8 Dicembre 2008

Un’osservatrice fra le nuvole

di Valentina Cavaliere (Blog Ancona. Racconti di Viaggio)

Caldi e intensi sono i colori del tramonto che abbracciano ogni giorno la città di Ancona. Un angolo disegnato perfettamente da una mano sconosciuta che ho la fortuna di ammirare, ogni qualvolta ne ho voglia dalla finestra di casa dei miei amici.

ancona_tramonto_sul_mare

Ancona Tramonto sul mare

Al mio arrivo in città avverto da subito la frenesia di conoscere le strade e i palazzi del capoluogo marchigiano. Dopo un’abbondante colazione esco da casa e mi incammino verso il centro.

La mia attenzione è catturata dal grande porto alla mia sinistra, cuore pulsante della città, con tante aree che ospitano ogni giorno migliaia di turisti diretti in Croazia, Grecia o Turchia. Questo fondamentale ponte tra la penisola e l’est Europa e l’Oriente suscita in me un fascino particolare. Non saprei come definirlo esattamente ma è come se un immenso bagaglio di culture, energie, idee e speranze si ritrovassero ogni giorno lì per interagire tra loro, ed io, osservatrice fra le nuvole, spio il tutto con curiosità e ironia. Per non parlare delle immense navi attraccate ai lati delle banchine. Giganti buoni che ricordano tanto le attrazioni dei luna-park quando si è bambini e si ha la paura che questi ti mangino in un sol boccone.

Mi allontano dal Porto e raggiungo Porta Pia; lo stile barocco è molto chiaro, riconoscibile anche da persone non molto esperte d’arte. Non tutti sanno, però, che il suo nome lo si deve a Pio IV e che permise ad Ancona di diventare un punto di riferimento  marittimo importantissimo per tutto l’Adriatico.
Artistico sì, funzionale pure!

Passeggio ancora un po’, rannicchiata nel mio cappotto con lo sciarpone bicolore che lascia all’infuori solo il naso rosso, dritta dritta arrivo su corso Garibaldi. E’ la strada più lunga e ampia della città, moderna e con molti negozi. Gli anconetani li ritrovo tutti qui, intenti a fare shopping, ad aspettare gli autobus o a prendere il caffè nella pausa dal lavoro. Caffè, perché no?! Proseguo lungo la strada in cerca di un bar, lo trovo, entro e due ragazze molto gentili mi preparano il caffè macchiato che avevo chiesto aggiungendoci anche dei biscotti che, chissà perché, non mi dispiacciono mai.

Mi riposo un po’ e poi riprendo il mio giro.
Sì, lo so, in questa zona sono tante le cose che dovrei soffermarmi ad osservare: le statue, le epigrafi, i palazzi istituzionali, ma non riesco a trattenermi. I negozi di abbigliamento sono proprio lì ad un passo, non posso non entrare. Ci tengo a precisare, però, che la mia non è voglia di comprare abiti nuovi e particolari, bensì un interesse di tipo sociologico sulla differenza del costo della vita anconetana con quella della mia città. Sì, sì, e chi ci crede…

Dopo pranzo, passeggiando passeggiando mi ritrovo al viale della Vittoria. Un lunghissimo viale alberato che verso la fine custodisce un toccante monumento ai Caduti.
Arrivo poi a Passetto, una sorta di parco relax con tanto di verde nel quale riesco a riposare un po’.
Dalla panchina osservo l’orizzonte del mare che si dispiega dinanzi ai miei occhi, è bellissimo.
Guardo poi le spiagge in basso fantasticando sui colori che d’estate riempiono tutto il litorale e le voci dei bambini che correndo rendono la stagione piacevolmente chiassosa e frizzante.
E’ scontato dire che non ho visto tutto ciò che Ancona ha da offrire, non basta un solo giorno, ma sono comunque felice; felice di aver vissuto, respirato ed esplorato il cuore d’Italia.

(Foto di Mungany in Pubblico Dominio)

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