Intervistiamo su Arezzo Laura Bonechi, esperta in comunicazione turistica e guida turistica autorizzata per Arezzo e provincia, in italiano, inglese e russo. Ci tiene a precisare che “Le guide di Arezzo sono guide autorizzate per tutta la provincia: Valdarno, Casentino, Valdichiana e Valtiberina. Forse queste valli non ti dicono niente ma ti diranno qualcosa nomi come Cortona, Sansepolcro, La Verna, Camaldoli, i castelli di Poppi e Romena che videro personaggi come Dante; Monte San Savino, il Castello di Gargonza, Lucignano, San Giovanni Valdarno (città natale di Masaccio), le Pievi romaniche di Gropina e Romena, ecc.”
Perché hai scelto di diventare una Guida Turistica?
Per giustificare le ingenti somme che per diletto spendevo in libri di arte e storia, specialmente quelli introvabili, pubblicati a livello locale. Sto scherzando ma in fondo è anche un po’ vero.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Le persone che vengono in gita sono persone “in vacanza” che si divertono a fare ciò che hanno scelto di fare ovvero visitare chiese e musei, città, ecc. E’ un piacere lavorare con le persone di buon umore, che vogliono sapere, scoprire. Due sono le esclamazioni più frequenti che mi riempono di soddisfazione: “Signorina (grazie per il Signorina) avevo visto questa chiesa tante volte ma mai sotto questa luce” oppure ” onestamente non pensavo che Arezzo fosse così bella” ed il massimo “E’ riuscita a farlo capire anche a me!”
Come caratterizzi il tuo servizio di guida?
Partendo dal presupposto che l’Italia è tutta bella (basta saperla vedere) imposto il giro su quei capolavori che sono solo ad Arezzo: penso alle vetrate di Guillaume de Marcillat in duomo, al Cristo del Cimabue in San Domenico e certamente ultime ma non meno importanti, le opere di Piero della Francesca, tutto questo assolutamente non si può perdere. Ogni gruppo è diverso, bisogna capire subito, anche con qualche domanda al committente, chi sono e cosa vogliono. I gruppi delle Università della terza età in genere vogliono dati su dati, collegamenti. Ci sono i giapponesi con i loro binocoli per vedere i minimi dettagli; ci sono poi le persone con basso grado di scolarizzazione ma tanta voglia di conoscere: a questi cerco di far apprezzare il bello, troppi dati li annoierebbero.
Dai una tua personale descrizione di Arezzo, in un paio di paragrafi.
Arezzo è come un vecchio baule di legno lasciato in soffitta: apparentemente non ha importanza ma quando lo apri… Così Arezzo, forse dimenticata a vantaggio delle più famose Siena e Firenze, zitta zitta ha saputo conservare e proteggere capolavori unici al mondo, lontana dai grandi clamori delle vicine città ed ogni tanto li ripresenta all’attenzione del “grande pubblico”, con una mostra, un articolo su una rivista patinata.
Qual è il periodo migliore per visitare Arezzo? Perché?
Le stagioni son tutte buone però in primavera inoltrata ed in autunno Arezzo, e con essa tutta la provincia, sono stupende con la vegetazione rigogliosa che abbellisce gli spazi pubblici ma soprattutto che “straripa” dai muri di cinta dei giardini privati: è un verde tripudio della natura che in autunno si accende di colori caldi. Magari in estate si può consigliare un giro la mattina abbastanza presto oppure dopo le 17,00 in pieno giorno è sconsigliato - comunque nelle chiese è sempre fresco!
Quale itinerario suggerisci per chi ha solo poche ore a disposizione?
La domanda fondamentale è: “Vuole vedere poco ma in maniera approfondita oppure più cose per avere un’idea generale?” Il giro classico è San Francesco, Pieve di Santa Maria, Piazza Grande, Duomo e San Domenico, passando per palazzo pretorio, logge Vasari, casa del Petrarca, piazza del Comune (ovvero piazza della Libertà). Ma quando posso includo sempre la Badia delle sante Flora e Lucilla, dove oltre le opere del Vasari ed un crocefisso trecentesco, attira la curiosità la finta cupola di Andrea Pozzo (1701), di fronte a questa tutti restano a bocca aperta e non credono che sia finta. Infine a me piace tantissimo la chiesa della Santissima Annunziata sia per l’architettura che per le opere che vi sono conservate. A chi arriva in macchina suggerisco di parcheggiare in via Pietri, dietro San Domenico, così può godere anche di un bello scorcio delle mura ed entrare in città attraverso una delle porte nelle mura tarlatesche (fatte costruire dal Vescovo Tarlati).
Cosa incuriosisce di più i turisti?
Una domanda che arriva, sempre, puntuale, in Piazza Grande: “Scusi, perché l’abside della pieve ha una colonna storta?” Non ti scrivo la risposta, così venite a vederla.
Quali tipologie di turisti visitano la città?
Studenti-scuole (soprattutto da marzo a maggio), associazioni culturali, circoli vari, parrocchie soprattutto persone che chiedono guide di mezza giornata per terminare con un buon pranzo e poi spostarsi in altro luogo. Ma Arezzo vale ben più di una visita di 03 ore. Ci sono poi i giapponesi sulle orme di Piero della Francesca.
Racconta un aneddoto, un episodio curioso, capitato durante un giro ad Arezzo.
Te ne racconto uno legato non strettamente ad Arezzo. Nel book/souvenir shop della biglietteria di un museo con un gruppo di giapponesi, il gestore mi indica delle copertine di lana e mi dice “sono in offerta, sono coperte di lana, di Granchio” (una nota fabbrica di Sansepolcro). L’accompagnatrice ed interprete immediatamente traduce tutto ed io vedo tutti i giapponesi in agitazione: iniziano a guardare, toccare, consultarsi in modo frenetico poi l’interprete preoccupata mi dice “sono incuriositi, non capiscono, non hanno mai visto lana di granchio!”.
(le foto sono relative ad un progetto svolto per una scuola al castello di Poppi. Laura però mi assicura che di solito le guide le fa in “abiti contemporanei”!)
Riferimenti:
www.campitusci.it
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