Monte Castello di Vibio si trova nella zona centrale dell’Umbria, vicino Todi. Per raggiungerlo percorro la statale E45 tra Perugia e Terni ed esco nei pressi di Todi. La strada da percorrere porta esclusivamente al borgo. Mentre mi avvicino, noto che il paesaggio muta rapidamente: la grande valle umbra cede il passo a dolci colline che disegnano il panorama circostante. Più in lontananza i due monti più alti del comprensorio: il Peglia e il Martano.
Lungo il percorso noto un bel quadretto rurale. Pochi chilometri dalla dinamica Perugia e cambiano anche le abitudini degli umbri: un uomo sta coltivando il suo orto, mentre l’anziana madre sta richiamando le galline con il becchime. L’odore dell’erba appena tagliata si mischia con il profumo dei fiori sbocciati nei campi.
Entro in città passando per l’antica Porta di Maggio, che conserva ancora il vecchio torrione usato anticamente per gli avvistamenti. Le mura perimetrali appaiono in buono stato, quasi a voler salvaguardare il centro storico dagli “assalti” della frenetica vita moderna.
Le case che si affacciano sulle strette viuzze in salite sono state ricostruite con lo stile originario medievale. Non so se è una scelta voluta dai montecastellesi o imposta dall’amministrazione: il risultato è davvero emozionante.
Andando verso il centro storico incontro diverse facce di una medesima realtà. Al tavolo di un bar antistante la piazzetta siedono alcuni anziani. Nei loro occhi scorgo la consapevolezza di una vita per gran parte vissuta, magari con fatica e col sudore, ma mitigata dall’aere puro e il contatto diretto con la natura. Viene in mente una frase dell’artista Cipriano Piccolpasso che nel Cinquecento, a proposito dei natii di queste zone, affermava: “hommini di 80 anni paiono averne appena 35”.
Su una tabella leggo “International School of Art”. Alcuni maestri d’oltre oceano, rimasti impressionati dal borgo, hanno deciso di fondare una scuola di alta specializzazione per studenti già avviati alle arti visive. I corsi si tengono qui soltanto in estate.
Tra i vicoli interni sorgono alcune chiese di indubbia importanza: la Chiesa di Santa Illuminata, che al suo interno conserva un crocifisso in legno risalente al XV secolo. Oppure la chiesa dei santi protettori di Monte Castello, San Filippo e San Giacomo, festeggiati ogni anno il 3 maggio.
La vera perla del paese è senza dubbio il Teatro della Concordia, detto anche il “teatro più piccolo del mondo” per la sua limitata capienza, soltanto 99 posti. Pochi sedili in platea, contornati da molti palchetti laterali, creano un’atmosfera magica. La struttura ospita una sua stagione di prosa e all’interno si svolgono convegni, concerti jazz, perfino dei matrimoni civili. Un uomo che passa di lì, con estremo orgoglio, mi racconta di averci maritato sua figlia.
Da qualche anno, Monte Castello di Vibio è stato inserito dal quotidiano Il Sole 24 Ore tra le 138 località italiane da non perdere. Conscio della sua potenzialità turistica, nel tempo ha visto sorgere diverse strutture recettive ed agriturismi disseminati per le colline circostanti. Approfitto di questa abbondanza per rifocillarmi. Camminare stanca e affama!
Con il viso “immerso” nel piatto di pasta, nella mia mente sto già organizzando un futuro weekend a Monte Castello. Le parole d’ordine saranno ozio e relax. Vigerà il divieto assoluto di portare con me notebook e cellulari di lavoro. Soltanto una fotocamera, per immortalare gli scorci naturalistici di questa bella parte dell’Umbria.
(Foto gentile concessione di Maurizio De Rienzo)
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