Percorro la strada che dal borgo di Nicotera conduce verso la rinomata Tropea e già ne assaporo mentalmente la bellezza.
La striscia di asfalto che sembra tranciare in due i circostanti terreni, talvolta si estende lungo perfetti rettilinei e talvolta si inerpica su scoscesi pendii, per liberarsi subito dopo in qualche leggera discesa. Orti ben curati, le cui piante, ad ogni alito di vento, svelano maliziosamente sotto le verdeggianti foglie coloratissimi frutti, si alternano magnificamente a lussureggianti agrumeti ed uliveti. L’aria è leggera, pulita: sembra che su questi poggi l’inquinamento non sia di casa.
Circa venti minuti d’auto più tardi, si aprono le porte della città balneare più nota della Calabria ed il primo impatto è devastante. Il paesaggio è a dir poco stupefacente, fiabesco: pare che il pennello d’un artista ispirato dagli Dei abbia tracciato linee sinuose all’orizzonte, affrescando la tela di madre natura con magiche sfumature di colori. Il verde smeraldo delle limpidissime acque marine si fonde dolcemente col delicato celeste di un cielo incredibilmente terso, mentre il beige delle rocce ove sorge il suggestivo castello si mescola all’avorio della spiaggia. Non ci sarebbe da meravigliarsi più di tanto se all’orecchio giungesse voce di qualche estasiato viaggiatore colto dai tipici sintomi della sindrome di Stendhal: la piccola città di Tropea è indiscutibilmente una grandiosa opera d’arte.
Messo da parte il mezzo a quattro ruote non v’è niente di meglio che una salutare passeggiata per le anguste ed affollate vie del centro storico. Tra i vari bar, ristoranti, boutique alla moda e negozi di souvenir, il locale che cattura l’attenzione, quasi come la calamita fa con il metallo, è la modesta bottega di un artigiano che custodisce al suo interno veri e propri capolavori. Si tratta di numerose statuette che fanno bella mostra di loro stesse fra l’altrettanto spettacolare cornice di un presepe allestito, permanentemente, sui banchi che costeggiano le mura della stanza. Riproduzioni fedeli di Magi, pastorelli e artigiani – inconsapevoli attori di uno spettacolo di fede – ripetono precisi e accurati movimenti, mimando i gesti di antiche azioni e vecchi mestieri. Un’ulteriore testimonianza dello stretto legame fra i tropeani e la cristianità che va ad aggiungersi alle numerose celebrazioni religiose (presepe vivente, processione del Venerdì Santo…) che annualmente compaiono nel calendario delle manifestazioni cittadine.
Proseguendo la camminata si rimane estasiati dall’intenso profumo emanato dalle famose cipolle rosse che, esibite in lunghe creste, penzolano dalle aste posizionate fuori delle botteghe alimentari ed accompagnano il lento incedere dei viandanti verso una strada senza fondo.
E’ qui che si cela l’incantevole belvedere capace di rivelare ai turisti quello che da molti assidui viaggiatori viene considerato come il più affascinante panorama naturalistico del pianeta.
(Foto di ScriS e di Daniela in licenza Creative Commons)
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