17 Febbraio 2009

Il “Parco dei mostri” nel cuore della Tuscia

di Eleonora Giuliani (Blog Bomarzo. Racconti di Viaggio)

La nuda abbandonata

La nuda abbandonata

Bomarzo è un bellissimo paese in Provincia di Viterbo che si trova nel pieno cuore della Tuscia.
Decidemmo di andarlo a visitare attratti da ciò che avevamo sentito dire a proposito del famoso Parco dei Mostri. Partimmo così in macchina, insieme a un gruppo di amici, in una calda mattinata primaverile.

Raggiungemmo la meta dopo circa due ore e, trovato un bel parcheggio dove lasciare l’auto, iniziammo la nostra gita. Prima di dirigerci verso il tanto celebre parco decidemmo, però, di fare un bel giro alla scoperta del borgo cittadino.

Bomarzo si presenta come un suggestivo centro medievale ben curato e ben tenuto dai suoi abitanti. Ricco di numerosi vicoletti in sampietrini, al suo interno è possibile trascorrere delle belle ore passeggiando e ammirando le particolari abitazioni in pietra che compaiono tra un arco e l’altro.

Dopo aver visitato e conosciuto il centro cittadino, decidemmo di andare a visitare quello che era stato il motivo della nostra visita al suggestivo borgo laziale: il Parco dei Mostri.
Raggiungemmo la meta verso mezzogiorno e, fatti i biglietti, ci inoltrammo in quello che poi avremmo definito un vero e proprio paese delle favole.

Venne creato dal nobile Orsini presso la sua tenuta e l’idea era quella di un labirinto pieno di simboli, dove perdersi tra le immense statue e le creature mostruose che esse rappresentano.
Quest’ultime sono immerse in un paesaggio verdeggiante nel quale si inseriscono in maniera quasi naturale,  pronte a creare quell’atmosfera di fiaba che aleggia nell’aria durante tutta la visita.

La casa pendente

La casa pendente

Numerosissime sono le figure mitologiche rappresentate; si passa dalla realistica raffigurazione di un Orco - che ha come testa una piccola grotta le cui finestre rappresentano gli occhi e la grande porta la bocca ben aperta - alla rappresentazione di Pegaso - un gigantesco cavallo alato completamente in pietra.

Caratteristica è anche la cosiddetta Casa Pendente la quale, con le sue pareti e i suoi soffitti inclinati, crea un effetto suggestivo sia per chi guarda da fuori la struttura e sia per chi decide di entrarci dentro a visitarne i piccoli vani.

Naturalmente queste sono le più suggestive e le più caratteristiche, ma tantissime altre sono le statue che compaiono tra un albero e l’altro; c’è la Tartaruga, Ninfeo, la Nuda abbandonata, Plutone, l’Elefante, il Vaso Gigante, il Drago e altre ancora, delle quali non ricordo il nome ma non per questo meno attraenti e suggestive.

Naturalmente per noi, posti di fronte a quello spettacolo ammaliante, rappresentava un vero e proprio divertimento il creare delle pose plastiche vicino a quelle enormi opere d’arte per scattare delle foto che avremmo portato sempre nel nostro cuore.

Dopo esserci dilettati a immortalare qualsiasi figura comparisse lungo il nostro cammino, cominciammo a sentire un leggero languorino.
Sapevamo perfettamente che all’interno del parco era possibile usufruire del ristorante adibito ai visitatori ma, per nostra scelta, decidemmo di trascorrere il resto della giornata nell’area pic-nic, mangiando i semplici panini che avevamo preparato con cura da casa.

Dopo esserci rimpinzati, i ragazzi organizzarono una divertente partita  a calcetto e coinvolsero anche altri giovani che si trovavano lì come noi a trascorrere qualche ora tra la calma della natura. Noi ragazze, al contrario, ci sdraiammo al sole a goderci quel primo caldo di stagione e, tra tante risate e numerosi commenti sui bei “mostri” visti durante tutta la giornata, aspettammo il tramonto prima di rimetterci in marcia verso le nostre macchine che ci avrebbero ricondotto a casa.

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