28 Febbraio 2009

Tra arte della ceramica e danze propiziatorie

di patrizia perna (Blog Roccapiemonte. Racconti di Viaggio)

Piazza della Basilica di Materdomini

Piazza della Basilica di Materdomini

Ai piedi del monte Solano e a pochi passi da Salerno, si può ammirare la graziosa cittadina di Roccapiemonte che, con i suoi appena novemila abitanti, sorge nei pressi della riva sinistra del fiume Solofrana.

Decido di visitare il paesino incuriosita da quello che si racconta sulla sua festa principale, attrazione per gli abitanti e per i cittadini dei comuni limitrofi.
Salto in auto in una calda mattinata di primavera e mi dirigo verso la città alla scoperta delle sue tradizioni.

Pochi chilometri ed eccomi arrivata nella piazza principale del paese: graziosa, ben curata, avvolta da una piacevole atmosfera di quiete.

Lascio l’auto e passeggiando per le stradine rocchesi non si può non notare la religiosità del luogo che si manifesta nelle molte edicole votive, incavate nelle storiche mura del paese e che si mostrano alla vista dei passanti come a ricordare la loro storia risalente al XII secolo.

Il Santuario di Santa Maria di Loreto, risalente allo stesso periodo, saluta i turisti dall’alto di un’antica muraglia rocciosa chiamata Monte Caruso. E’ impossibile non notarlo, domina possente il centro del paese!

Ancora ricordo le parole di mia madre quando racconta commossa che, quaranta anni fa, insieme al mio papà, scelsero come location del loro scambio di amore eterno, la Basilica di Materdomini, la stessa che aveva suggellato il loro primo incontro.

Roccapiemonte è tutta lì! Intorno al nucleo originale sorto proprio nei pressi dell’antica cattedrale si possono scorgere le nuove costruzioni edificate negli ultimi vent’anni: casette in stile moderno che rinnovano il centro storico cittadino e che si fondono armoniosamente tra di loro.
Un connubio di antico e moderno che non dispiace agli occhi del visitatore.

Fiore all’occhiello della cittadina, e motivo della mia gita, è la Festa del Majo, che affonda le sue origine nel lontano Seicento. La manifestazione, che si rinnova di anno in anno, consiste nel condurre per le strade del paese ramoscelli addobbati di foglie e fiori che richiamano alla fecondità della flora propria del luogo.
Centinaia di bambini festanti accompagnano il corteo animandolo e donandogli quella sorta di meravigliosa ingenuità che riscontro anche negli occhi degli abitanti che, durante i festeggiamenti, sembrano ritornar fanciulli.
Il corteo termina nel piazzale della Basilica dove i rappresentanti delle città di Nocera Superiore e di Roccapiemonte si scambiano le rispettive fusciacche e salutano la madonnina che, a sua volta, dà il benvenuto ai passanti dal campanile della cattedrale.

Edicola votiva

Edicola votiva

Con vivo interesse mi appassiono alla storia di un attempato signore che, con modi dolci e garbati, mi spiega che la rappresentazione ricorda il saluto che i feudatari e i soldati dell’antichità porgevano all’abate, rettore del convento e personalità molto importante dell’epoca.

Sotto ai miei occhi curiosi e avidi, inizia a snodarsi intorno ai primi cittadini la danza dei ballerini che stringono nelle loro mani ramoscelli di viti adornati con fiori e coinvolgono i presenti nella loro danza. I gesti e le movenze sembrano quasi invocare la natura a non fermare il suo decorso e a arricchire la loro terra di prodotti, come del resto avviene ormai da secoli.

Assistendo alla rappresentazione mi sembra di ritornare indietro in un tempo che non ho mai vissuto e, anche se questo non è il mio paese, partecipo allo straordinario evento coinvolta emotivamente.

Terminata la suggestiva kermesse, mi inoltro per le stradine secondarie e mi affascinano le numerose botteghe dove l’arte della ceramica si tramanda ancora di generazione in generazione.
Le vetrine sono ricche, tra l’altro, di acquasantiere variopinte e splendide nella loro semplicità che ritraggono i vari momenti della Beata Vergine che abbraccia suo figlio come simbolo di fecondità assoluta.

Continuo a girovagare per un altro po’ tra gli empori fino a che il tempo a mia disposizione per visitare la città finisce. Torno a casa ma, indelebili nella mente, mi restano i ricordi delle danze a cui ho assistito poco prima!

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