Una giornata di novembre destinazione il Monte Li Foi e Picerno, piccolo paesino Lucano. Partiamo da Napoli in una mattina assolata, con un cielo terso che solo le giornate autunnali possono regalare. Appuntamento alla fermata degli autobus, al bivio per Picerno, alle 10.
Siamo tutti puntuali le tre auto arrivano quasi contemporaneamente, una breve pausa per i saluti di rito, mi soffermo a guardare Picerno con il campanile che sovrasta l’abitato. La mattinata è dedicata ad una passeggiata sul Monte Li Foi, sosteremo per pranzo in un agriturismo ed il pomeriggio visita al paese.
Per raggiungere Li Foi subito dopo la stazione ferrovia di Picerno vi è una deviazione che conduce, lungo una stradina interpoderale, alla cima del monte. La stradina attraversa un paio di contrade e diventa sempre più ripida, il dislivello da superare in pochi km è notevole. In uno slargo parcheggiamo le auto.
Aria frizzante, qualche spicchio di cielo turchese, una vegetazione boschiva molto fitta ci circonda, qualche raggio di sole penetra attraverso i rami e crea fasci di luce quasi magici, un tappeto di foglie variopinte con i caldi colori autunnali. Le urla felici dei bambini, ogni passo una scoperta: un fungo nascosto tra le radici di un albero, un cespuglio di pungitopo inizia a far vedere le sue bacche, lo scroscio di una fontana, utilizzata per abbeverare le mandrie che pascolano in estate.
Qualcuno prende una palla, i bambini disordinatamente la rincorrono, cadono sul soffice tappeto di foglie, ridono, giocano, anche noi adulti ci lasciamo trasportare dalla loro felicità. La suggestiva bellezza di questo luogo, quasi incontaminato, e un tripudio di colori avvolgenti consentono di ritrovare la semplicità dell’essere, riportare alla luce quel bambino che è nascosto in ognuno di noi.
Una benefica passeggiata nel bosco e a tutti i partecipanti è venuta fame, è giunto il momento di scendere a valle per raggiungere l’agriturismo. Ci attende un sostanzioso banchetto a base di specialità caratteristiche: ravioli, fusilli, carne alla brace, cicorie, il tutto accompagnato da un buon vino locale. I bambini disdegnano il cibo che noi mamme “premurose” abbiamo portato da casa per soddisfare il loro appetito con il cibo locale. La sosta è veramente piacevole e rifocillante.
E’ arrivato il momento di visitare Picerno, il pomeriggio è piuttosto breve ed il sole tramonta presto. Il piccolo paese estende il suo territorio su tre colline dell’Appennino Lucano, dolci declivi coltivati, piccole boscaglie e una campagna irrorata dall’omonima fiumara caratterizzano il territorio circostante.
La parte nuova del paese, a parte il paesaggio limitrofo, non ha nulla di affascinante, ma il borgo antico è ricco di angoli caratteristici. Strette viuzze e vicoli si intrecciano e si accavallano nel centro storico. Il borgo trasuda la sua ricca storia in ogni angolo, la strada principale è il Corso Vittorio Emanuele, un po’ pretenzioso chiamare corso questa piccola e stretta stradina, ma le proporzioni sono rispettate, rispetto alle minuscole viuzze che lo attraversano questo è proprio un corso.
Anziane signore vestite di nero con lindi grembiuli e capelli raccolti avanzano lentamente per gli stretti vicoli, l’odore dei camini accesi si insinua nelle strade, un’atmosfera antica domina l’intero borgo.
La Chiesa Madre, dedicata al patrono San Nicola, domina l’abitato, affaccia sul corso e al suo interno sono custoditi dipinti del XVIII secolo. Tra Piazza Plebiscito e il corso sorge la trecentesca Chiesa dell’Annunziata, ammiro il bellissimo portale intagliato, mi dicono che risale al 1500, nel seminterrato della Chiesa affreschi del IV secolo d.c. sono stati riportati alla luce. Palazzotti nobiliari, del ‘700, portoni antichi adornati da bei portali in marmo attestano gli antichi fasti del paese.
Poco fuori dall’antico borgo andiamo a vedere la Chiesa dell’Assunta, del 1400, ha un soffitto decorato con vivaci colori e al centro un dipinto del 1500 raffigurante la Madonna con il Bambino. Mi spiegano che nel territorio comunale le Chiese e le cappelle sono numerose e tutte presentano un’origine antica e dei piccoli tesori spesso totalmente ignorati anche dai locali. Un buon pretesto per organizzare una nuova gita, alla scoperta delle mie radici.
E’ ora di andare, guardo ancora il piccolo borgo, ogni pietra sembra raccontare una storia, una leggenda di un tempo ormai passato ma da non dimenticare. In lontananza il Monte Li Foi con la sua imponente mole sembra tutelare il paese, lo saluto, ma è un arrivederci…
(L’ultima foto è di Roberto Lo Faro)
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