Il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci intervistato per Comuni-Italiani.it
Cos’è che fa di Ravenna, parafrasando una sua dichiarazione, “una città a misura d’uomo e in cui è bello vivere”?
Beh, diverse cose. Innanzitutto i miei concittadini: i ravennati sono persone schive, ma molto generose e con un grande senso civico. Poi la dimensione dato che Ravenna è una città che giri bene in bicicletta e anche a piedi.
Ed ancora: la bellezza dei luoghi in grado di suscitare sempre, anche se vivi qui da tanti anni, la stessa identica emozione.
Infine Ravenna è una città ospitale dove si mangia molto bene: anche questo mi sembra sia un elemento da non disprezzare.
Un suo obiettivo è quello di fare di questa città una “Capitale europea della cultura”. Su quali elementi si costruisce questo traguardo?
I ravennati hanno la cultura nel loro DNA. La città valorizza il suo prezioso patrimonio di monumenti con un ricco calendario di eventi: dalle mostre ai concerti, alle rassegne musicali e cinematografiche. L’obiettivo che ci siamo posti è certamente molto ambizioso, ma il percorso che abbiamo deciso di fare per raggiungerlo è altrettanto importante.
I fattori su cui puntare sono tanti e abbiamo individuato nel senatore Sergio Zavoli la personalità in grado di guidare il comitato che dovrà aiutare Ravenna a raggiungere questo importante traguardo.
Un simbolo della cultura cittadina è sicuramente Dante Alighieri, le cui spoglie qui riposano. Che riflessi ha oggi questo legame?
Alle celebrazioni dantesche Ravenna dedica praticamente tutto il mese di settembre. Da qualche anno le varie iniziative – conferenze, letture della Divina Commedia nelle varie lingue del mondo, spettacoli, incontri - sono unificati in un unico calendario.
Il legame dei cittadini con Dante è fortissimo, il che si traduce nel desiderio altrettanto forte di confermare, anno dopo anno, l’assoluta attualità e profondità dell’opera del Sommo Poeta, dedicandole appunto una serie di eventi che si svolgono non solo nei luoghi danteschi per eccellenza, ma in tutta la città.
Quali altri appuntamenti e luoghi fotografano, a parer suo, l’identità storico-culturale della città?
Fra gli appuntamenti sicuramente il Ravenna Festival, che si è ritagliato un posto nel panorama internazionale degli eventi musicali di grande prestigio e che, grazie al progetto “Le vie dell’amicizia”, prosegue l’antica tradizione di crocevia culturale della nostra città.
I luoghi sono tanti e tra questi ovviamente gli otto monumenti bizantini siti Unesco e senz’altro la tomba del Poeta, cuore della zona dantesca. Questo monumento è il simbolo dell’amore dei ravennati per la letteratura e della generosità della nostra città, l’unica che accolse “il ghibellin fuggiasco”.
Ma ci sono anche le pinete, le aree naturalistiche e le spiagge, dato che è molto forte qui il legame con il mare e con la natura. Insomma: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Lei è Sindaco dal 2006. Quali cambiamenti si sono verificati per la città, in questa prima parte del mandato?
In questi due anni abbiamo dotato la nostra città di strumenti importanti per uno sviluppo di qualità. Strumenti come il Piano strutturale comunale (il vecchio Prg, per intenderci), il Regolamento urbanistico edilizio, il Piano energetico comunale, il Piano del traffico - che diventerà presto operativo - e il Piano dell’arenile.
Abbiamo lanciato diverse idee e progetti: tra tutti il “Mare d’Inverno”, per non limitare la stagione turistica a quella estiva. Abbiamo potenziato le iniziative di animazione e proseguito gli interventi sull’arredo urbano per rendere il nostro centro storico sempre più appetibile per i turisti.
Ora, dopotutto, è presto per parlare di cambiamenti radicali. Ravenna è una città in movimento: il lavoro che stiamo facendo sta cominciando a dare i suoi frutti.
Le sfide da vincere per i prossimi anni?
Una su tutte: superare la crisi economica. Il Comune di Ravenna, pur nelle difficoltà di bilancio, farà la sua parte per sostenere le famiglie e le imprese.
Ammontano a circa 280 milioni di euro gli investimenti pubblici che potranno essere realizzati nel 2009, considerato oltre all’impegno del Comune, quello di Autorità portuale, Hera, Romagna Acque e Anas.
C’è la nostra massima disponibilità ad accelerare gli iter di quei progetti compatibili sia con gli strumenti urbanistici che con l’ambiente.
Dal punto di vista economico e infrastrutturale, che ruolo gioca Ravenna nell’area provinciale e regionale?
La capacità di fare sistema è la prima regola di un buon marketing territoriale. La provincia ravennate contiene in sé elementi di diversità in grado di integrarsi fra loro. Penso ad esempio alla variegata offerta turistica del territorio provinciale nel suo complesso.
Ravenna può contare su un’economia basata non su un unico, ma su diversi settori, tra cui spicca quello legato al porto, che oltre ad essere l’unico della regione Emilia-Romagna, è uno dei più importanti scali commerciali a livello nazionale. Lavoriamo per renderlo sempre più competitivo: i trecento milioni di euro di interventi programmati (alcuni già in corso) vanno in questa direzione.
Se la multisettorialità è il punto forte della nostra economia, la carenza di infrastrutture invece è il “tallone d’Achille” di Ravenna. Su questo tema da anni stiamo facendo pressing nei confronti dei vari governi nazionali. Con scarso successo, a dir la verità! L’E55 (strada europea, N.d.R.) è un’opera non più rinviabile per il porto e per l’economia ravennate in generale.
Cosa dà Ravenna al calcio e quanto è presente la cultura sportiva nella comunità locale?
L’impegno della nostra città per la sua squadra di calcio è importante. Per quel che mi riguarda, quando non ho altri impegni, seguo le partite del Ravenna quando gioca in casa. Ma sono un appassionato anche di altre discipline sportive, come la pallavolo, che qui è forse lo sport “nazionale”.
Nella nostra città ci sono centinaia di associazioni sportive, i praticanti sono migliaia e c’è una forte e radicata cultura sportiva. Siamo orgogliosi quando qualcuno di noi raggiunge importanti traguardi.
Pensiamo solo alle migliaia di cittadini che sono scesi in piazza due anni fa per festeggiare la promozione del Ravenna, e poi l’anno scorso per Sefi Idem, medaglia d’argento alle olimpiadi.
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