22 Aprile 2008

L’avanguardia del medioevo, unicum del vecchio continente

di Marcello Di Sarno (Blog Candelo. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Candelo Mariella Biollino intervistata per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Candelo è un paese residenziale con più di 8000 abitanti, in provincia di Biella, a metà strada tra Torino e Milano.Mariella Biollino E’ immerso nel verde e con un centro storico molto importante e ancora intatto. Le strade convergono verso piazza Castello, su cui si affacciano il Palazzo Comunale e il ricetto, un unicum a livello europeo.
L’economia del territorio, originariamente agricola, fino gli anni ’90 gravitava intorno al tessile (piccoli laboratori artigianali per conto terzi). Oggi è in atto una netta riconversione verso i servizi con particolar riguardo alla ristorazione.
La popolazione, rispetto al 1970 è aumentata del 16% e il trend è ancora in crescita, in controtendenza con la realtà del Biellese (- 8%).
Molti scelgono Candelo sia per i numerosi servizi rivolti a giovani ed anziani sia per la vicinanza con Biella (5 km) e la possibilità di abitare in piccole villette (sempre più numerose). Pochissimi i condomini. Il paese è pulito, la raccolta differenziata ha raggiunto circa il 33%.
Sicuramente è il ricetto il “fulcro” dello sviluppo residenziale e turistico di Candelo. Senza il borgo, il paese avrebbe preso un’altra strada. Non basta però avere il “bene-faro”, occorre mantenerlo, valorizzarlo e promuoverlo. Fino a 20/30 anni fa, Candelo era un paese anonimo in cui nessuno amava venire ad abitare e dove solo pochissimi dotti venivano a studiare un ricetto, ben diverso da quello di oggi. Ora Candelo, grazie al “volano” del borgo, è un paese “residenziale” ambito, visitato da circa 48.000 turisti l’anno, un paese vivo, in cui sono stati fatti e sono in atto numerosi investimenti.
E’ un paese, anzi una “città” proprio nel nome del ricetto, in cui sono svariati i servizi sia per giovani sia per anziani, dove il sociale ha una valenza molto importante: “Candelo città del sociale, Candelo città di cultura”, questo in sintesi può essere considerato il mio slogan e la valenza specifica del paese.

Tre validi motivi per visitarla?

  • Innanzitutto per il ricetto, un “unicum” europeo, inserito tra i 100 borghi più belli d’Italia e nella rete delle bandiere arancioni Touring. La visita al ricetto di Candelo suscita emozioni profonde. Camminare tra le rue acciottolate è come “andare su e giù” per il Medio Evo alla scoperta di momenti della cultura contadina. Il Ricetto è una “fortificazione collettiva popolare” costruita dalla popolazione locale nel XIV secolo, oggi in ottimo stato di conservazione e visitata da migliaia di turisti, provenienti dall’Italia e dall’estero. In tempo di guerra o pericolo, il borgo serviva come rifugio temporaneo (receptum) per tutta la popolazione, mentre in tempo di pace veniva utilizzato come magazzino-deposito o cantina per la produzione e conservazione del vino. Oggi è sede dell’Ecomuseo della vitivinicoltura e del Centro Documentazione Ricetti ed è anche set cinematografico.
  • Il territorio di Candelo comprende inoltre una parte notevole e tra le più suggestive dell’altopiano del Baraggione, divenuta riserva naturale e sede di diverse attività a carattere agrituristico e specializzate nella pratica delle discipline equestri.
  • Per i ristoranti, in luoghi suggestivi all’interno del borgo e per le sue importanti manifestazioni (Vinincontro, Candeloinfiore, maggio musicale…)

Chi ne ha fatto la storia?
Sicuramente il popolo, un popolo fatto di agricoltori e di gente semplice, fiero e orgoglioso a tal punto da contrapporsi, alla fine del 1400, a un importante nobile del luogo Sebastiano Ferrero. Questi, dopo aver acquistato il feudo di Benna (1479), volse i suoi interessi verso Candelo ed iniziò quell’opera di accaparramento che lo portò a scontrarsi con la popolazione candelese.
Dopo aver ottenuto tutto il feudo, Sebastiano iniziò a richiedere il riconoscimento di una serie di diritti come legittimo successore di quanti avevano avuto per anni ed anni in feudo il Comune; la comunità però era troppo gelosa dei suoi antichi privilegi, ottenuti con i sacrifici della sua gente, per cedere alle richieste. La causa fu quindi portata davanti al Consiglio Ducale. Gli arbitri si pronunciarono a favore della Comunità di Candelo, respingendo tutte le richieste del Ferrero, riconoscendo alla Comunità il diritto di proprietà del Ricetto, imponendo al principe di pagare le tasse per le terre acquistate nel comune e mantenendo la casa all’interno del Ricetto.
La vertenza terminò quindi a favore dei Candelesi, che seppero sempre tener testa alle pretese dei signori.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Per il suo monumento simbolo e per l’operosità della sua gente, riunita in svariate associazioni.
Grazie alla presenza del ricetto, un unicum a livello europeo, e all’intensa attività di promozione portata avanti negli ultimi otto anni, Candelo è riconosciuto quale polo turistico importante a livello provinciale e regionale. E’ inserita nei “distretti del vino”(itinerari culturali ed enogastronomici) ed è sede dell’Enoteca della Serra.
Il Ricetto di Candelo, però non ci parla solo di Candelo: l’anima nuova del Medioevo è la condivisione, la logica di sistema, la comunicazione con tutto il Biellese, con l’intero Piemonte, e poi, chissà, anche con l’Europa e il mondo. Il Ricetto è una porta d’ingresso verso tutto il Biellese, una grande vetrina, unica nel suo genere, per molteplici iniziative.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Lo vedo come una realtà sempre più residenziale, con turisti provenienti da tutta Europa. Tre grandi nuovi elementi dovrebbero far parte della Candelo del futuro: la Cittadella della salute, con spazi per la riabilitazione, un grande albergo con centro benessere e un parco tematico con un percorso tecnologico attraverso la storia del Medio Evo con i suoi usi e costumi più autentici.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Qual è la vera forza di Candelo? Cosa ha permesso questo recente sviluppo?
Al primo posto sono e rimangono le persone, i cittadini, i candelesi, perché sono questi la base di tutto; tutto è possibile proprio grazie al tessuto sociale candelese, alla passione, alla partecipazione e all’importanza delle associazioni e del volontariato che partecipano attivamente alla vita della città (Pro Loco in testa, ma anche altre dai Carrettieri alla Biblioteca alla Banca del tempo, Protezione Civile etc.).
E grazie a questa forza, in rete con l’Amministrazione, il paese è diventato quello che è ora.

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