21 Gennaio 2009

“Sapore di sale, sapore di mare” e non solo!

di Luciano Salvati (Blog Capo d'Orlando. Alla Scoperta della nostra Italia)

Capo d’Orlando si trova sulla costa settentrionale siciliana, circa a metà strada tra Messina e Palermo. E’ adagiata su un lembo di costa che, digradando dalla catena dei Nebrodi, va a delineare una piana di forma triangolare. Il vertice superiore culmina con uno sperone di roccia su cui sorge il Santuario del Monte della Madonna, simbolo della città.

Il promontorio di Capo d'Orlando

Il promontorio di Capo d’Orlando

Dalla cima del monte si gode di una vista pazzesca: oltre ad usufruire di un campo lunghissimo della costiera da est a ovest, da Capo Milazzo a Cefalù, si è padroni con lo sguardo di un’immensa fetta di mare, catturando con un colpo d’occhio quasi tutto l’arcipelago delle Eolie, distanti poche miglia dalla costa. Sembrano una flotta di transatlantici in attesa di attraccare.

Le spiagge dell’orlandino sono docili lingue di sabbia e ciottoli che si inseguono lungo il perimetro settentrionale dell’abitato.

Il versante ad est del promontorio presenta un profilo più frastagliato e meno densamente popolato, dove insenature e golfi echeggiano fino all’antico borgo marinaro di San Gregorio, un tempo locomotiva economica del luogo con la sua attività peschereccia. A San Gregorio si trova l’omonimo lido, una delle spiagge più affascinanti del litorale; leggenda vuole che proprio su questo lido il cantautore Gino Paoli trovò l’ispirazione di una delle sue canzoni più note, intonando “Sapore di sale, sapore di mare” sull’arpeggio di un giro di DO.

Sul versante occidentale invece si riversa il tessuto urbano ed il turismo attrezzato.
Dal lungomare Andrea Doria parte un unico rettilineo che, dopo essere rientrato per un tratto su Via Marina, continua fino alla lunghissima e periferica Via Trazzera Marina, che infila appartamenti e case-vacanze fino a perdersi tra i giunchi e la vegetazione selvatica nei pressi del depuratore.

Una strada di Capo d’Orlando

Una strada di Capo d’Orlando

E’ da questa prospettiva si può ammirare il mare che gioca con i suoi colori più intensi quando il cielo è limpido: dal blu accecante della mattina fino all’imperdibile tramonto, quando il disco solare, avvicinandosi alla linea dell’orizzonte, tinge completamente di arancione la distesa marina, con le Eolie dai contorni infuocati dal controluce. Di sera la vista non è da meno: un soffitto di stelle nitido, le lampare che scintillano come lucciole al largo, lo sfavillio di Sant’Agata di Militello sulla sinistra, che suggerisce altre meraviglie da visitare, il faro che sussurra ai piedi del promontorio…

La cima si può raggiungere soltanto a piedi su per una lunga scalinata, che nei giorni della festa della Madonna ed il Venerdì Santo viene agghindata per le processioni. Oltre al Santuario della Madonna ci sono i ruderi del Castello di Orlando, strategicamente posizionato per la difesa dell’entroterra contro le incursioni dei pirati. Fu chiamato così da Carlo Magno, durante una sosta in Sicilia al ritorno dalla Terrasanta ed il cittadini del posto furono pronti ad adottarlo come nome proprio, in sostituzione della vecchia denominazione Agatirso.

Su una collina dell’interno si adagia quietamente Villa Piccolo, sede dell’omonimo museo e fondazione. Fu la residenza estiva dei baroni Piccolo di Calanovella, aristocratici siciliani che si ritirarono qui agli inizi del Novecento per sfuggire la mondanità di Palermo e seguire le loro inclinazioni culturali e artistiche. Il più noto fu Lucio Piccolo, un letterato cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. L’autore del “Gattopardo” scrisse alcune pagine del suo più famoso romanzo proprio qui.
Ciò che rende insolito e simpatico questo luogo inoltre è la presenza, nel parco della villa, di un piccolo cimitero per gli animali domestici di famiglia, probabilmente l’unico in Italia. Ve ne sono sepolti una trentina, ciascuno con una lapide con il proprio nome inciso sopra.

Questo e molto altro fa di Capo d’Orlando un angolo poco noto della Sicilia tirrenica, dai ritmi lenti e circolari, capace di strappare un urlo muto per la bellezza del suo volto.

(Foto di Chtamina e Mitku81 in licenza Creative Commons)

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