Seguire i percorsi dei santi che la nostra cara terra ha ospitato, è di per sé un’impresa avvincente.
Si entra nel vivo della storia, si ripercorrono vicende che hanno plasmato la nostra Italia.
Se poi il personaggio in questione è San Francesco d’Assisi, il viaggio si fa incanto e passione.
Dico questo perché sto per raccontarvi una giornata trascorsa in uno dei santuari più visitati tra i luoghi francescani: il Santuario della Verna.
Era il primo maggio di circa dieci anni fa. Com’era consuetudine alcuni miei compaesani, capeggiati dal parroco, si riunirono per visitare un luogo di culto e fare un picnic all’aria aperta.
Quell’anno fu deciso di scegliere Chiusi della Verna.
Il gruppo dei “veterani” fu arricchito da due new entry: il sottoscritto e un “forestiero” della lontana Lombardia.
Si partì nel primo mattino, sostando per l’immancabile colazione a circa metà percorso.
Giungemmo alla Verna dopo tre ore. Dalla statale E45 uscimmo all’altezza di Pieve Santo Stefano, per poi imboccare il tratto verso Chiusi della Verna.
Già la stradina locale promise bene, poiché tutto intorno a noi si estendevano intere macchie di faggi.
Il Santuario è totalmente immerso in un bosco e su di un lato è presente un profondo dirupo alto circa 60 metri.
La particolarità di questo luogo è dovuta a un momento significativo della vita di San Francesco: qui ricevette le stimmate.
Il nostro parroco celebrò una funzione alla quale noi tutti partecipammo. Subito dopo iniziarono i preparativi per il pranzo al sacco. I riti sono gli stessi da anni. Così ci dissero le “vecchie guardie”. Il sugo preparato da Tizio; i salumi nostrani portati da Caio. Noi ci limitammo a mangiare e ad apprezzare il lauto pasto!
Dopo un breve riposino, iniziammo la visita vera e propria. Il Santuario è composto in primis da una grande Basilica. Al suo interno è conservato un prezioso organo, corredato da ben 5700 canne.
Oltre alla Cappella delle Reliquie, dove si conservano oggetti personali di San Francesco, accanto alla Basilica, troviamo la Chiesetta di Santa Maria degli Angeli, la parte più antica dell’intero complesso.
La Cappella delle Stimmate è luogo di quotidiane rievocazioni, da parte dei frati, del ricevimento delle stimmate del Santo nel lontano 1224.
Fu la discesa nella parte sotterranea a suggestionarci maggiormente.
Appena qualche gradino e trovammo la Cappella della Maddalena, arroccata sulla roccia.
In fondo alla scalinata arrivammo di fronte al Sasso spicco: una grandissima roccia che propende in avanti, fortunatamente senza mai cadere!
I più fifoni, come me, ebbero un po’ paura, specialmente dopo aver visto la grotta dove Francesco pregava nelle fredde e lunghe nottate. Qui si vede distintamente la parte di roccia in cui si coricava.
Insomma, lo spettacolo fu emozionante.
Durante il resto della giornata avemmo modo di toccare con mano l’affluenza al Santuario dei visitatori.
Un via vai di fedeli e curiosi, che facevano la spola tra il luogo sacro e la sala dei ricordi e dei souvenir: un piccolo negozio in cui è inevitabile acquistare un ricordino, da conservare gelosamente o riportare ai parenti.
Ho rievocato quel giorno poiché ne conservo un ricordo bellissimo. Sono tornato altre volte, a dire il vero, alla Verna. Senza, però, eguagliare le stesse emozioni che provai in quel mitico primo maggio di molti anni or sono.
(Foto di Gunnar Bach Pedersen in pubblico dominio; di Gaspa in licenza Creative Commons)
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