18 Aprile 2008

Una caparbietà nutrita con la sofferenza

di Marcello Di Sarno (Blog Trapani. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Trapani Girolamo Fazio intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
E’ una città che sta cercando, con grande caparbietà, di risollevarsi dallo stato di abbandono in cui è trapani-sindaco.jpgstata lasciata per decenni. Oggi Trapani si presenta come un grande cantiere aperto, per i numerosi lavori in corso, dal recupero dei palazzi storici, alla nuova rete idrica.
I problemi continuano ad esistere, perché non si possono certo superare da un giorno all’altro, ma la trasformazione di Trapani negli ultimi anni rispetto al passato è evidente

Tre validi motivi per visitarla?
Le bellezze naturali, a partire dal mare, innanzitutto; un centro storico che si caratterizza per un assetto artistico ed architettonico interessante; il calore e l’accoglienza della gente.

Chi ne ha fatto la storia?
Non abbiamo un solo personaggio, perché Trapani è una città che ha fatto essa stessa storia. Quindi, direi che sono i Trapanesi che hanno fatto la storia di Trapani, ma anche dell’Italia. A Trapani è stata assegnata la medaglia alle città benemerite del Risorgimento Nazionale per i moti del 1820 e del 1848, e la medaglia d’oro al merito civile per il sacrificio di oltre seimila suoi cittadini nella seconda guerra mondiale. Poi c’è la storia leggendaria, che vuole Trapani fondata da Saturno, o dalla caduta della falce di Cerere, in cerca di Proserpina, e che annovera anche il passaggio di Enea per i nostri lidi.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Per la voglia di non arrendersi, innanzitutto. Trapani è stata una città duramente colpita da innumerevoli vicissitudini, ma ha sempre saputo riprendersi e sono certo che oggi c’è una maggiore fiducia rispetto al passato. E per l’accoglienza ed il calore dei suoi cittadini.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Oggi, dopo decenni di abbandono, abbiamo gettato le basi per avere un futuro positivo. La nostra risorsa deve essere il turismo, ma per fare ciò occorre creare un tessuto sociale, imprenditoriale ed infrastrutturale idoneo. E’ quello che stiamo facendo, dotando la città di servizi che non c’erano e puntando anche su programmi ambiziosi.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Mi piacerebbe se mi dicessero: “Come avete fatto a fare rivivere una città che fino a qualche anno fa sembrava abbandonata?”. Risponderei che il percorso da fare è comunque ancora lungo, ma che questa è la dimostrazione che con un’attenta programmazione ed obiettivi precisi tutto è possibile. E’ possibile soprattutto sfatare un luogo comune, e cioè che Trapani è una città apatica, in cui ci si piange addosso e non si fa nulla.

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