12 Luglio 2008

Alla perenne ricerca delle proprie radici

di Marcello Di Sarno (Blog Lavello. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Lavello Antonio Annale intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Lavello è uno dei centri più grandi del nord Basilicata. E’ una cittadina tranquilla, pulita, sono ben curati gli spazi del centro Antonio Annalecittadino, ci sono molti luoghi aperti per le famiglie e i giovani. Nel complesso offre una qualità della vita medio-alta.

Tre validi motivi per visitarla?
Lavello rispetto a Venosa e Melfi non ha grandi attrattive storiche, tuttavia non mancano i motivi per venirla a visitare, soprattutto d’estate grazie alla ricca programmazione - evento nell’evento quest’anno è rappresentato dalla prima “Festa del Grano”, per il resto rimando al programma completo sul sito del comune - inserita nella rassegna “Estate lavellese”.
Tra i siti di indubbio interesse storico ve ne sono soprattutto tre: il Museo Civico Antiquarium, istituito nel 1926 grazie al contributo illuminato dell’amministrazione comunale di allora e dove oggi è esposta una parte importante dei numerosi reperti che il nostro territorio costantemente restituisce; il Museo della Civiltà Contadina, vera memoria storica e sociale delle nostre origini, ricostruite attraverso i documenti ufficiali, i costumi, gli arredi e gli oggetti della quotidianità; monumenti come il Castello normanno, oggi sede comunale, e il Santuario della Gravetta che accoglie tracce importanti della Forentum romana del III-I secolo a.C.

Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
Essendo un paese di confine, siamo a 10 Km dalla Puglia, Lavello non ha una sua identità storica precisa. E’ stato nel corso dei secoli terra di passaggio di mercanti e commercianti, tappa della cosiddetta “via dei tratturi”, lungo l’asse viario del fiume Ofanto che collegava Lavello al Tavoliere.
Tant’è che molte famiglie residenti a Lavello non sono originarie del posto. Posso tuttavia affermare certamente che l’identità principale rimane quella agricola, oggi sviluppata con colture intensive e di pregio.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Piuttosto preferirei soffermarmi di più sull’aspetto per il quale non vado fiero: per lo scarso senso civico dei lavellesi. Sono un popolo poco attaccato al proprio territorio e alle proprie origini e si lamentano sempre.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Progetti ne abbiamo tanti. Una cittadina vivibile con un alto grado di qualità della vita è uno degli obiettivi di quest’amministrazione. Un altro progetto interessante sarebbe creare dei centri di eccellenza per i tanti giovani che sono andati via. Credo che il futuro va costruito per i giovani, senza dimenticare chi c’è già e chi resta.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Che cosa è successo negli ultimi 15 anni a Lavello sul piano politico-amministrativo, la risposta: dire la verità, tutta la verità.

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