30 Aprile 2009

Perchè proprio qui la “vita è bella”…

di Marcello Di Sarno (Blog Arezzo. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani intervistato per Comuni-Italiani.it

Qual è l’elemento di distinzione di questa città e della sua gente che la rende orgoglioso come sindaco e concittadino?
La storia di questa terra e la forza di carattere di chi la abita. Arezzo vive un momento difficile, come già accaduto in passato. La sua gente è stata capace di “inventare” soluzioni e strade nuove in ogni momento. E’ questa capacità che mi rende orgoglioso dei miei concittadini e certo che sapremo superare, tutti insieme, anche questa crisi.

Giuseppe Fanfani

Una città che cerca di rilanciarsi anche a livello turistico, obiettivo che lei persegue in prima persona, avendo tra le sue deleghe la “Promozione della città”. Su quali aspetti punta in tal senso?
La principale azione è quella della riqualificazione del centro storico e, più complessivamente, della zona centrale della città. Arezzo è bella e deve continuare ad offrire la migliore immagine di sé.
Poi abbiamo le grandi manifestazioni che la caratterizzano: la Giostra del Saracino, la Fiera Antiquaria, il Concorso Polifonico. Le mostre continuano a rimanere una costante: dopo Piero della Francesca e La Minerva, abbiamo adesso i Della Robbia.
Il nostro obiettivo è individuare con tutti i soggetti pubblici e privati del territorio una strategia complessiva di promozione, che sia capace di inserire Arezzo nei circuiti dei principali tour operator. Puntando, quindi, sul turismo come fattore economico stabile e non stagionale o, addirittura, legato a singoli eventi.

Una città che offre nei suoi luoghi simbolo un set naturale per pellicole da Oscar.
Le immagini sono quelle del centro storico, a cominciare da Piazza Grande che è stata location di alcune scene de “La Vita è bella” di Roberto Benigni, legato moltissimo ad Arezzo.
Tra poco avremo una carta in più da giocare e cioè la Fortezza Medicea, luogo bellissimo, belvedere naturale che per troppo anni è rimasto isolato e trascurato. E che noi renderemo luogo di aggregazione con ristoranti e bar.

Parlando di grandi manifestazioni, ha citato la rievocazione della “Giostra del Saracino”. Cosa rappresenta per la comunità aretina?
Non solo il suo biglietto da visita ma anche un elemento del suo Dna storico e sociale. La Giostra viene vissuta tutto l’anno dai quattro quartieri (Porta Crucifera, Porta del Foro, Porta Sant’Andrea e Porta Santo Spirito, ndr) e trova le sue massime espressioni nelle due edizioni annue di giugno e settembre, ospitate in Piazza Grande.
Il successo è confermato dall’esaurimento dei biglietti ancora prima dello svolgimento della manifestazione e dal fatto che turisti stranieri tornano più volte ad Arezzo, anche soltanto per assistere a questa rievocazione storica.

La storia di questa terra, da Guido Monaco al Play Art Festival, ci consegna anche un forte legame con la musica.
Arezzo è tradizionalmente legata alla musica. Guido Monaco rappresenta un punto di riferimento ideale ma sono molte le manifestazioni che testimoniano l’attenzione della città alla musica, di ogni genere. Pensiamo al Concorso Polifonico che ha ormai oltre mezzo secolo di storia; alla lunga esperienza di Arezzo Wave che adesso si è trasferita in altre città della Toscana; all’attuale manifestazione Play Art Festival che quest’anno, ad esempio, porterà in città artisti come Patti Smith e Tracy Chapman.

Il territorio aretino ha dalla sua un’antica tradizione in campo economico. Una tradizione che continua nel presente?
Arezzo rimane uno dei poli nazionali del settore orafo. La crisi del settore è ormai strutturale e dobbiamo mettere in conto un suo naturale ridimensionamento. La nostra volontà è comunque quella di sostenerlo in ogni modo, soprattutto con politiche di promozione da attuare congiuntamente agli altri livelli istituzionali.
Il manifatturiero rimane un elemento cardine della nostra economia che può trovare elementi di sostegno e sviluppo dall’innovazione sia di prodotto che di processo. Grande attenzione ai servizi ed al terzo settore che rappresenta, soprattutto con la sua costante e progressiva qualificazione, un importante punto di riferimento non solo per le politiche sociali ma anche per l’occupazione.

Arezzo e il presente. Con quali priorità si è confrontato in questi primi anni di governo?
Due linee principali. Il nuovo Regolamento Urbanistico che è ormai prossimo all’approvazione e che delinea il futuro della città con grande attenzione sia alla tutela dell’ambiente che alla qualificazione delle costruzioni.
Poi le opere pubbliche: abbiamo concluso i lavori in piazza Guido Monaco e alle rotonde di Olmo e San Clemente; inaugurati i nidi di Indicatore, Bagnoro e Il Matto; aperto il nuovo centro sociale di Battifolle ed il centro civico di Rigutino; sono stati avviati i lavori per la riqualificazione della Fortezza, elemento centrale di questo mandato amministrativo; sono in corso quelli in Piazza Grande nonché per il recupero dell’ex Caserma Cadorna che ospiterà lo sportello polifunzionale; sono pronti i progetti per il campo scuola, piazza Sant’Agostino, la Casa dell’Energia, nuovi parcheggi.

Quali appuntamenti possono disegnare un nuovo futuro per Arezzo?
Un appuntamento importante si chiama Piuss (piano integrato di sviluppo urbano sostenibile, ndr): il nostro Comune ha presentato alla Regione Toscana 31 progetti per oltre 45 milioni di euro. Contiamo molto su una risposta positiva ma la nostra azione prosegue indipendentemente dal risultato.
Il futuro della nostra città è ovviamente legato a quanto accadrà nel Paese. La sfida è quella dell’economia: con il Fondo di solidarietà attivato con Provincia e Camera di Commercio puntiamo a sostenere le imprese.
I lavori pubblici sono un altro tassello del mosaico così come quello dell’innovazione sul quale lavora un nostro apposito assessorato. Ma è evidente che lo snodo è rappresentato dall’andamento generale dei mercati: qui si gioca il vero livello della qualità della vita dei cittadini.

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