26 Luglio 2008

I mille volti di un passato che cerca di trovare forma

di Maria Scarinzi (Blog Ponte. Alla Scoperta della nostra Italia)

Voci che diventavano parole, parole che si trasformavano in musica, musica che trovava espressione nel canto, canti che allietavano le giornate di chi, dopo tanto lavoro, trovava il tempo di vivere grandi emozioni. Feste, celebrazioni solenni, tradizioni, si mischiavano in un perpetuo divenire che contribuiva a creare un’identità. Uniti non dal luogo di nascita ma dal proprio lavoro, dalle proprie feste, dai Santi da venerare e da idee politiche ancora da definire, in una continua e perpetua lotta nel perseguimento del meglio, i Pontesi amavano riunirsi e banchettare al suono dei canti che avevano scandito il loro lavoro. Un paese dai mille volti, dalle mille idee, dalle molteplici tradizioni che amava fare della lotta tra rioni, parrocchie, partiti, il collante che gli permetteva di andare avanti e di organizzare al meglio le proprie feste, durante le quali il cittadino si sentiva attore e spettatore della propria vita. Gli appuntamenti ai quali ogni anno il cittadino era chiamato a partecipare si susseguivano in modo incalzante:

-   Il periodo natalizio: celebrazioni religiose, presepi viventi, luminarie che vestivano a festa il paese. “Ponte Alto” era illuminato da numerose luci e “Via Ripagallo” diventava il luogo dove coppie felici o giovani in cerca dell’amore, indossato l’abito della festa, erano soliti fare “lo struscio”.  Struffoli, chiacchiere, “vagonate” di miele, prodotto dai numerosi apicoltori della zona, e confetti colorati diventavano i testimoni indispensabili di un periodo di gioia e spensieratezza. Fuochi d’artificio, nati dall’abile pazienza della famiglia Pannella, artisti dell’arte pirotecnica,  novene, distruzione di tutto ciò che era vecchio e usurato e tanto baccano contribuivano a creare una magica atmosfera che si insinuava nell’animo dei Pontesi e dipingeva la gioia di un periodo da vivere e assaporare pienamente.

Chiesa Santa Anastasia- Le feste religiose: enormi e caratteristici fuochi, accesi la notte di S. Antonio Abate, risplendevano come fiammelle davanti a tutte le case e, all’acre odore del fumo, si mischiava il dolce profumo di carne arrostita sulla “brace Santa”, mentre nel piazzale antistante la Chiesa di Santa ANASTASIA il parroco si accingeva ad effettuare la benedizione degli animali. Balli, canti e rappresentazioni teatrali riempivano le serate in onore del patrono San Giovanni Nepomuceno nel mese di maggio. Nella Piazza XXII Giugno veniva costruito un enorme palco dove commedie nate per gioco e cantanti di voga del momento si alternavano per far divertire i Pontesi. Ma era il mese di giugno a rendere le campagne protagoniste: petali di rose coloravano le strade non ancora asfaltate; la Piana, i Colli, l’Aspro, le Puglie e tutte quelle zone che normalmente facevano solo da scenario al duro lavoro dei campi, si riempivano di folle di persone che si riunivano lungo il ciglio delle strade. Dopo una lunga attesa il ronzio delle parole, dei saluti e, perché no, anche dei pettegolezzi veniva interrotto dal passaggio della statua di S. Antonio da Padova, che per l’occasione lasciava la Chiesa madre di Santa Anastasia e diventava motivo di incontro tra le due comunità ecclesiali.

- Il Carnevale: l’odore di colla, carta bagnata e vernici diventavano i protagonisti dei mesi che precedevano il carnevale. Lunghe sfilate di carri allegorici, piccolissimi pezzettini di carta colorata e strisce di stelle filanti, abiti inventati e cuciti al momento, rendevano il carnevale pontese uno dei più invidiati della zona beneventana.

Vicolo “PONTE ALTO”- La Pasqua: germogli di grano bianco in vasi decorati a festa, bambini in giro per le case per raccogliere le piante più belle atte ad ornare il Sepolcro.  Massaie indaffarate a rompere uova, impastare farina e cuocere il grano ed il riso per dar forma a gustosissime pastiere. Lunghe processioni penitenziali che, attraversate le numerose strade del paese, si concludevano nei caratteristici vicoli di “Ponte alto”, messe solenni e scampagnate nelle terre, siti del lavoro di tutti i giorni, facevano del periodo pasquale un periodo intriso di intense emozioni.

- I Giochi estivi: giochi d’acqua, corse nei sacchi, cacce al tesoro facevano dell’estate di questo piccolo paese un appuntamento ricco ed intenso; dove i bambini potevano giocare liberi e gli adulti ritornare bambini respirando una sana competizione. 

In un passato così entusiasmante e ricco di appuntamenti, la comunità pontese viveva avvolta in un senso spiccato del NOI e tutto ciò che poteva distrarli dalla vita di tutti i giorni diventava motivo di incontro. Chiacchierate in piazza, la prima televisione, una partita a carte sull’aia, tutto andava a contribuire e a creare quella che potremmo definire una variegata identità. Un’identità che si è protratta nel presente e che, sebbene è andata via via a ridimensionare le tradizioni, complice anche una riconversione di molte attività, è ancora oggi possibile ritrovare.

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