A dispetto del nome, non molto rassicurante, il piccolo paese di Mortegliano è un centro dinamico e con un passato battagliero.
In realtà pare che il toponimo derivi dal nome latino Mortelius, colono dell’epoca. Nessuna origine funesta!
Aspre guerre e devastazioni resero cupe le vicissitudini locali. L’Impero Romano, le invasioni barbariche e la dominazione longobarda posero le basi per un periodo duro a cui i cittadini cercarono, senza scampo, di ribellarsi.
Il colpo di grazia gli fu dato dagli Ungari, la cui desolazione fu colmata dall’arrivo degli Slavi. Non mancarono all’appello saccheggi e razzie che gettarono il comune nella più totale angoscia economica e psicologica.
Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’annessione all’Italia la ripresa fu come una rivendicazione dei torti subiti.
Malgrado il burrascoso passato che si porta alle spalle, il paese di Mortegliano è uno dei comuni degni d’interesse della penisola italiana. Adagiato sulle acque, un tempo paludose, del fiume Cormor, vanta un magnifico ambiente pittoresco e suggestivo la cui flora regala alla zona un panorama da invidiare. “Fiume che corre e poi muore”, ecco cosa significa Cormor… in completa armonia con il nome del borgo.
Passeggiare per le stradine di Mortegliano rievoca un’atmosfera medievale per la presenza di alcuni palazzi ancora in pietra antica e le vie pulite prive del trambusto cittadino. Il centro pare presentarsi al turista con eleganza e stile, con il suo bel campanile che sembra abbracciare il Duomo.
Alto 113,2 metri si eleva al di sopra di tutta la pianura friulana, come un pugno nell’occhio, cuspide di giorno e faro illuminato di notte, le cui luci fanno da punto di riferimento per l’intera regione.
E’ il più alto d’Italia, terzo in tutta Europa e quinto nel mondo. Il campanile si presenta con una serie di celle di colore chiaro che fanno da copertura alla struttura interna color marrone.
Orologi a forma quadrata e con numeri romani abbracciano la cima rendendo la torre una statua a tutto tondo.
Di fianco, di conformazione più larga e di statura inferiore emerge il Duomo.
Il colore rosato dell’esterno conferisce all’edificio, a pianta ottagonale, uno stile neogotico. Tre ampi portali di accesso sono anticipati dalle vaste gradinate in cemento, mentre nel giardinetto esterno due opere arricchiscono il fascino dell’edificio religioso: il Monumento all’Alpino e il Monumento del Dono del sangue. Cuspidi e rosoni rallegrano la monotonia dell’opera architettonica rendendola una sorta di antica chiesa medievale.
All’interno varie cappelle fiancheggiano le navate e dipinti, statue, pulpiti e cantorie decorano la chiesa che si riempie di domenica mattina.
La tranquillità del luogo è avvalorata anche dalla presenza della piccola Chiesa di San Nicolò di Arnaces, una tipica chiesetta campestre friulana. Immersa nel verde, tra margherite e papaveri, è stata costruita come protezione per i raccolti e vi si accede attraverso il cosiddetto “semida”, cioè cammino di San Nicolò.
Ville e Palazzi signorili in stile ottocentesco rendono il patrimonio artistico del paesino ancor più singolare. Alcune riversano in uno stato di degrado, altre sono ancora di proprietà di famiglie nobili e presentano giardini colorati dalle tinte dei fiori e alberi di ogni tipo e forma.
Uno degli “eventi” più attesi della località è il mercato del mercoledì. Ogni settimana i concittadini e i vicini dei paesi confinanti si ritrovano a scrutare, sempre con occhi nuovi, le bancarelle piene di prodotti.
Abbigliamento, oggetti antichi, alimentari e prodotti tipici rendono vive le stradine che si tingono dei colori dei tendoni dei banchi ambulanti. Un vero mercato arabo, dagli odori meno mediterranei e più nordici.
Il borgo, inoltre, brulica di giovani già dal crepuscolo. Bar e pub si riempiono di ragazzi e residenti in cerca di un diversivo, mentre le luci del campanile rischiarano le piazzette e penetrano negli appartamenti dei morteglianesi che si addormentano con la dolce luce soffusa che filtra dalle persiane.
(Le foto sono di Elena Cuomo)
2 commenti a “Il campanile più alto d’Italia”
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Solo per corretta informazione, Il CORMOR non è un fiume bensì un torrente, cordiali saluti!
Ciao Silviano,
grazie per la precisazione è solo che non essendo del posto mi sono informata e ho trovato che il Cormor di solito viene anche considerato un fiume.
A presto