A volte dimentichiamo che sulla sponda ovest della nostra penisola abbiamo un’altra piccola (per modo di dire) parte dell’Italia. Un’isola, più vicina alla Francia, ricca di verde e di blu, il blu del cielo e quello dello splendido mare. Ecco la Sardegna, terra di bellezze naturali, archeologiche e di locali da tipico gossip televisivo. Contenitore di piccoli paesi che si susseguono quasi tutti con percorsi e strade scoscese.
Proprio come Tortolì, un tipico comune dal toponimo bizzarro. Lunghe distese di spiagge bianche uniscono la terra al mare, tra queste l’affascinante spiaggia di Baia Porto Frailis, che vanta il colore dei granelli più chiari di tutta l’isola.
Piccole frazioni compongono Tortolì, come quella di Arbatax, il cui nome, probabilmente, deriva dall’arabo, anche se non ci sono mai stati contatti con tale mondo. E proprio sul litorale di Arbatax è stato girato il film di Lina Wertmüller Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, che ha permesso al paese una maggiore visibilità, soprattutto da un punto di vista turistico.
Tortolì, forse il centro più importante della Provincia dell’Ogliastra, è riuscita a passare da un’economia di tipo agricolo ad una posizione che le permette di non essere seconda ad altri comuni, grazie all’aeroporto di Arbatax che la collega, oltre alle varie città, anche a Civitavecchia.
La frazione di Arbatax, inoltre, rende famoso tutto il paese grazie alle cosiddette rocce rosse, situate nella zona del porto, chiamate così perché costituite da porfido rosso. Una vera bellezza nel panorama italiano e uno dei principali attrattori in tutta l’Ogliastra, tanto da riprendere il nome in una rassegna musicale estiva, dedicata al genere blues, che si svolge ogni anno nel piazzale degli Scogli Rossi, proprio davanti al porto, lì dove da sfondo c’è il panorama che vale più di tutto, un misto tra mare e montagna, con a capo le montagne del Gennargentu.
Fermarsi all’aspetto turistico e balneare sarebbe limitante, difatti Tortolì dà la possibilità ai suoi turisti di godere anche di percorsi religiosi, artistici e naturalistici. Il paesino, difatti, propone la prestigiosa ex Cattedrale, ossia l’attuale Chiesa di Sant’Andrea, in stile barocco, del 1600, anche se ristrutturata, con un imponente altare in marmo all’interno.
Storia e antichità si respirano nelle strade, basta dare uno sguardo alle due torri, entrambe spagnole, costruite nel Cinquecento per avvistare l’arrivo dei pirati.
Appena fuori il paese, troviamo poi il parco di San Salvatore, in cui i nuraghi, tipici simboli del territorio sardo, formano una sorta di piccolo villaggio, accompagnato anche da tombe di giganti e da menhir.
Eventi enogastronomici, sagre, feste di musica e spettacoli allietano le serate estive dei villeggianti e dei residenti, colorando, di sera, la cittadina con gli addobbi, allestiti per le occasioni.
Un considerevole menù culinario rende Tortolì davvero una città “appetibile”. Ci sono i tipici piatti salati, con formaggi gustosi e pesce fresco. Tra le specialità dei primi sono da menzionare i culurgiones, ravioli caratteristici, ripieni di formaggio e patate insaporite da erbe; e i coccoi prena, focacce a base di patate. E per dare una visione completa della cucina del posto, non dimentichiamo il settore “dolci”, in cui spicca, senza rivali a livello internazionale, il pan’ e saba, un saporito dessert a base di frutta secca, tra cui mandorle e noci.
Nulla ha, quindi, Tortolì da invidiare ad altre località marittime. Anzi c’è di più, non tutti possono vantare di essere stati “attori non protagonisti” di un film diventato famoso in tutta Italia. E poi ha un nome così simpatico che dalla prima volta che l’ho sentito lo ricordo sempre sorridendo, pensando, di primo acchito, a un dolcetto zuccheroso. E in effetti, di dolcetti ce ne sono, anche se poi i nomi hanno poco a che fare con quello del paese!
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