12 Settembre 2008

La Villa Medicea di Poggio a Caiano

di Andrea Bonfiglio (Blog Poggio a Caiano. Alla Scoperta della nostra Italia)

Poggio a Caiano è una terra di confine. Affascinante, pregna di storia ma pur sempre terra di confine. Comune di circa 10.000 abitanti, sorge in area pratese e si pone – a tutti coloro che giungono da Firenze e dintorni – come avamposto della stessa provincia, famosa per l’industria tessile e per la vasta comunità cinese che vi risiede. Capovolgendo il senso di marcia – e con esso il punto di vista – la piccola cittadina toscana si mostra, invece, come l’ultimo baluardo capace di resistere al poderoso dominio del giglio.

In ogni caso, percorrendo la cosiddetta statale fiorentina – come viene definito il lungo rettilineo che collega Pistoia, passando per Prato, al capoluogo di regione – si viene colti da un comune sentimento, poiché medesima è la suggestiva visione. Nella piana che caratterizza il locale centro urbano, si erge un colle, vigoroso e ripido, sulla cui sommità svetta un maestoso edificio appartenente al passato remoto del borgo: la Villa Medicea.

Villa Medicea di Poggio a CaianoAttorniata dalle imponenti mura difensive che scendono a valle a protezione dei terreni che costituiscono la proprietà, la costruzione si colloca nel presente come una sorta di porta temporale, la cui funzione principale sembra essere quella di ricordare a tutti i viandanti i fasti di un’era ormai tristemente tramontata. Dal ‘400 ad oggi, in effetti, tante cose sono cambiate, ma non appena si entra nel parco dove, alle origini, passeggiava Lorenzo de’ Medici, si ha l’impressione che le lancette dell’orologio seguano un incedere opposto alla norma, a ritroso. I fusti di alcune piante narrano una storia secolare e non è affatto difficile cedere alla tentazione della suggestione e lasciarsi piacevolmente portare dalla fantasia, per qualche istante, in un’epoca silenziosamente lontana.

Sensazioni diverse, invece, accompagnano i visitatori che si godono una rilassante camminata nei giardini – uno all’inglese, l’altro all’italiana – che cingono il complesso centrale della villa. Una spiccata dose di serenità, difatti, assale gli animi, forse già rapiti dalla magica visione delle piante che adornano in geometrica armonia lo spazio circostante. Un esaltante mix di colori e sfumature, odori e forme come è possibile notare, ad esempio, soffermandosi ad ammirare la perfezione delle siepi, il profumo dei limoni e le gradazioni dei petali dei gerani che fanno capolino dai vasi posizionati lungo le scalinate.

La magia, comunque, non si esaurisce negli spazi aperti ma trova una naturale continuità, e forse anche una certa esaltazione, nei locali interni dove la manifestazione della storia appare più evidente che mai. Gli ambienti rifiniti in maniera a dir poco pregevole, anche se in modo non propriamente conforme al progetto originario, rimandano continuamente al passato attraverso una serie quasi infinita di opere pittoriche, affreschi e vari cimeli artistici. Alcune immagini, rese praticamente immortali grazie all’uso sapiente di semplici colori e pennelli, lasciano di stucco, senza fiato, tanta è la loro bellezza. Lasciarsi dunque andare ad una muta e solitaria contemplazione sembra essere, in tali casi, la scelta più indicata.

Dopo aver visitato in lungo e in largo la Villa Medicea, qualsiasi altro svago offerto dalla città (locali, fiere, sagre…), per quanto insolito, divertente e curioso, pare davvero essere poca cosa.

(Foto di Niccolò Rigacci in Licenza Creative Commons)

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