La giornalista di Firenze Stefania Ciani* intervistata per Comuni-Italiani.it
Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Innanzitutto mi è sempre piaciuto scrivere specie se ciò segue a un’esperienza vissuta da raccontare. Cosa chiedere di meglio che un lavoro che ti permette di vivere belle esperienze?
Scrivere di turismo, enogastronomia o arte ti permette di viaggiare, scoprire luoghi e prodotti, conoscere persone: tutte attività che la maggior parte delle persone può fare solo durante le vacanze. Da ciò poi nascono nuovi stimoli, idee, progetti… Le novità e la possibilità di fare nuove scoperte mettono un po’ di sale nella vita.
Il suo rapporto con Firenze alla luce della sua specifica attività professionale?
Come giornalista non mi occupo tanto di cronaca locale, se non per quegli aspetti che possono essere di interesse nazionale, ma piuttosto seguo molte realtà della città e provincia facendo uffici stampa o consulenze varie in comunicazione.
Un po’ forse per deformazione professionale, di Firenze mi piace seguire ed evidenziare quelle iniziative che possono riscontrare un interesse più ampio.
I pubblici di riferimento di una città come la nostra sono e saranno sempre più globali, considerando soprattutto il mondo del web. Bisognerebbe che Firenze cominciasse a pensarsi maggiormente in questa ottica.
Attualità. Come vive Firenze l’emergenza sicurezza che attraversa il Paese?
Firenze è solitamente una città molto tranquilla, con un tasso di omicidi basso rispetto ad altre aree con la medesima popolazione.
Tuttavia negli ultimi tempi ho notato che la cronaca evidenzia una crescita dei reati legati alla sicurezza soprattutto delle donne. Non saprei dire se si tratta di un vero aumento o piuttosto di una maggiore attenzione della stampa e dei cittadini verso argomenti che prima erano meno considerati. Certo, se devo uscire da sola di sera, qualche pensierino in più adesso ce l’ho.
Parafrasando il nome di una rivista a lei ben nota, qual è secondo lei “il sapore del territorio fiorentino”?
“La città e i suoi dintorni sono stati creati da un Dio che era un orafo, uno scultore, uno che sapeva lavorare il bronzo e anche un pittore… - in breve concludeva Anatole France – quel Dio doveva essere un fiorentino”. Questa citazione secondo me racchiude un po’ il sapore del territorio e dei fiorentini.
A parte questo, per me che vivo la città e il centro da vicino, non posso dire che questo sapore sia il Duomo, Palazzo Vecchio o le tante meraviglie che tutti conoscono, comprensive del caos e sovraffollamento portato dal turismo. Per apprezzare la città bisogna guardarla da lontano.
Per me il sapore di Firenze è quello che si apprezza dalle sue splendide colline, quelle che si alzano nella parte d’Oltrarno soprattutto. Sono gli scorci improvvisi sulla città, sul Ponte Vecchio e gli Uffizi, che si possono godere dalle stradine strette, immerse nel verde e quasi deserte, che si arrampicano per il Forte Belvedere. Da lassù, nel silenzio, si riesce a immaginare la Firenze rinascimentale.
Quella volta che ha parlato di Firenze o di un suo singolo aspetto e che ricorda con grande orgoglio o partecipazione emotiva.
Ricordo un articolo del 2006 per l’house organ di una grande catena alberghiera che parlava della città da un punto di vista diverso, quello delle botteghe artigiane e dei mercati, proponendo un itinerario più verace, rispetto ai soliti percorsi turistici, alla scoperta delle “golosità” gastronomiche e artistiche della città.
E proprio adesso invece una cosa di cui parlo volentieri è l’iniziativa di una nuova associazione legata al territorio, FlorenceIN, che si propone di far incontrare nella realtà, gli utenti toscani dei principali social network online (Linkedin, Facebook, Viadeo, Xing…).
Mi inorgoglisce il fatto che Firenze sia la prima città italiana, dopo Milano, a portare avanti con successo e con un notevole riscontro di pubblico - ovvero di associati – un’iniziativa del genere, così nuova nel panorama del nostro paese. Gente con interessi simili, o anche molto diversi, si conosce, condivide le proprie attività, nascono partnership e anche amicizie nello spostamento dal mondo virtuale di Internet alla realtà.
Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
“Firenze e la ricerca di una nuova identità”
Difficile dare un titolo e rispondere a una domanda del genere. Dal momento che non sono una politica e neanche una giornalista di cronaca e attualità posso solo riferire alcune mie sensazioni. Credo che Firenze, come probabilmente altre città italiane, stia vivendo adesso problematiche di sviluppo soprattutto infrastrutturale, che magari altre città estere hanno affrontato da tempo.
Sono di questi anni la progettazione e l’avvio di grandi opere (il nuovo tribunale, il polo universitario, la famosa o famigerata tramvia, il futuro stadio…) che - ora che sono in costruzione - stanno portando grandi disagi ai cittadini. Speriamo che una volta finite portino dei reali vantaggi!
E’ una città che si trova di fronte il grosso onere di conciliare un passato importante da salvaguardare con le esigenze del presente. E che in questo deve ricostruirsi un’identità, facendo attenzione a non cancellare quella passata. Questo è uno dei temi caldi, specie in questo periodo di fine mandato per l’attuale amministrazione e di conseguenza di nuovi giochi e nuove lotte politiche.
A questo aggiungerei le rivoluzioni all’interno dell’Università, negli investimenti e nei corsi di studio, che riguardano tutta Italia, ma che per forza di cose incidono pesantemente nella vita e sul futuro di una città.
Tra tecnologia digitale e giornalismo partecipativo (blog etc.), come vede il domani della professione giornalistica?
Penso che il domani sia già oggi: i giornalisti già ora scrivono i loro pezzi guardando ai blog piuttosto che ai comunicati stampa. La carta stampata ha le ore contate o comunque tutte le grandi testate si danno da fare per essere sempre più presenti online, con un giornalismo di tipo partecipativo - dove il lettore commenta gli articoli o interagisce con l’autore di un pezzo.
Il web 2.0 sta dettando legge in questo come in altri campi. Anche le aziende, ma soprattutto i Comuni e gli enti pubblici in genere non possono astenersi a lungo dall’ignorare questo canale come investimento sulla comunicazione e sulla gestione del rapporto con i cittadini-clienti.
Parafrasando la conclusione del libro di Marco Massarotto “Internet PR” che parla di questi temi: non si tratta di un’attività per il prossimo trimestre ma come minimo per i prossimi trent’anni. E in tutto ciò a fare la differenza saranno i contenuti, la capacità di trattare in modo approfondito certi temi e l’interesse che si è capaci di suscitare.
Giornalista specializzata in turismo ed enogastronomia, è consulente in comunicazione, media e public relations on e off line per imprese sia pubbliche che private. La sua esperienza spazia dal mondo della PMI all’Università, dalle big companies alle istituzioni, dall’arte e spettacolo allo sport.
Di recente ha fondato una nuova società, PLS, specializzata in Marketing & Comunicazione, ed editore della testata online www.psicolab.net.
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