Ad Amelia, borgo medievale ben conservato dell’Italia centrale, la vita sembra scorrere con ritmi d’altri tempi. Il centro sorge su un’altura, tra le colline umbre, e domina le vallate dei fiumi Tevere e Nera, nella zona nota appunto come Amerino.
Amelia è considerata quasi il capoluogo dell’area, di sicuro ne è il punto di riferimento storico e culturale. È infatti una delle più antiche città italiche, prima degli Umbri e poi dei Romani con il nome di Ameria. Tanto conosciuta da essere addirittura citata da Plinio il Vecchio nella sua “Storia Naturale”. L’autore latino riprende quanto scritto da Catone nelle Origines: la fondazione di Amelia risalirebbe al 1134 a. C. Della città si legge anche in una arringa di Cicerone: Amelia è segnalata come un municipio militare romano iscritto alla tribù Clustumina.
Testimone del periodo romano di Amelia è la statua in bronzo di Germanico e gli ambienti delle cisterne esposti nel Museo Archeologico, uno tra i più importanti della Regione.
L’atmosfera che si respira oggi tra le vie di Amelia è suggestiva: se a nord il centro storico della città è protetto da uno sperone roccioso, il resto è circondato da massicce mura poligonali del VII – IV sec. a.C., ancora in buono stato.
Particolarmente interessante è la fortificazione pre-romana che si può ammirare ai due lati della Porta Romana, formata da blocchi di calcare allo stato grezzo. Un’opera imponente, massiccia, alta circa 15 metri, che ha affascinato i viaggiatori europei del settecento, tanto che diffusero la credenza che le mura avessero un’origine mitologica.
La parte superiore, di epoca medievale, completa l’imponente opera difensiva. Tutta la struttura è stata ottenuta grazie alla sovrapposizione di massi, senza alcun tipo di cemento o malta. Il visitatore può fare questa passeggiata storica seguendo un apposito sentiero, ben segnalato. Purtroppo una parte di questa mura ciclopiche nel 2006 ha subito un crollo, le cui cause non sono ancora chiare.
Al di là delle mura (il monumento più importante di Amelia), tutto il centro è punteggiato di palazzi storici e nobiliari che all’interno conservano sale affrescate. Molti di questi edifici risalgono al ‘700, altri a periodi precedenti. Tra i più importanti ci sono Palazzo Petrignani, Palazzo Nacci, Palazzo Farrattini, Palazzo Venturelli e Palazzo Battista Geraldini.
Numerose e di gran pregio le opere d’arte conservate nelle chiese di San Francesco e di Sant’Agostino, mentre all’interno della chiesa di San Magno, è conservato un prezioso organo del XVI secolo.
Sul punto più alto del paese, decisamente panoramico, c’è il Duomo dedicato a Santa Fermina, di lato la Torre Civica che risale all’XI secolo e che ricorda il periodo comunale.
Eppure Amelia non è solo storia: attorno al borgo i boschi di lecceti secolari si alternano a vaste estensioni di macchia mediterranea e agli uliveti che caratterizzano tutta l’Umbria.
E infatti tra i prodotti di eccellenza del territorio amerino vi sono proprio l’olio e il vino. La sua cucina è rustica e gustosa, grazia agli ingredienti di qualità come la selvaggina. I più viziosi possono approfittare della visita per gustare alcune specialità come le palombe alla leccarda preparate secondo la tradizione che prevede una cottura allo spiedo sulla fiamma viva. In un recipiente si raccoglie il sugo di cottura, chiamato leccarda, che dà appunto il nome al piatto. Al sugo si aggiunge olio, sale, salvia, aceto e olive tritate e poi spalmato sulle polombe cotte e su crostini di pane tostato. Tra i dolci, da non perdere i Fichi Girotti, creati da Merigo Girotti nel 1830, un piatto conosciuto oggi in tutta la penisola. Sono fichi secchi farciti di mandorle, noci o canditi. Esiste anche un’altra ricetta con il ripieno di nocciole e cioccolato.
Insomma Amelia è da non perdere!
(Foto di Walter Mannai, per gentile concessione)
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.