Se vi trovate nella parte dell’Umbria compresa tra Spoleto e la piana folignate, troverete indicazioni stradali per Campello sul Clitunno. Il paese si sviluppa per la maggiore lungo la strada Flaminia; tanto da aver creato le sue maggiori attività di ristorazione proprio per confortare le soste dei viandanti. Vi propongo un itinerario nella storia che viaggia sul filo sottile che collega secoli di vicissitudini, attraverso le sue testimonianze architettoniche. Maggiormente luoghi di culto e di potere militare. Approfittando magari della presenza a Campello, per via della mensile riunione, di antiquari e collezionisti per il tradizionale mercatino aperto che qui si svolge nella prima domenica di ogni mese.
Dopo aver visitato le varie bancarelle, magari soddisfatti dell’acquisto, vi invito a riprendervi la vostra auto e dirigervi in una vicina collinetta, dominante l’intero comprensorio. Sopra di essa sorge maestoso il Castello, che vede la sua origine nel Trecento italiano. Si deve affrontare la ripidità del colle tramite una vecchia strada con percorso a spirale. Il perimetro è protetto per centinaia di metri dalle mura antiche. Entrando, si nota la caratteristica divisione abitativa: ad un lato le residenze del corpo di guardia, dall’altro la sede del potere feudale. Oltre all’immancabile segno della spiritualità, con i resti di un monastero francescano. Infine le case della plebe, ancora ben visibili. Lo spettacolo che vi si gode si amplifica nella stagione invernale, quando il resto della vallata si nasconde sotto una fitta coltre di nebbia.
Ritornando verso la Campello “bassa”, parcheggiando nuovamente la vostra auto nei pressi delle Fonti, ritroverete con estrema facilità un altro cimelio della storia culturale e religiosa di quest’area: i resti della Chiesa di San Cipriano e San Giustina. Lo stile è rigorosamente romanico, riconducibile al periodo che va tra l’anno Mille e il secolo seguente. A causa della mala gestione secolare prima; per la non brillante idea di un parroco che decise di smantellarla e di vendere i suoi interni poi, ne restano soltanto le mura esterne. Peccato!
Il viaggio del tempo, in realtà, ve l’ho fatto fare all’incontrario, una sorta di macchina del tempo che procede a ritroso. Rimane ancora da visitare un’opera importantissima per l’intera Umbria: parliamo del cosiddetto Tempietto. Si trova nella parte pianeggiante (chiedete ai campellini e vi sarà concessa informazione!). Il balzo si fa ampio, si perde nella notte dei tempi, agli albori del Medioevo. Eccoci infatti al V secolo dopo Cristo, nel periodo post romano e con i Longobardi che la facevano da padroni. L’ipotesi più plausibile, pensate, è che si fosse decisa lì l’ubicazione in funzione di una sorgente acquifera. Se entrerete, vedrete una cripta sottostante, che alcuni fanno risalire al tentativo di creare una piscina! I materiali sono stati ricavati da abitazioni romane. Nei secoli passò sotto molte mani, che assieme agli eventi naturali ne modificarono la struttura. Alla fine dell’Ottocento capitò un parroco, questa volta con buone intenzioni, che tentò un restauro dopo averne capito il valore culturale. Il sito del comune riporta una notizia sensazionale: il Tempietto è stato candidato ad un prestigioso premio promosso dall’Unesco. Un altro ed alto riconoscimento per la città.
Infine, una nota di stampo naturalistico: quale che sia il luogo che preferiate, rispetto all’itinerario da me umilmente suggerito, vi troverete a fare i conti con una flora dominante di storia secolare. Immense distese di ulivi che, ad esempio, ricoprono il colle su cui sorge il castello o nella restante parte pianeggiante. Niente male! Ora, dopo aver visitato il Campello più occulto e sconosciuto, perché non fate una puntatina alle Fonti del Clitunno?
(Foto di Grahamec in Licenza Creative Common)
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