Immerso nella bassa valle del Volturno, circondato dai Regi Lagni e dalla catena dei Monti Tifatini, a due passi dal Lagno Gorgone, Lagno Vecchio e Lagno Sant’Andrea, è celato il comune di Macerata Campania; un centro piccolo, certo, ma teatro di una grande storia.
Macerata Campania, fu per secoli, infatti, casale dell’antica Capua e nelle sue terre si alternò la storia più prestigiosa, con il passaggio sul territorio delle più antiche ed illustri casate ma anche quella più atroce, fatta di saccheggi e distruzioni. Da questo scenario, alcuni storici, fanno risalire l’etimologia del nome della città al verbo “macero” conferito a questa terra dagli antichi scrittori latini Orazio, Livio, Cicerone e Varrone; da qui il nome Macerata. Tra le diverse opere artistiche di indubbio valore storico-religioso, occupa un posto di rilievo la Chiesa dedicata a San Martino Vescovo, edificata presumibilmente intorno all’anno 688.
Ma ciò che rende Macerata Campania nota è sicuramente la sua festa popolare più importante ovvero le celebrazioni di Sant’Antuono Abate. Ogni anno, infatti, il 17 di gennaio, tutta la comunità si adopera per organizzare i festeggiamenti al suo Santo più amato, Sant’Antonio, appunto, che affettuosamente chiamano Sant’Antuono. La Festa di Sant’Antuono è un vero e proprio evento per l’intera provincia. Ogni anno, sono in migliaia ad accorrere dal casertano e dal resto della regione per assistere a tutti i festeggiamenti; imponente sul territorio è anche la presenza dei media che riportano, a mò di studio sociologico, tutte le fasi della manifestazione perennemente in bilico tra il sacro ed il profano. Si è compreso, infatti, che l’appuntamento non ha soltanto un indiscusso valore religioso-devozionale, ma è una genuina espressione della cultura popolare del luogo.
La Festa ha inizio con le tradizionali liturgie ecclesiastiche che comprendono messe e processioni; successivamente parte la folcloristica sfilata delle “Battuglie di Pastellessa” ovvero dei “Carri di Sant’Antuono”, che ripercorrono più volte le strade della città e su cui si posizionano i cosiddetti “Bottari” (suonatori di botti, tini e falci), che, ad unisono, ricreano l’antica sonorità maceratese dall’omonimo “n’Pastellessa” (o “Pastellesse”). Le Battuglie di Pastellessa sono più di 15 e sfilano lungo le strade di Macerata Campania in forma allegorica e con l’aspetto carnevalesco. I carri sono lunghi 16 metri e ospitano, ognuno, 40/50 bottari che insieme agli altri musicisti posizionati su altri carri intonano le tradizionali sonorità della pastellessa, termine che rimanda alla specialità tipica della cucina contadina la past’e'llesse o past’e'llessa (pasta con le castagne secche) che si usa riproporre nei giorni delle celebrazioni del Santo.
La festa che si svolge in più giornate, continua con giochi in piazza e lo splendido spettacolo dei fuochi d’artificio raffiguranti, nella maggior parte dei casi, figure di donne o di animali. La manifestazione si conclude con la tradizionale Riffa, una vendita all’asta dei prodotti agricoli maceratesi.
Questa festa ha radici molto antiche. Essa risale, infatti, al 1200 circa, quando Macerata Campania era una località per lo più agricola e artigianale. Il lavoro nei campi richiedeva molti sforzi e la creazione di attrezzi sofisticati; per far fruttare tutti i loro sforzi e la loro creatività, gli agricoltori erano soliti organizzare, di quando in quando, fiere cittadine. Per convincere gli acquirenti solevano percuotere le botti, i tini e le falci, dando vita ad una serie di suoni in apparenza discordanti, ma che, con l’utilizzo di un po’ di armonia, riuscivano a risultare gradevoli. Oggi questi “rumori” sono il cuore della Pastellessa che si pensa fosse usata anche per scacciare gli spiriti maligni dalle cantine più buie dei contadini. Inoltre, la musica, diffusa nelle strade della città era di buon auspicio per la raccolta nei campi e per la buona sorte di tutti i maceratesi; credenza diffusa ancora oggi.
Queste antiche tradizioni contadine vennero successivamente riproposte per onorare Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e dalle avversità del fuoco. L’evento è oggi annoverato tra le sei feste più importanti della Provincia di Caserta e delll’intera Campania. Ma Macerata Campania non è soltanto questo. Il consiglio è quello di immergersi nelle storiche tradizioni e nei vicoli più belli della città per respirare tutta la cultura più intensa e spontanea che solo le grandi popolazioni sanno regalare ai propri ospiti.
(Foto di Ermanon in licenza Creative Commons)
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