8 Aprile 2010

Un museo da ascoltare

di Monia Melis (Blog Bitti. Interviste Musei)

Il museo visto dall'esterno

Il Museo visto dall'esterno

Il canto a tenore sardo è un’espressione della cultura agropastorale della Sardegna, è uno stile originale e unico che non ha subito influenze esterne. È diffuso in zone e paesi anche distanti tra loro, con piccole varianti, le sue origini sono antichissime e la tecnica è stata tramandata oralmente fino ad oggi. Per il suo valore è stato addirittura riconosciuto e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, come uno dei pochi beni immateriali. Si tratta di un canto a quattro voci, senza nessuno strumento di accompagnamento, i cantori sono tradizionalmente uomini e sfruttano le sfumature delle corde vocali. Le quattro voci si pongono uno di fronte all’altro disposte a cerchio e sono sa contra (baritono), su bassu (il basso), sa mesu boche (il contralto) e sa boche (la voce solista).

Uno dei paesi più famosi per questo tipo di canto è Bitti, nel Nuorese, il cui gruppo è conosciuto e fa concerti in tutto il mondo. A Bitti è stato allestito il Museo del canto a tenore, unico in tutta l’isola. L’area espositiva rientra in un percorso più articolato che comprende un sito archeologico nuragico e un museo dedicato alla civiltà contadina.
Giulia Boco, guida del museo e lavoratrice della cooperativa Istelai, intervistata per il blog Comuni-Italiani.it.

Dove si trova il museo?
È una struttura architettonica articolata, con più costruzioni. Si trova nel centro storico del paese, nel quartiere di Monte Mannu, vicino alla chiesa parrocchiale.
Sono edifici recuperati da una casa tradizionale bittese, con pavimenti “a taulatu”, in legno e soffitto di canne e travi di ginepro. In un’ala è ospitato il Museo della civiltà contadina e pastorale, in cui sono esposti degli attrezzi caratteristici e che ora non si usano più. Di fronte c’è il Museo del canto a tenore, in una palazzina con più piani.

Come è organizzata la visita?
Giù al pian terreno ci sono quattro computer che contengono numerosi dati sul canto a tenore, sulla sua diffusione, sulle differenze geografiche, sull’origine molto antica. In realtà il canto è un’espressione culturale viva, si è quindi modificato nel tempo per cercare di venire incontro alle esigenze moderne, almeno nei temi. Ci sono infatti canzoni che parlano di guerra, di speculazione edilizia e di inquinamento che sono molto attuali. Insomma il canto non è isolato dalla realtà.
Al piano di sopra ci sono quattro colonne interattive, il cuore del museo multimediale.

I tenores multimediali

I tenores multimediali

Si può anche seguire un percorso di gruppo all’interno del vostro museo?
Certamente. Si può visitare il nostro museo da soli o in gruppo. Ad esempio nei computer sono disponibili fino a otto cuffie, mentre nella stanza con le colonne-tenores possono stare fino a cinquanta persone.

Avete del materiale d’epoca?
Sì, c’è una stanza in cui vengono proiettati a schermo intero filmati degli archivi Rai. Si tratta di interviste a vecchi tenores-pastori di molti paesi della Sardegna. C’è una saletta poi, molto riservata e raccolta, in cui ci si può dedicare all’ascolto con tutta la tranquillità necessaria grazie a un impianto Hi Fi con vari cd e un tappeto per terra con grandi cuscini. Chi viene qui può farsi una cultura, il museo è studiato e allestito nella sua globalità. Una stanza infatti completa l’altra per far conoscere tutti gli aspetti del canto a tenore.

È previsto un trasloco?
Per ora i due musei convivono nella stessa struttura…

Organizzate anche degli eventi?
Sì, di solito ogni anno, a luglio, si ripete Concordias. È una manifestazione molto seguita, per l’occasione arrivano i gruppi di tenores da tutta la Sardegna e cantano per le vie del centro storico. È un momento interessante in cui il museo si propone come punto di riferimento culturale.

Chi sono i visitatori tipo?
Normalmente d’inverno, da febbraio, ci sono i gruppi organizzati, soprattutto scolaresche che arrivano anche da Cagliari e Sassari. Le visite si diversificano d’estate quando dal continente arrivano i turisti, soprattutto italiani, che si spostano verso l’interno e sono appassionati di musica tradizionale sarda e del canto a tenores. Inoltre siamo in contatto con diverse agenzie di viaggio che propongono un pacchetto specifico con una visita nei paesi dell’interno.

Fate dei percorsi speciali per le scuole?
Sì, il museo è gestito da una cooperativa, Istelai, che ha in mano anche il parco archeologico quindi organizziamo la giornata tipo. Di mattina si visita il sito su Romanzesu, un importante insediamento nuragico, poi c’è il pranzo tipico e infine i ragazzi possono visitare il laboratorio di ceramica Terra Pintada, un marchio noto. Qui assistono alla lavorazione al tornio e alla pittura.

Riferimenti:
Museo del canto a tenore
via Mameli - Piazzeta Prof. Pittalis - 08021 Bitti (NU)
Telefono e fax:  0784-414314
Cellulare: 333-3211346

(Foto del Museo del Canto a Tenore, per gentile concessione)

  • Segnala su: Inserisci nei preferiti del.icio.us segnalo OKNOtizie Google YahooMyWeb Facebook Technorati

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.

Articoli nei Comuni Vicini: Orune (1), Nuoro (2), Mamoiada (1)