22 Aprile 2009

Un tassello di storia e tradizioni dell’Agro Nolano

di Valentina Cavaliere (Blog Palma Campania. Racconti di Viaggio)

Qualche settimana fa, con l’intento di spezzare un po’ la monotonia di giornate passate al pc, immersa in attività serie e non, decisi di far visita ad una vecchia amica di università. Era passato un annetto circa dall’ultimo pranzo alla mensa dell’ateneo. Ricordavo ancora con nostalgia i nostri discorsi che, in ordine vario, spaziavano dagli appunti e dalle date degli esami agli immancabili pettegolezzi sulle vite simil sentimentali dei colleghi dei corsi. Insomma un tuffo nei ricordi sui nostri anni migliori, quelli ancora leggeri, liberi dall’amara ansia per il futuro lavorativo.

Carnevale di Palma

Carnevale di Palma

La città in cui, assieme a Carmen, la mia amica, avrei ripercorso il viale dei ricordi era Palma Campania. Media cittadina della provincia partenopea, nota ai più per il carnevale e gli scavi dell’entroterra nolano. Era la mia prima volta in città e decisi perciò di non leggere durante il viaggio per godere del paesaggio e delle piazze che avrei intravisto dal finestrino del mio autobus.

Da piazza Garibaldi del capoluogo presi l’autobus che partiva alle 10.30 per Palma. Percorsi alcune località della provincia - da San Giovanni a Pollena Trocchia, fino a Carbonara di Nola - e arrivai a destinazione un’ora e mezza dopo, leggermente intorpidita dal caldo.

La piazza in cui la mia amica mi aspettava era molto graziosa, un centro residenziale con molti alberi incolonnati ai lati della strada, ricchi di fiori primaverili sui rami, i cui petali caduti trasformavano il grigio della strada in un bellissimo manto rosa.
Io e Carmen salimmo subito in casa per ripararci dal caldo; ero felice di vederla. Ci abbracciammo a lungo, consapevoli che il prossimo incontro non si sarebbe organizzato in tempi brevi. Dopo pranzo mi propose una passeggiata in piazza per un gelato. I discorsi sui risvolti delle nostre vite e gli immancabili pettegolezzi di cui sopra erano stati già ampiamente sviscerati; restava adesso la descrizione di Palma, il suo paesaggio, le sue tradizioni e la sua gente, tutte informazioni da me completamente sconosciute.

Carmen adottò quell’atteggiamento preciso e diligente che l’ha contraddistinta ai tempi dell’università e che l’ha resa ai miei occhi punto di riferimento durante i periodi bravi dei corsi. A mo’ di guida turistica mi descrisse così tutte le peculiarità del posto.

Carnevale a Palma

Costume d'epoca

Cominciò col raccontarmi del Carnevale Palmese: una centenaria tradizione che si ripete ogni anno e che dura ben tre giorni, causando non pochi disagi alla viabilità. Durante la festa si alternano spettacoli di musica e danza a sfilate e concerti che, a parer della mio cicerone, non sono fac-simili delle tante, troppe, feste popolari del bel paese, ma esibizioni creative organizzate da tanti ragazzi, con la collaborazione in primis delle scuole superiori.
Ciò che differenzia questa carovana di musica e colori dalle altre, e che la rende tra le più note della Campania, è la suddivisione in gruppi di 90-160 persone, dette Quadriglie.
All’interno di queste si distinguono gli abitanti in maschera e in costumi d’epoca con strumenti musicali e giocolerie tra le mani: palle, trampoli, aste e quant’altro.
La tradizione è molto antica ed è vanto per il comune; storici di costume riferiscono di lettere ecclesiastiche antiche custodite all’Archivio Diocesano in cui si descriveva il carnevale palmese.
Carmen avvertì: “Guai a minimizzare il carnevale di qui, potresti inimicarti un’intera popolazione!”.

Oltre alle feste storiche mi raccontò anche dei tanti ritrovamenti storici, più precisamente delle scoperte archeologiche rinvenute durante i rilievi effettuati per la costruzione del collegamento tra la Valle di Lauro e l’autostrada Caserta-Salerno. Dal terreno emersero impronte di un uomo risalenti a 4000 anni fa. La scoperta fu sensazionale, non solo per la comunità scientifica, ma anche per il comune che ne fece, a ragione, motivo di orgoglio.
La sovraintendenza ai beni culturali pianificò altre fasi di scavi che portarono alla luce reperti dell’Età del Bronzo e preziosissime testimonianze della fuga della popolazione a seguito della potente eruzione del Vesuvio della seconda metà del III millennio a. C.
Carmen non è, di certo, un’archeologa esperta, ma mi riportò solo fedelmente ciò che per mesi era stato scritto sui giornali locali dopo la scoperta.

Giunte nella centrale via Marconi ci accomodammo in una caffetteria per il famoso gelato. Alzai la testa e trovai alto e maestoso il Palazzo Ducale, residenza aragonese del cinquecento, abitata nei secoli successivi dalle grandi famiglie nobiliari della zona, tra cui i Caracciolo, giusto per citarne qualcuna. La mia fedele guida, con un po’ di rammarico nello sguardo mi raccontò che, a inizio secolo, l’edificio venne proclamato d’urgenza monumento nazionale per sottrarlo all’incuria di abitanti e istituzioni e per evitare che continuasse ad essere oggetto di scempi e furti.
Purtroppo però, ancora oggi, l’edificio non vive ancora nel giusto riguardo. Lo stato di semiabbandono in cui versa è quasi un delitto per l’arte e la storia che rappresenta. Ciononostante resta un simbolo di grandezza, dormiente per così dire, e quando gli verrà fatta giustizia, con le dovute cure, ricorderà a molti che Palma Campania non è solo un paese di provincia, bensì un pregiato tassello per tutto l’Agro Nolano.

Almeno è quello che pensai salutando Carmen una volta salita sull’autobus che mi avrebbe riportato nel caos di Napoli.

(Foto 1 e 2 di Fiore S. Barbato in licenza Creative Commons)

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