggi dobbiamo imparare a vivere in una società i cui confini sono determinati da noi stessi che non dalle cartine geografiche e, in questo senso, la mia posizione di italiano all’estero può diventare un privilegio piuttosto che un ostacolo.
Cosa offre la città ai suoi visitatori?
Como, turisticamente, ha tutto quanto possa interessare: è facile da raggiungere; è ricca di monumenti storici; ha numerosi punti di interesse; interessanti bellezze naturali tutte da scoprire sulle sponde del suo lago.
L’Assessorato alla Cultura organizza e promuove, inoltre, numerose iniziative in ogni periodo dell’anno: basta pensare al ricco cartellone di spettacoli del Teatro Sociale o ai grandi concerti, nonché agli eventi che trasformano le piazze in veri e propri palcoscenici per iniziative inerenti l’arte, la musica, la cultura.
Quali sono i luoghi imperdibili?
Innanzitutto il lago di Como, poi il faro di Brunate, Villa Olmo, il monumento ad Alessandro Volta e le numerose chiese di stile romanico. Ultimamente la presenza di personaggi come George Clooney, i Versace e altri ha contributo a diffondere maggiormente nel mondo il nome della città e la sua fama è cresciuta notevolmente.
Un caro ricordo a Como.
Le passeggiate che facevo con mia nonna da piccolo e le compagnie adolescenziali con cui, lungo via Vittorio Emanuele, ho trascorso indimenticabili ore spensierate e felici.
Ma anche le belle passeggiate nei dintorni di Como, quelle verso il Crotto del Sergente - oggi diventato raffinato ristorante - attraverso un ampio sentiero fra prati e boschi tappezzati in primavera di splendidi fiori. Ci si riposava al fresco, si mangiava qualche panino e si ritornava poi verso il centro a piedi o con la corriera se si era troppo stanchi.
Cosa di Como la rende più fiero?
Che tutti, in particolare i turisti, ne serbano un bel ricordo e amano dire: “Ci sono stato!”
Non è un caso se personaggi pubblici la scelgono per abitarci, nonostante la mentalità apparentemente un po’ introversa degli abitanti. Questi, in realtà, hanno solo una profonda paura di tuffarsi nel nuovo, di osare di più.
Come vede il futuro della città?
Una volta terminati i cantieri in corso, Como potrà proporsi come città ideale sia per viverci, che per passarci le vacanze.
La sfida importante sarà quella di riuscire a porsi nel ruolo di città internazionale per organizzare Eventi culturali e ricreativi e per giocare fino in fondo la carta del Turismo.
Qual è la cosa di cui oggi va più fiero?
Credo senz’altro quella di aver aiutato molte persone sofferenti sia nell’ambito psichiatrico che nell’ambito di gravi malattie neurodegenerative. E’ molto importante lottare contro l’emarginazione, nelle sue diverse forme, perché la capacità di una società di confrontarsi serenamente con tutte le sue componenti testimonia anche il suo grado di civiltà.
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