I paesi che si trovano vicino al grossetano li penso dentro di me sempre come se fosse estate. I colori della terra e delle piante assumono quella colorazione che hanno nei mesi di luglio ed agosto, ed ogni volta che me li immagino mi sembra sempre di sentire le cicale.
Sovicille è uno di quei posti, che mi capita di vedere da lontano o dove mi capita di fermarmi durante i mesi estivi, quando la temperatura invita a fare gite e ad avvicinarsi al mare, magari anche solo per una spaghettata. Il centro è un’altra di quelle meraviglie che furono create da un originario castello. Penso che sia stato uno dei castelli più antichi di questa zona perché risale all’XI secolo.
Le mura perimetrali hanno forma ellittica, una eredità etrusca e da esse si affacciano ogni tanto le finestre di alcune case. Il centro storico è in gran parte ancora quello del trecento, poiché a causa delle guerre nei secoli successivi Sovicille non ebbe una grande espansione. La cittadina ha una bella piazza centrale, la Piazza principale del Castello, dal cui largo è possibile vedere la pieve di San Lorenzo ed il suo campanile, edificato sui resti di una precedente torre. Di epoca ancora precedente è il pezzo più importante della chiesa, l’architrave della piccola porta di accesso sulla sinistra, forse addirittura bizantina. Gli affreschi all’interno sono di pregevole bellezza, alcuni di seguaci del Beccafumi.
I palazzi più antichi sono quello a nord, con resti duecenteschi, quello adiacente al Palazzo Comunale e l’altro grande, di fronte. Un altro palazzo importante di Sovicille è villa Palmieri, risalente al settecento ed edificato sulla cinta muraria, che ha una scalinata con accesso al parco. Non ho mai effettuato molte visite presso i palazzi storici, ma nei dintorni ce ne sono molti da visitare, a partire dalla Villa delle Volte che si trova nella frazione di Volte alte, e numerosi altri che si trovano nella zona della cosiddetta montagnola senese, costellata da chiesette, palazzi e torri.
Tra Sovicille e Casole d’Elsa si trova una delle bellezze architettoniche che ci hanno affascinato di più per la storia a cui rimandano: il ponte della Pia, del XII secolo, una costruzione sul fiume Rosia. La tradizione vuole che la Pia in questione sia proprio la contessa Pia de’ Tolomei citata da Dante nel Purgatorio: “Ricorditi di me, che son la Pia;/ Siena mi fé, disfecemi Maremma:/ salsi colui che ‘nnanellata pria/ disposando m’avea con la sua gemma”. (Purg., V, vv.133-136) . La storia di Pia, lo ricordiamo, parla di un matrimonio infelice, finito in tragedia: la contessa non seppe dar figli al suo secondo marito, che per risposarsi con una donna di cui si era invaghito, la fece buttare dalla rupe di Castel di Pietra in Maremma. Probabilmente dietro l’omicidio c’erano ben più venali motivi politici, ma la leggenda racconta che ancora oggi nelle sere di luna piena, il fantasma di Pia appaia sul ponte con una veste candida e che lo attraversi fluttuando nell’aria.
I boschi di quest’area, che cantano anch’essi di suggestioni e atmosfere rarefatte rappresentano una grande risorsa per Sovicille, che in passato è stata un paese di boscaioli. Oltre ad essere luoghi di pregevole bellezza hanno un importante valore ambientale perché al loro interno si trovano stupendi esemplari di lecci, castagni e querce. E’ anche per valorizzare questo patrimonio ambientale che in località Orgia è stato allestito il Museo Etnografico del Bosco e della Mezzadria, che raccoglie valorizzandole molte testimonianze della vita e del lavoro del comune, il quale è sempre stato legato all’agricoltura e alla vita dei boschi.
(Foto di Goribau in Licenza Creative Commons)
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