Il Sindaco di Novara Massimo Giordano intervistato per Comuni-Italiani.it
Per cosa la Novara di oggi rende orgoglioso un novarese doc come lei?
La qualità della vita della nostra città, il senso di appartenenza, l’attaccamento alle tradizioni, l’essere una città un po’ piemontese e un po’ lombarda; con l’istinto della conservazione per le cose buone che abbiamo, ma anche la capacità di guardare alle novità con spirito positivo.
Poi il grande senso civico dei miei concittadini. Un esempio? In pochi anni siamo diventati la prima città capoluogo in Italia per la raccolta differenziata, con percentuali che vanno oltre il 70 per cento. Questo grazie all’amministrazione comunale, ma soprattutto grazie ai Novaresi.
Una città che in quanto ad arte e storia ha molto da offrire. Quali risorse occorre valorizzare per rilanciare il turismo?
Il turismo è per noi un settore di sviluppo interessante. Abbiamo investito molto su questo fronte negli ultimi anni, lavorando in particolare sul recupero dei beni culturali ed architettonici e sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Nel 2011 avremo completato la ristrutturazione del Broletto ed il restauro dei quadri della Galleria Giannoni, che è una collezione molto interessante a livello nazionale.
Poi stiamo ultimando il recupero del castello che diverrà la cittadella della cultura, con spazi museali e per mostre temporanee. E’ in corso anche la ristrutturazione della Basilica di San Gaudenzio e della Cupola antonelliana, che sono i monumenti simbolo della città.
Con il piano regolatore infine abbiamo operato scelte in favore dell’insediamento di nuove strutture ricettive, che nella nostra città sono ancora oggettivamente poche.
Da “piazza delle erbe” a piazza dei Martiri, quali luoghi costruiscono l’identità storica di Novara?
Come dicevo, in primis la Basilica di San Gaudenzio con la monumentale Cupola - opera del celebre architetto Antonelli. Poi il Broletto (l’antico centro della Novara medievale, ndr); il Castello, commissionato nel Trecento da Gian Galeazzo Visconti; il Teatro Coccia del XVIII secolo e certamente le nostre piccole e grandi piazze, sempre animate da manifestazioni ed eventi in particolare con la bella stagione.
Tra gli eventi più attesi, la rievocazione della “Battaglia della Bicocca”. Cosa rappresenta per la comunità novarese?
Con essa si ricorda la drammatica battaglia di Novara - detta anche “della Bicocca” dal nome del quartiere che fu teatro di violenti scontri - con la quale si chiuse la Prima Guerra d’Indipendenza Italiana e i cui caduti sono commemorati da una Piramide Ossario.
Si tratta di un’operazione culturale molto importante, a mio avviso, che mette in campo molti soggetti per la realizzazione di un evento che si ripete di anno in anno e che certamente può essere ulteriormente valorizzato in termini turistici.
La vita culturale della sua città ruota attorno a numerosi altri momenti ed istituzioni
Novara è molto legata all’attività del suo teatro. I novaresi hanno una vera passione per il nostro Teatro Coccia, che è un teatro di tradizione e che spicca per la produzione di opere liriche. Ma anche le iniziative nel settore della musica incontrano un buon successo: fra l’altro a Novara abbiamo, oltre al Coccia, istituzioni importanti come il Conservatorio e l’istituto civico musicale Brera che sono molto seguite.
Infine in questi anni abbiamo promosso numerosi festival: dal festival del Gospel, al festival del Jazz, allo Street Festival che è una rassegna di musica da strada molto suggestiva. Sono tutte iniziative nate di recente, ma che hanno conquistato in fretta il gradimento dei novaresi e dei turisti.
Completato il giro di boa del suo secondo mandato. Verso quali priorità per il territorio si è indirizzata la sua Amministrazione?
Le priorità erano in particolare il completamento della grandissima mole di opere pubbliche avviate nel primo mandato ed il completamento delle infrastrutture, che dovranno fare di Novara uno degli snodi più importanti a livello europeo, in particolare relativamente al traffico delle merci.
Riguardo al primo punto direi che le iniziative avviate sono davvero molte, come il recupero del nostro castello visconteo, del Broletto; numerose opere viarie; la realizzazione di un grande parcheggio interrato nei pressi dell’ospedale; il campus universitario; il recupero del De Pagave che diverrà una cittadella dell’anziano… Riguardo al secondo punto occorre che il Governo acceleri la realizzazione ed il completamento delle grandi opere viarie come i corridoi 5 (Lisbona-Kiev, ndr) e 24 (Genova-Rotterdam, ndr).
Alla luce di questo lungo elenco di opere in realizzazione, che futuro si prospetta per la seconda città del Piemonte?
Certamente siamo in una fase delicata che l’attuale crisi economica ha aggravato. Noi puntiamo sulla realizzazione delle infrastrutture che avranno l’obiettivo di attirare nuove imprese sul territorio. Abbiamo già numerose offerte, ma ancora ci mancano alcuni degli strumenti necessari ad insediarle, come le aree industriali, che purtroppo in passato non sono mai state realizzate.
Quindi a differenza di altri territori noi abbiamo una prospettiva positiva per il futuro, che è comunque prossimo. Occorre superare con slancio questa fase di transizione.
Sul fronte economico, qual è lo stato di salute del territorio?
Direi che le nostre imprese stanno reggendo abbastanza bene alla crisi, a parte alcuni casi di oggettiva difficoltà. Il tessuto economico è ricco e soprattutto per noi vale il discorso delle prospettive future. Come dicevo, rispetto ad altri territori, credo abbiamo una “marcia in più”.
2 commenti a “La marcia in più di una città lumbard e sabauda”
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.
Massimo sei un grande!!! Mi piacerebbe avere un sindaco come te nel mio comune!!!
Maurizio da Seveso