Il Trentino-Alto Adige è notoriamente una regione apprezzata per la bellezza del paesaggio, elemento che, di frequente, si mostra alle migliaia di visitatori in una suggestiva purezza. I monti – innevati nelle fredde giornate d’inverno e lussureggianti nelle calde settimane d’estate – rappresentano l’emblema di questo territorio, ma a ben vedere non sono l’unico capolavoro offerto ai turisti.
La città di Rovereto, ubicata nella parte meridionale della regione, è certamente uno degli esempi di maggior nitidezza. Per quanto sia difficile paragonare l’estro di Madre Natura con quello dell’uomo, si può tranquillamente affermare che il fascino del centro storico di questa cittadina popolata da circa 35.000 abitanti colpisce parimenti al cuore, tanta ne è la grazia.
Giungendo in auto dalla stazione ferroviaria, si affronta una grande rotatoria e ci dirige verso uno spazioso viale tra le cui traverse c’è una strada che conduce verso la centralissima via delle scuole, sede dell’accogliente ostello locale. Il perimetro dell’area, tuttavia, è punteggiato da una serie di cartelli che mettono in evidenza l’avviso “zona a traffico limitato”, allertando così gli automobilisti. I parcheggi – gratuiti in certe fasce orarie, a pagamento nelle altre – nelle vicinanze non mancano, ma i fortunati ospiti del minimale “residence” possono farsi consegnare, dal gestore, un permesso speciale che consenta loro di raggiungerne il parcheggio privato, attraversando quindi legittimamente le anguste vie aperte solo al transito dei pedoni e delle biciclette.
Il primo impatto che si ha, gettando il guardo oltre i finestrini, è indubbiamente positivo. La conferma definitiva giunge puntuale non appena ci si avventura a piedi tra vicoli, evidentemente impregnati di secolare storia. Tutto è curato, pulito, rinnovato. Le facciate dei palazzi, dei locali e degli altri edifici sembrano essere state appena ridipinte. Il pavé ed i lastroni che accolgono ospitalmente ogni passo dei viandanti sembrano essere le tessere pregiate di un gigantesco mosaico. Al calar della notte, poi, la quiete che avvolge l’intero quartiere sembra donare all’ambiente un’ulteriore tocco di magia. Il silenzio che regna sovrano è rotto soltanto dal piacevole scroscio dell’acqua che sgorga, linda e fresca, dalle numerose fonti posizionate ai bordi delle strade per regalare un po’ di refrigerio agli assetati passanti. Una fontana ornamentale che lascia di stucco è quella che si trova in uno slargo dove convergono numerosi vicoli, che ad un occhio inesperto sembra rivelare la figura di Poseidone.
La passeggiata continua in maniera piacevole. Si odono le voci di alcuni giovani radunati all’ingresso di un piccolo pub, intenti a chiacchierare ed a gustare qualche bibita. Tra un passo e l’altro le strade si allargano e si restringono, svelando di volta in volta qualche particolare piazzetta o qualche ombrosa scalinata che conduce verso una via parallela.
Dopo qualche minuto di cammino si giunge al maestoso Castello di Rovereto che dalla vetta di un’altura domina l’area circostante. Già osservandolo dall’esterno si è rapiti dal fascino antico delle imponenti mura, che aumenta in maniera esponenziale quando – in orario diurno – si ha l’opportunità di visitarne l’interno, ove sono ospitati i cimeli di un fornito museo della guerra. I reperti bellici che si possono ammirare sono molteplici: si va dalle divise dei soldati alle armi; dai kit originali di pronto soccorso alle medaglie al valore; dai diari dei prigionieri ai ritagli dei giornali dell’epoca…
Un avvenente mix di storia, arte e cultura rende quindi il passaggio dalla città di Rovereto assolutamente indimenticabile.
(Foto di Attilios in Licenza GFDL)
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