Nei miei giri per la provincia autonoma di Bolzano in compagnia del mio compagno di vita e di viaggi passammo anche per il comune di Varna una cittadina situata vicino a Bressanone, altro incantevole posto.
In realtà Varna non era esattamente nei nostri programmi ma leggendo una guida venimmo a conoscenza che nel comune vi è una splendida abbazia: l’abbazia di Novacella, costruita all’incrocio tra due importanti strade di collegamento che una volta erano vie di pellegrinaggio.
Quel pomeriggio non era particolarmente bello dal punto di vista climatico, per cui non ci dispiacque l’idea di passare un po’ di tempo al riparo dalla pioggia ampliando allo stesso tempo anche il nostro bagaglio culturale.
Parcheggiammo la macchina in uno spiazzo situato proprio dinnanzi all’abbazia ed entrammo nell’ampio cortile.
Fummo colpiti dapprima dal cartellone che spiegava tutte le informazioni sul monastero e apprezzammo l’immensità della struttura dal disegno stesso. Pensammo che ci sarebbe voluta una vita per visitare il suo interno ma in realtà scoprimmo, nostro malgrado, che era chiuso e che non ci avremmo impiegato poi molto a visitarla.
In ogni caso apprezzammo i suoi giardini, la struttura dell’abbazia e la sua chiesa, la quale era aperta al pubblico.
Non eravamo i soli a visitare Novacella, vi erano altre persone pronte a scattare la foto più bella con le loro macchine fotografiche “super professional”. Il problema era che da qualsiasi angolazione guardassi l’abbazia, questa era una meraviglia, quindi, sono convinta che alla fine della vacanza ci saremo trovati tutti con una infinità di foto dell’edificio.
Sembrava un enorme castello in pietra con le merlature in cima e alcune affreschi decorativi, coperti da tettoie in plastica applicate di recente per proteggerli dalle intemperie del tempo. Le finestre che affacciavano sulla piazza erano a semi cerchio, tale finestre erano divise in due da una piccola colonna con capitelli lineari. Altre finestre invece erano molto più squadrate, diciamo pure delle semplici finestre rettangolari con vetri e infissi in legno.
Entrammo pian piano all’interno delle mura dell’abbazia e l’aspetto di essa era ancora più bello. C’era tantissimo verde, dando ai nostri occhi una visione ancora più colorata dell’edificio. Ogni finestra aveva persino delle persiane e anche queste erano del medesimo colore. Al centro della piazza, nel bel mezzo della pavimentazione a pavè vi era un chiostro a forma di ottagono con capitelli romanici, se non erro; e degli affreschi al di sotto del suo tetto.
Il giardino, o come in questo caso il cespuglio che circondava il chiostro, era curatissimo, tagliato con grande attenzione e immergendosi in modo armonico all’interno dell’abbazia. Il verde era di un colore acceso tale da sembrare di trovarsi in un cartone animato. La torre che vedevamo da questa angolazione era affrescata e su ogni lato ospitava un grosso orologio mentre, da un lato di questa, vi era anche una meridiana sulla cima. Gli altri lati della piazza erano ancora più verdi. L’edera che si arrampicava sui suoi muri mostravano ancor di più i colori brillanti del posto e questo ci fece riflettere su quanto l’aria sia più pulita in questi luoghi rispetto alle nostre città. Perché i colori sono realmente più vivi!
Entrammo poi nella Chiesa abbaziale e apprezzammo la sua bellezza. Dal 1956 la chiesa è diventata basilica ed è ricca di volte affrescate con colori che vanno dal giallo al verde passando poi dal rosso al blu, in più gli stucchi sulle pareti affascinano chiunque entri in essa.
Dopo altri giri e foto decidemmo di rifugiarci in un locale all’ingresso dell’abbazia.
La gente del luogo è ospitale e la cosa che più mi affascina è che, nonostante ci trovavamo in Italia, c’era comunque una forte difficoltà comunicativa in quanto le influenze austriache/tedesche si sentono profondamente. Ma tra due risate e qualche frase inventata in tedesco ci siamo capiti e abbiamo potuto assaggiare il loro squisito strudel degustando un buon vino del posto!
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