Il sindaco di Levanto Maurizio Moggia intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Levanto è una città slow, vale a dire una di quelle realtà che hanno fatto dell’alta qualità della vita dei residenti e dei turisti la ragione stessa della loro esistenza. E’ quindi una cittadina che alla naturale bellezza del territorio abbina l’attenzione per l’ambiente, i servizi al cittadino.
E’ una cittadina che offre servizi turistici tutto l’anno grazie ad un chilometro di spiagge attrezzate per la stagione balneare, circa 80 chilometri di sentieri facilmente percorribili che collegano i 18 borghi della vallata tra di loro e con il centro del paese, e un centro storico chiuso al traffico, ricco di arte, attività commerciali e artigianali e animato da numerose manifestazioni.
Tre validi motivi per visitarla?
In estate offre spiagge di ciottoli, sabbia e rocce e calette suggestive, dove è possibile effettuare immersioni all’interno dell’Area marina protetta delle Cinque Terre.
Nelle mezze stagioni è l’ideale per turisti più “consapevoli”, in cerca di un contatto più autentico con il territorio e i suoi abitanti. Da suggerire le escursioni lungo i sentieri della vallata e su quelli del Parco Nazionale delle Cinque Terre, la scoperta delle produzioni enogastronomiche tipiche (olio, vino, miele, ortaggi) e dei piatti della cucina locale preparati con quegli stessi ingredienti che si incontrano nelle campagne.
In inverno il clima mite consente di apprezzare la grandi mareggiate che sferzano la costa. In questa stagione il golfo è popolato da decine di surfisti, le cui evoluzioni costituiscono un suggestivo spettacolo anche per chi li osserva o li fotografa dal lungomare.
Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
La sua stessa comunità, che ha saputo trasformare un territorio aspro, poco generoso, prima in una fonte di sostentamento con l’agricoltura, quindi un presidio per la conservazione del territorio e la sua difesa da frane e dilavamenti, infine in una fonte di sviluppo socio-economico attraverso l’ospitalità diffusa secondo il modello dell’”Hotel Paese”.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Al di là dello straordinario aspetto ambientale, del quale abbiamo pochi meriti perché ci è stato donato dalla natura, la capacità della nostra comunità di operare per il bene comune. Oggi Levanto è un brulicare di attività sostenute da decine di associazioni di volontari che operano in tutti i campi: sociale, culturale, sportivo, turistico, religioso, folcloristico. Non è un caso se il calendario delle manifestazioni è così ricco di eventi: ognuno collabora allestendo i propri e fornendo un contributo sostanziale alla riuscita di quelli organizzati dal Comune.
Senza questa forza “sociale” così ampia e variegata non si sarebbe mai potuto realizzare lo sviluppo che si è verificato negli ultimi quindici anni.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città ?
In perenne divenire. Abbiamo appena chiuso i cantieri della riqualificazione dei borghi collinari e nel frattempo si sono aperti quelli che porteranno alla trasformazione del lungomare, per completare quell’integrazione tra vallata e costa che rappresenta l’obiettivo strategico che ci siamo prefissati. E poi stiamo pensando alla formazione e all’istruzione dei nostri giovani, per i quali vorremmo realizzare un modello innovativo di centro scolastico sulla falsariga dei campus statunitensi: una struttura all’avanguardia all’interno della quale ospitare tutte le scuole attualmente presenti nel paese (dalle materne al liceo) e magari svilupparne altre.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Cosa pensano i turisti di Levanto?
Che è il luogo ideale per ritagliarsi un proprio spazio e viverlo secondo i ritmi scanditi dalle stagioni, senza la frenesia che contraddistingue la vita quotidiana nelle grandi città e le esasperazioni create dall’attività lavorativa. Non a caso Levanto è stata eletta a “buen retiro” di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, che in paese o sulle colline hanno una casa di proprietà o in affitto e che vi soggiornano anche nei periodi meno congestionati dal turismo, per trovare la tranquillità e l’ispirazione per dare alla luce nuove idee e progetti relativi alle loro professioni.
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