27 Dicembre 2008

Mare, profumo di mare… alla scoperta della perla del Salento

di Daria Castaldo (Blog Castro. Racconti di Viaggio)

Veduta di Castro Marina

Veduta di Castro Marina

Dopo quattro giorni fermi nello stesso posto si fa prepotente quella voce nomade che abbiamo dentro, che chiama e ci trascina in strada, alla scoperta di tutto quello che dopo Gallipoli ancora ci riserva il magico Salento.
Il sole è già forte e ben piazzato in alto quando decidiamo che ormai è ora di andare: navigatore satellitare piazzato in direzione di Castro, pieno di benzina e tanta voglia di tuffarsi nelle acque più pulite d’Italia.

Chilometro dopo chilometro Gallipoli dietro di noi è sempre più lontana, l’auto scorre piano tra strade e terre di nessuno mentre la temperatura comincia a salire; più camminiamo più l’asfalto dell’autostrada diventa rovente, il cielo rarefatto e brillante e l’aria condizionata sembra non essere mai abbastanza fresca.
Strade statali e provinciali si susseguono tra i campi bruciati dal sole, filari lunghissimi di uliveti imponenti scorrono uno dietro l’altro dal finestrino, mentre attraversiamo Manduria, la terra del vino. Dopo tanta strada e terre arse e selvagge finalmente in lontananza si vede il mare.

Una striscia blu dipinta in mezzo alle colline a picco sul mare, che si fa più intensa e di una bellezza imbarazzante man mano che ci avviciniamo al centro abitato. Una stradina in discesa costeggiata da casette bianche e minuscole ci porta su una terrazza del Paradiso: è Piazza Dante, il cuore pulsante di Castro Marina, un palcoscenico d’eccezione per uno spettacolo della natura che non ha possibilità di replica: nascosto da cale rocciose c’è il mare, un mare innocente e cristallino, che nutre una vegetazione incontaminata e l’anima di chi vive in questo posto straordinario, baciato dal sole e dimenticato dall’angoscia dei tempi moderni.

Lasciata l’auto ingombrante tra i vicoletti stretti, ci guida l’odore del sale e l’ansia di scoprire questa terra, di spogliarci e tuffarci in queste acque… sollevo gli occhiali per sentire il sole sulla pelle… poche signore sedute ai tavolini del bar, le voci e i tonfi in acqua dei ragazzi in lontananza… Il tempo sembra essersi fermato in questa piazzetta, circondata da ringhiere in ferro battuto in perfetto stile Belle Epoque.

Questo tratto di costa salentina è roccioso e aspro, Madre Natura non ha donato a Castro spiagge o distese verso il mare ma solo pareti ruvide e selvagge di una bellezza mozzafiato: scoglio dopo scoglio, con i piedi indolenziti, si arriva in acqua, un tuffo ed è un’esplosione dei sensi…

Il giorno scorre lento in questi luoghi, il sole sembra non tramontare mai e ci accompagna in una lunga passeggiata su per il sentiero a strapiombo sul mare, che ci conduce fino alla zona più alta di Castro marina. All’altezza di una tabella enorme “Mare vivo”, troviamo ferme tantissime auto, un via vai di persone con buste piene ed un odore inconfondibile di pesce fresco. Ci avviciniamo incuriositi e ci ritroviamo su una terrazza enorme, affacciata sul golfo e sul mare aperto, con tavoli, sedie e gente seduta a consumare una golosissima zuppa di cozze in pieno pomeriggio! Ci troviamo di fronte ad un vero caso “dal produttore al consumatore”!
Da qua su, il cielo sembra più vicino e le mura del castello, che domina la Castro alta, sembrano sfiorarlo con delicatezza, mentre al calar del sole si tinge di rosa e di poesia…

(Foto di Freddyballo rilasciata in licenza GFDL)

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