La valle dello Jato rappresenta uno dei territori più ricchi e affascinanti della Sicilia occidentale. Ed è proprio qui che è situato San Giuseppe Jato, un piccolo comune della Provincia di Palermo.
Una terra da sempre citata, non solo per le meraviglie paesaggistiche e culturali, ma famosa anche per i risvolti di cronaca che, hanno portato alla ribalta il paese di San Giuseppe Jato come un paese di mafia e di boss. Nomea che viene subito dimenticata quando ci si ritrova a passeggiare in questa splendida cornice paesaggistica tra campi, vigneti e testimonianze archeologiche.
In questa terra l’uomo ha vissuto e lavorato fin dalle epoche più remote lasciando, come segno indelebile, le grandi testimonianze archeologiche attualmente visibili nella valle.
La città, risalente a ben 2600 anni fa e abitata ininterrottamente fino all’alto Medioevo, ha svelato non pochi tesori. Inizialmente il nome del paese era San Giuseppe dei Mortilli, così chiamato perché sorto nell’ex-feudo Mortilli che era appartenuto, fino al 1776, al Collegio dei Gesuiti di Trapani.
Il 24 dicembre 1862, San Giuseppe dei Mortilli cambia il suo nome in San Giuseppe Jato, in seguito ai ritrovamenti archeologici sul Monte Jato che hanno eletto la città a sito archeologico rilevante.
Il motivo di interesse archeologico principale consiste nella sovrapposizione di tipologie urbane diverse nei vari periodi storici. Per questo si possono ritrovare vicine, proprio nel territorio di San Giuseppe Jato, un’abitazione protostorica e il Tempio di Afrodite, del VI secolo, una vasta area ellenistica che comprende, tra l’altro, un grandissimo teatro.
In totale, i percorsi sono ventuno, tutti supportati da accurata segnaletica: “Percorsi storici e naturalistici della Valle dello Jato”.
Oltre al patrimonio culturale, il comune di San Giuseppe Jato si ritrova a ospitare, grazie alla sua ricchezza paesaggistica, ben altri tesori. Sparse tra infiniti campi, infatti, vi sono numerose case vinicole che producono vini di alta qualità, espressione chiara dei profumi e dei sapori che questa terra concede.
Si può dire che è questa l’attrattiva principale del paese che, ogni fine settimana, viene praticamente invaso da visitatori alla ricerca di nuovi percorsi enogastronomici.
A San Giuseppe Jato, infatti, il vino è il vero protagonista: l’enorme varietà di vegetazione e le infinite distese di vigneti creano un ambiente ideale per la produzione di vini di grande personalità, unicità e pregio.
Qui il vino DOC è di casa, come il famoso Feotto dello Jato.
Di recente, inoltre, sono stati avviati processi di ristrutturazione dei vigneti per la produzione di altri vini, quali Nero d’Avola, Perricone, Cataratto, Grillo e Inzolia, e la riconversione mediante reinnesto di alcuni vecchi vigneti per la produzione di vini internazionali, quali Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon.
Nelle zone più alte, invece, a circa 750 mt in Contrada Ginestra, sono stati impiantati nuovi vigneti con le coltivazioni di Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viogner.
Per gli astemi, invece, i numerosi agriturismi offrono oltre alla calorosa accoglienza una cucina unica.
Qui la parola d’ordine, nonché ingrediente segreto delle ricette, è genuinità!
Il tempo sembra fermarsi, seduti a tavola, forse a causa delle numerosissime portate - il solo antipasto ne comprende circa dieci - tra assaggi vari e non è un caso isolato: qui tutti i locali con i loro menù fissi offrono il medesimo trattamento.
I piatti tipici della tradizione siciliana che deliziano il palato, sono esaltati dai prodotti della terra dello Jato, come: le caserecce dello Jato, il prosciutto d’agnello, caponata, olive nere e bianche, formaggi stagionali, ricotta fresca, pane con olio d’oliva, salumi, bruschette varie con paté biologici. Ed ancora le conserve e il melone porceddu (melone verde scuro tipico di questa zona) per scoprire i più antichi gusti siciliani.
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