Il Presidente della Provincia di Napoli Dino Di Palma intervistato per Comuni-Italiani.it
Quali sono le priorità di chi si trova ad amministrare la terza provincia più popolosa d’Italia?
Di concerto con gli altri enti territoriali e col governo nazionale, tali priorità sono mirate anzitutto ad assicurare ai cittadini una quotidianità fatta di vita “normale”, al di là e oltre le emergenze che in questi mesi hanno fatto parlare unicamente in senso negativo del nostro territorio.
Tutti insieme, dunque, dobbiamo continuare a lavorare con impegno quotidiano per fare in modo che la nostra terra possa, poi, valorizzare in pieno quelli che sono i suoi tanti elementi positivi e i punti di forza, primi tra tutti quelli legati al turismo e alla cultura.
Nata in età napoleonica, nel 2006 la Provincia di Napoli ha festeggiato il suo bicentenario. Quando è stata scritta, secondo lei, la pagina più importante di questi due secoli di vita?
Direi che la storia della Provincia di Napoli non può essere sintetizzata isolando soltanto pochi momenti, proprio per la straordinaria ricchezza di suggestioni e stimoli offerti da oltre duecento anni di vita: d’altra parte, stiamo parlando di un ente territoriale la cui nascita risale a molto prima della creazione dell’Italia unitaria.
A proposito del Bicentenario, poi, vorrei aggiungere alcune cose e sottolineare, in particolare, l’elevato livello culturale delle iniziative organizzate per celebrarlo: penso, per esempio, al notevole studio in due volumi che analizza specificamente ogni singolo comune del territorio provinciale, realizzato in collaborazione con l’Università “Federico II”, con la supervisione dello storico Guido D’Agostino.
Dal restauro dei locali del Caffè “Gambrinus” alla riapertura di Villa De Nicola come sede di una scuola forense. Il rilancio del patrimonio storico è la cifra distintiva della sua presidenza?
Abbiamo sempre considerato un impegno prioritario il recupero e la valorizzazione dei beni culturali presenti sul nostro territorio, tra i quali spiccano quelli da lei citati, ma direi soprattutto il Sito reale borbonico di Portici. Per questo, in particolare, stiamo investendo tante energie per articolare un fitto programma di interventi, realizzati in stretta collaborazione con la Soprintendenza partenopea.
Molti atti concreti sono già stati compiuti in questa direzione: siamo partiti dal recupero della Prateria e della Montagnola, per proseguire con altri lavori che interesseranno l’intero bosco, un grande polmone verde nonché uno straordinario giacimento di cultura che intendiamo rendere pienamente fruibile per l’intera comunità.
Quale progetto considera il fiore all’occhiello della sua gestione e quale invece il suo rimpianto?
Quello appena citato è sicuramente uno tra quelli che mi riempie di particolare orgoglio. Passando, invece, ai tradizionali ambiti d’intervento dell’Amministrazione provinciale, direi che l’ottimo lavoro fatto nel campo dell’edilizia scolastica può essere senz’altro citato tra i fiori all’occhiello di questa amministrazione: attualmente la Provincia di Napoli gestisce più di 300 plessi scolastici e in tanti casi stiamo parlando di edifici di nuova realizzazione, dotati di tutte le strutture e i servizi più all’avanguardia.
Tanto abbiamo fatto in questi anni e tanto abbiamo ancora da fare, in questo campo così come in altri.
Tra sostenitori e detrattori del ruolo istituzionale della Provincia, rispetto alle Regioni e ai Comuni, come vede il futuro di questo ente?
Il futuro è certamente quello delle Città metropolitane. E lungo il complesso percorso che porterà alla loro istituzione, va tenuto presente che quella di Napoli è la più significativa area metropolitana d’Italia, con più di tre milioni e mezzo di abitanti e con una complessità strutturale senza pari.
È necessario, pertanto, dedicarle l’attenzione che merita, anche in vista della realizzazione delle cosiddette Città metropolitane. Ciò va fatto attraverso una serie di azioni incisive, capaci di produrre autentico sviluppo su un territorio di fondamentale importanza per l’intero Paese Italia. Credo che, in tal senso, un ruolo centrale delle Province possa favorire il rilancio delle nostre città e un più efficace governo del territorio.
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