Parliamo con Giovanna di Ca’ del Re (a Verduno) che ci parla di Barolo, Pelaverga e del generale Staglieno.
Per cosa è rinomata la sua cucina?
Proponiamo una cucina semplice e tradizionale. Ma cerchiamo di essere non scontati. Niente carne cruda o vitello tonnè. Cerchiamo di proporre specialità della tradizione, semmai divenute desuete: salsa con acciughe, preparazioni con noci, l’uriott, testa del maiale bollita a dadini con verdure, tagliatelle con farina di mais… più larghe, con burro e menta.
Fra gli antipasti, polenta infornata con salsa inferno, vecchia ricetta con acciughe, pomodoro e peperoncino, noci; lingua in salsa, insalata di testina. E poi, ancora, pomodori bigetto verde, primule a frittata, risotti zucchine e raschera, tajarin ai fegati, maltagliati di farro, coniglio al timo e bocconcini di vitello al barolo, arrosto di maiale al Pelaverga, vino tipico di Verduno, prodotto direttamente dalla nostra azienda vinicola, un autoctono rosso speziato risalente al Seicento.
Poi, braciato al Verduno o Barolo, giura con polenta, zuppe di ceci, risotti cotti con i nostri vini. Offriamo un’ampia scelta di prodotti tipici come affettati, salame crudo langarolo, prosciutto in gelatina, cipollotti imbottiti e peroni in agrodolce.
Quali sono i legami col territorio?
Ci troviamo in una struttura di servizio - la cascina del fattore - del castello di Verduno, edificio storico di grande pregio. Fu costruito dai Cajssotti alla fine della prima metà del 700 su disegno di Filippo Juvarra. Nel corso dell’800 divenne proprietà di Carlo Alberto che lo utilizzava come buen ritiro e vi realizzò una cantina per la produzione del Barolo. Carlo Albero chiamò il famoso enologo Staglieno che codificò come si doveva fare il Barolo. Il castello fu poi acquistato dalla famiglia Burlotto, proprietari sia di questo agriturismo che dell’albergo e ristorante creati proprio nella reggia, che hanno un target diverso rispetto a Ca’ del Re; qui, come agriturismo proponiamo una precisa scelta enogastronomica.
Le dolci “note” del suo menu…
Panna cotta alla lavanda, bunett… dolce tipico della nostra zona con mele e pesche: prende il nome dalla forma di un vecchio cappello contadino.
Quali vini ritiene che meglio si adattino alle vostre specialità e a quali bottiglie si sente particolarmente “affezionata”?
Sicuramente sono legata alle bottiglie dell’azienda della famiglia Burlotto, la Castello di Verduno. I Burlotto ereditarono proprio la struttura dei Savoia dove fu inventato il Barolo, grazie a Staglieno, il generale enologo, e alla passione enologica dei Savoia. Una grande monarchia doveva avere un grande vino, proprio come in Francia.
Gabriella Burlotto, ideatrice di Ca’ del Re, si è sposata con Franco Bianco, noto produttore di Barbaresco; quindi la scelta delle bottiglie si è ampliata ed offrendo Barbaresco e Barolo, la cantina propone il top della produzione enologica piemontese.
Un eventuale aneddoto culinario.
C’è una bella storia sul Pelaverga, considerato un vino afrodisiaco. Si tratta di un vino molto robusto: 14 gradi… ed è ovvio che renda un po’ allegri. Il principe Carlo, quando andava al castello e noi qui eravamo la casa dei pastori, passava di qua… sembra che a Verduno si organizzassero varie serate goliardiche… ed il Pelaverga aiutava.
Ma le storie non finiscono qua: Verduno è terra delle masche. Sono le nostre streghe. Pocapaglia… oppure c’è Roero dove fanno la festa del bruciar le streghe. Ci sono mille leggende, anche la chiesetta detta delle masche….
Riferimenti:
Agriturismo Ca’ del Re,
Via Umberto, 14 - 12060 Verduno (CN)
Telefono e fax: 0172-470281
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