18 Ottobre 2008

L’agorà nella Valle del Ticino

di Marcello Di Sarno (Blog Abbiategrasso. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Abbiategrasso Roberto Albetti intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Abbiategrasso a chi oggi la vive quotidianamente?
Abbiategrasso è una città che ancora presenta un centro storico ben identificabile. Quindi, è un luogo in cui la storia è ancora viva sia sotto il profilo urbanistico e architettonico – i confini dell’antico burgus medievale sono ancora distinguibili – sia sotto l’aspetto delle relazioni. Perché da noi la gente si conosce, si incontra, si ferma in piazza o per strada a parlare.
Ecco, direi che Abbiategrasso, anche per chi la visita la prima volta, è una città che esprime subito la sua capacità di accogliere. E’ davvero una città a misura d’uomo, pur trovandosi a soli venti chilometri dalla grande metropoli milanese.

Roberto Albetti

Tre validi motivi per visitarla?
Senza dubbio vale una visita il centro storico, che possiede un’indubbia qualità urbana, con la sua antica piazza del mercato, ora piazza Marconi, i suoi portici, ma anche con la sua rete di bei negozi. E se il centro è gradevole, è sicuramente interessante anche visitare la Basilica di Santa Maria Nuova, così come il Castello Visconteo, da anni sede della biblioteca civica, che tra l’altro ospita anche uno spazio tutto dedicato ai più piccoli.
Da non perdere, un tour al Convento dell’Annunciata, uno splendido complesso quattrocentesco di recente restaurato, dove è stato riportato alla luce un intero ciclo di affreschi del Cinquecento. Un vero gioiello del patrimonio artistico e architettonico lombardo, che presto ospiterà convegni e attività universitarie, grazie ad un accordo tra il Comune e l’Università degli Studi.
Suggerisco, inoltre, una visita lungo i navigli (la navigazione turistica è ripresa grazie alla società Navigli lombardi scarl), sui quali si affacciano splendidi palazzi e ville storiche.
Infine, invito a concedersi una sosta in una delle aziende agrituristiche della zona, dove si possono degustare i prodotti e i piatti tipici della nostra tradizione gastronomica, con una grande cura e attenzione alla qualità e al rispetto dell’ambiente.

Chi o che cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità degli abbiatensi?
Prima di tutto il senso di appartenenza al proprio territorio.
La vocazione agricola ha senza dubbio segnato la nostra identità. La vita e i ritmi della campagna hanno influito sul carattere e le abitudini degli abbiatensi, di cui vorrei evidenziare l’accoglienza e la generosità segnate dalla religiosità.
Altre presenze importanti che hanno influito sull’identità degli abbiatensi sono l’istituto geriatrico “Camillo Golgi” e l’ospedale “Costantino Cantù”, realtà “storiche” della città, che insieme hanno contribuito a far crescere il senso della comunità e l’attenzione dei cittadini verso i più fragili e, in generale, verso chi ha bisogno.

Per quale aspetto del suo Comune e della sua gente Roberto Albetti, da cittadino prima ancora che da sindaco, va fiero?
Abbiategrasso è una città dove ancora si vive bene e che facilita i rapporti tra le persone. Di questo aspetto vado sicuramente fiero. Ecco perché come Amministrazione comunale siamo costantemente impegnati a valorizzarne la qualità urbana e tutti quei progetti che la città stessa – attraverso i privati e le tante associazioni presenti – esprime e mette in campo.
E poi considero molto importante il senso di appartenenza che ancora si vive, tratto fondamentale dell’identità cittadina.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro del suo comune?
Ci sono progetti importanti da portare avanti, progetti che senza dubbio segneranno il futuro della nostra città, percorsa, come molte altre realtà italiane, da un difficile momento economico, con la chiusura di storiche fabbriche.
Occorre che le istituzioni locali, in sinergia con quelle superiori, sappiano guardare avanti e supportare quei progetti che possono aiutare a rilanciare il nostro sistema economico, a valorizzare l’imprenditoria locale e a mettere in moto una nuova stagione di sviluppo.
E’ ciò che siamo impegnati a fare, ad esempio, con i rapporti con l’Università degli Studi di Milano, ma anche nella ricerca di nuovi imprenditori interessati a investire sul nostro territorio. Così come stiamo lavorando per valorizzare la vocazione turistica della nostra area, inserita nel Parco del Ticino e già al centro di un nuovo sistema turistico, quello dell’Abbiatense e del Magentino, il primo della provincia di Milano. Quindi, per rispondere al vostro quesito, vedo un futuro pieno di opportunità, legate alla grande sfida di Expo 2015, che dovremo saper cogliere e mettere a frutto.
Tutti – istituzioni, famiglie, imprese, lavoratori – siamo chiamati a un forte senso di responsabilità.

Cosa rappresenta il Palio di San Pietro per Abbiategrasso e quale futuro vede per questa manifestazione?
Il Palio è un momento di festa e di incontro, un’occasione per tenere vive le nostre tradizioni, per condividere la nostra appartenenza alla città.
Ringrazio, quindi, il gruppo che ne cura l’organizzazione – l’associazione Amici del Palio di San Pietro – per l’impegno e l’entusiasmo che ogni anno dimostra nel proporre questa manifestazione così come molte altre iniziative di intrattenimento a favore della città e di tutto il circondario. Un momento “della gente per la gente”, come loro stessi amano definire il palio.

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1 commento a “L’agorà nella Valle del Ticino”

  1. Pantalone scrive:

    Ma che film ha visto, caro signor sindaco?
    Abbia il coraggio di dire la verità, soprattutto sulla sua amministrazione.

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