4 Settembre 2008

Una risposta di integrazione e lungimiranza

di Marcello Di Sarno (Blog Aosta. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Aosta Guido Grimod intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Aosta, nei ritmi quotidiani e nell’aspetto, a chi oggi la vive quotidianamente ?
Aosta è una città che oggi conta 35.000 abitanti, interessata negli ultimi anni da una trasformazione radicale del sistema economico e produttivo e dei ritmi della sua quotidianità. Fino a quindici anni fa poteva dirsi una città a forte vocazione industriale, grazie alla presenza del complesso industriale della “Cogne”, caposaldo del comparto siderurgico italiano. Dislocata non lontana dal centro della città, l’attività della fabbrica ha scandito per anni i ritmi della città, che al suono della sirena si popolava di circa 5.000 operai, quelli cui dava lavoro la Cogne e che a un certo punto si sono trovati senza un lavoro.
Di qui è iniziata una riconversione nella direzione dei servizi finanziari e del terziario, che oggi vede confluire ad Aosta migliaia di lavoratori da ogni parte della regione, divisi per lo più tra gli uffici della Regione Valle d’Aosta e il settore sanitario – qui sono presenti l’Ospedale Regionale Umberto Guido GrimodParini e l’Ospedale Beauregard.
Sul fronte turisti, nonostante la generale flessione di quest’anno, registriamo un numero di presenze interessante.

Tre validi motivi per visitarla?
Il primo motivo è indiscutibilmente legato alla sua storia. Noi aostani amiamo definire la nostra città un “museo a cielo aperto” e basta guardarsi intorno per scoprire che non è un’esagerazione. Dopo Roma è il secondo sito più importante dell’età romana, vedi tra gli altri il Criptoportico forense e le Terme (queste ultime di recente scavo). Senza dimenticare gli eleganti edifici medievali e la preziosa area megalitica di Saint Martin de Corlèans, raro esempio di insediamento preromano, interessato da un progetto di valorizzazione per il quale sono stati investiti 20 milioni di euro.
Gli altri due motivi sono riconducibili alla sua collocazione strategica, al centro delle Alpi e nel cuore dell’Europa. Ciò da un lato la configura – grazie alla presenza dei trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo – come un punto di raccordo fondamentale nei traffici tra il Mediterraneo e il centro Europa; dall’altro ne esalta le potenzialità turistiche, legate alla vicinanza di rinomate stazioni sciistiche, vedi quella di Pila (raggiungibile in 20 minuti dal centro con la funivia).

Chi o cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità degli aostani?
Premetto che la nostra è un’identità non ancora ben definita. Un aspetto su cui hanno influito le diverse ondate immigratorie di cui Aosta è stata oggetto e che ne hanno plasmato, e tuttora ne plasmano, l’identità.
Durante il periodo fascista, si trattava per lo più di immigrati provenienti dal Veneto, a quell’epoca povero, in cerca di un’occupazione nell’industria siderurgica. Nel dopoguerra, ci fu il boom di arrivi dalla Calabria, in maggioranza artigiani. Ciò ha fatto sì che la città crescesse in un mix di culture, maturando un atteggiamento di grande apertura verso l’altro e lo straniero.
Esempio mirabile di questo spirito di integrazione è la festa di san Giorgio e Giacomo che da rito inizialmente circoscritto alla folta comunità calabrese presente in città (originaria di San Giorgio Morgeto, comune dell’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria), è assurta oggi agli onori di festa cittadina ed è un evento clou dell’estate valdostana.

Per quale aspetto Guido Grimod, da cittadino prima ancora che da sindaco, va fiero della sua città?
In qualità di aostano doc – il mio cognome non lascia spazio a dubbi in merito – sono orgoglioso dello spirito di accoglienza e solidarietà che, oggi più di ieri, pervade i miei concittadini. Potrei citarle un’infinità di esempi, ma ce n’è uno che appare di bruciante attualità.
Dieci anni fa fu scoperto un campo abusivo di nomadi, l’unico mai esistito sul territorio aostano. Nel giro di un anno l’amministrazione comunale provvide a smantellarlo, senza mandar via gli occupanti, bensì cercando di integrarli al tessuto sociale e assicurando loro un alloggio decoroso. Di questo vado fiero: della volontà di non rifiutare l’estraneo, ma di fornirgli una risposta di stabilità.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro di Aosta?
Nel futuro ci sono sicuramente una serie di opere da realizzare – come arredi urbani, ripavimentazione etc. – per completare il processo di conversione da città industriale a centro turistico.
L’obiettivo più ambizioso resta la creazione di un polo universitario internazionale. Un progetto atteso da tempo, che ha avuto una svolta di recente con l’acquisizione da parte della Regione Autonoma della Valle d’Aosta dell’ex caserma degli alpini “Testafochi”, orgoglio della città e con l’accordo siglato tra Comune, Regione e Ministero della Difesa di destinare la stessa struttura a funzioni scolastiche. L’intento è quello di farne un unico grande campus universitario, unificando tutte le facoltà oggi sparse sul territorio e perseguendo un target più internazionale nell’offerta formativa, in linea con l’ottica di investimento nel settore turistico.
In sette anni, il tempo previsto per la consegna dei lavori, daremo ad Aosta un volto di città universitaria, di città dei giovani.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Ricollegandomi a quanto detto sopra, vorrei che mi si chiedesse “se Aosta è al momento in grado di accogliere turisti”.
Risposta: “Non ancora. Aldilà degli sforzi fatti da quest’amministrazione e da quelle passate, occorrono ulteriori passi in avanti. Uno di questi attiene alla capacità di trasmettere ai cittadini uno spirito di maggior apertura al turismo. Abituarsi cioè, ad accogliere in ogni momento dell’anno eventi e spettacoli, verso cui spesso c’è da parte loro una reazione di fastidio”.

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1 commento a “Una risposta di integrazione e lungimiranza”

  1. nik scrive:

    anche se ci sono stato solo una volta, e solo per una mezza giornata,
    ho trovato Aosta molto bella, passeggiare per le sue strade è piacevole e affascinante! :-) :-)

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